NC-74
18.11.2021
In concomitanza con l’uscita in sala di Annette, l’attesissimo musical di Leos Carax premiato a Cannes per la miglior regia, vogliamo raccontarvi chi sono le menti geniali che si nascondono dietro questo film. Stiamo parlando di due fratelli musicisti che hanno influenzato un’intera generazione e continuano a sorprendere ancora oggi. No, non si tratta dei Gallagher, ma di una band ancora in piedi dopo esattamente 50 anni dal loro debutto, avvenuto nel 1971: gli Sparks.
Il gruppo, di cui avrete forse sentito la canzone This Town Ain't Big Enough For Both Of Us, considerato una delle prime band glam rock della storia della musica (quel genere musicale particolarmente attento al look visivo colorato, praticato da artisti come David Bowie o Marc Bolan), è formato dai due fratelli di Los Angeles, Ron e Russell Mael, rispettivamente tastierista e cantante del gruppo, simbolo della possibile attuazione di un lungo rapporto lavorativo tra due consanguinei, senza che vi sia alcuna pugnalata alle spalle (ogni altro riferimento ad artisti di Manchester è puramente casuale).
Dopo aver frequentato il dipartimento di cinema e arte all’UCLA University, iniziano ad incidere i loro primi brani, dapprima in compagnia di altri due fratelli (Earle e Jim Mankey), e poi in solitaria, sotto il nome di Sparks, consigliato dalla nascente etichetta Bearsville con cui avevano firmato. Inciso il loro secondo album e inseguito il sogno di sfondare in Inghilterra (al tempo il paese più rilevante al mondo dal punto di vista musicale), i due devono fare i conti con la costante richiesta da parte del mercato, e decidono così di tornare in America per rimettersi in gioco continuando a scrivere.
È questo il destino che tesserà le sorti di tutta la loro carriera: una montagna russa fatta di alti e bassi musicali, di hit mondiali e sperimentazioni molto meno conosciute. Una montagna russa, proprio come il nome del primo film, Rollercoaster - Il grande brivido (1977), a cui partecipano interpretando loro stessi, esibendosi su un palco. Il film è stato definito da Ron stesso come “The Citizen Kane of disaster of movies”, in quanto nessuno andò a vederlo al cinema.
Il loro rapporto con il cinema, tuttavia, non si conclude con questa breve esperienza. Soprattutto non è questa la loro “prima volta” con la Settima Arte.
When you're a French director, it seems la vie est belle
Women say "oui," they long to be, top of the bill, oh well
Così recita la loro canzone When you're a French director che racchiude, in chiave ironica, tutta la loro ammirazione per la Nouvelle Vague.
I’ve always admired French directors like Godard that were kind of rebellious against the whole system and the whole idea even of what cinema was, that they were almost slightly standing outside of filmmaking while they were making a film. It was kind of inspirational to us. (Ron)
Russell stesso sognava di diventare un regista seguendo le orme dei registi francesi. Prova così a girare il suo corto da studente Très sérieux, in cui si prende gioco di quei film da lui tanto amati.
Negli anni ‘70, dopo il successo oltreoceano, incontrano uno dei loro autori preferiti, Jacques Tati, il quale al tempo stava cercando di espandere il proprio pubblico e attirare i giovani. In qualche modo, pensava che entrando in contatto con una band popolare avrebbe ampliato il fascino rivolto verso i suoi film. Purtroppo la sua saluta cagionevole non gli permette di portare a termine questa collaborazione che sfuma così prima ancora di cominciare. Nel ‘79 pubblicano la canzone La dolce vita, chiaro omaggio al film di Federico Fellini, mentre, sette anni dopo, nell’ ‘86 rilasciano il loro quattordicesimo album in studio: Music That You Can Dance To, la cui canzone dall'omonimo titolo viene utilizzata come colonna sonora per il film BMX, Rad.
Attraverso le copertine dei loro album, cercano, fin dall’inizio della carriera, di raccontare per immagini storie umoristiche e di forte impatto; una sorta di La jetée musicale, come ad esempio la copertina di Propaganda, dove viene raccontata la storia del loro ipotetico rapimento. Tuttavia, è solo verso la fine degli anni ‘80 che la loro passione per il cinema si concretizza in un progetto a cui dedicano 6 anni, ovvero Mai, the Psychic Girl: un musical basato sul manga giapponese dallo stesso titolo. Il film, scritto dai due fratelli, attira fin da subito l’attenzione del regista Tim Burton, il quale era in procinto di iniziarne la produzione nel 1992, per poi mettere da parte la pellicola e dedicarsi ad altri progetti con un budget più grande, tra cui The Nightmare Before Christmas.
Quel periodo trascorso lontano dalla scena musicale e il fallimento dell’opera su cui avevano improntato tutto il loro lavoro non li scoraggia, e così, per tutti gli anni ‘90 si immergono completamente nella produzione di nuovi singoli, accompagnati da eccentrici video musicali che ricalcano il cinema classico americano della Golden Age.
Dopo un lungo tour in giro per il mondo, nel 2009 pubblicano il loro ventiduesimo album. Un’opera unica nel suo genere, intitolata The Seduction of Ingmar Bergman. Ron e Russell si domandano, infatti, che cosa sarebbe successo se il regista svedese fosse stato attirato ad Hollywood con la promessa di grandi budget e donne. Nasce così una rock opera trasmessa prima dalla radio nazionale svedese e poi trasformata in performance teatrale durante il L.A. Film Festival.
Nel 2012, a Cannes, fanno l’incontro con il regista francese Leos Carax, che cambierà le loro carriere. I tre parlano di un soggetto scritto dai due fratelli, Annette, un musical attinente al contesto contemporaneo dalla fama e dello star business. Spendono così 8 anni a scrivere la sceneggiatura e le canzoni originali, "So May We Start", "We Love Each Other So Much", “The Abyss” ecc., che più che canzoni nel loro senso classico del termine si presentano come veri e propri dialoghi ritmici. Carax costruisce personaggi dal forte spessore emotivo e psicologico, riservando l’esteriorizzazione della loro interiorità alle musiche degli Sparks. Da un lato Annette si presenta quindi come una critica rivolta ai media intolleranti nei confronti di chi non rientra nella norma imposta da etichette sociali, spettacolarizzando le azioni inconsapevoli di individui fragili o minori. Inoltre racconta una tragica e straziante storia d’amore sviluppata attraverso una musica interiore che dà sfogo al nostro sentire più profondo.
L’incessabile sperimentare è chiaro essere, quindi, un elemento fondante della natura e delle produzioni degli Sparks. Costanza e determinazione li hanno portati ad essere una delle pochissime band al mondo a non tornare mai sui propri passi, permettendo invece loro di rimboccarsi le maniche per creare qualcosa di sempre nuovo ed unico, reinventarsi ogni volta, ad ogni album. Tutto ciò, insieme alla loro capacità di conciliare più forme artistiche, in particolare musica e cinema, ha reso gli Sparks, nella completa ombra mediatica, un grande esempio per tutti i musicisti internazionali, assicurandogli un posto d’onore nei libri di storia della musica, e perché no, anche del cinema.
PS: all’inizio di quest’anno, durante il Sundance Film Festival, è stato presentato il documentario di Edgar Wright dal titolo The Sparks Brothers uscito nelle sale lo scorso agosto, in cui viene raccontata dagli Sparks stessi e da tutti coloro che li hanno accompagnati durante la carriera, quello che è stato il loro percorso musicale fino ad oggi. Un film che vi consigliamo, se siete ancora curiosi di conoscere meglio questa band statunitense.
NC-74
18.11.2021
In concomitanza con l’uscita in sala di Annette, l’attesissimo musical di Leos Carax premiato a Cannes per la miglior regia, vogliamo raccontarvi chi sono le menti geniali che si nascondono dietro questo film. Stiamo parlando di due fratelli musicisti che hanno influenzato un’intera generazione e continuano a sorprendere ancora oggi. No, non si tratta dei Gallagher, ma di una band ancora in piedi dopo esattamente 50 anni dal loro debutto, avvenuto nel 1971: gli Sparks.
Il gruppo, di cui avrete forse sentito la canzone This Town Ain't Big Enough For Both Of Us, considerato una delle prime band glam rock della storia della musica (quel genere musicale particolarmente attento al look visivo colorato, praticato da artisti come David Bowie o Marc Bolan), è formato dai due fratelli di Los Angeles, Ron e Russell Mael, rispettivamente tastierista e cantante del gruppo, simbolo della possibile attuazione di un lungo rapporto lavorativo tra due consanguinei, senza che vi sia alcuna pugnalata alle spalle (ogni altro riferimento ad artisti di Manchester è puramente casuale).
Dopo aver frequentato il dipartimento di cinema e arte all’UCLA University, iniziano ad incidere i loro primi brani, dapprima in compagnia di altri due fratelli (Earle e Jim Mankey), e poi in solitaria, sotto il nome di Sparks, consigliato dalla nascente etichetta Bearsville con cui avevano firmato. Inciso il loro secondo album e inseguito il sogno di sfondare in Inghilterra (al tempo il paese più rilevante al mondo dal punto di vista musicale), i due devono fare i conti con la costante richiesta da parte del mercato, e decidono così di tornare in America per rimettersi in gioco continuando a scrivere.
È questo il destino che tesserà le sorti di tutta la loro carriera: una montagna russa fatta di alti e bassi musicali, di hit mondiali e sperimentazioni molto meno conosciute. Una montagna russa, proprio come il nome del primo film, Rollercoaster - Il grande brivido (1977), a cui partecipano interpretando loro stessi, esibendosi su un palco. Il film è stato definito da Ron stesso come “The Citizen Kane of disaster of movies”, in quanto nessuno andò a vederlo al cinema.
Il loro rapporto con il cinema, tuttavia, non si conclude con questa breve esperienza. Soprattutto non è questa la loro “prima volta” con la Settima Arte.
When you're a French director, it seems la vie est belle
Women say "oui," they long to be, top of the bill, oh well
Così recita la loro canzone When you're a French director che racchiude, in chiave ironica, tutta la loro ammirazione per la Nouvelle Vague.
I’ve always admired French directors like Godard that were kind of rebellious against the whole system and the whole idea even of what cinema was, that they were almost slightly standing outside of filmmaking while they were making a film. It was kind of inspirational to us. (Ron)
Russell stesso sognava di diventare un regista seguendo le orme dei registi francesi. Prova così a girare il suo corto da studente Très sérieux, in cui si prende gioco di quei film da lui tanto amati.
Negli anni ‘70, dopo il successo oltreoceano, incontrano uno dei loro autori preferiti, Jacques Tati, il quale al tempo stava cercando di espandere il proprio pubblico e attirare i giovani. In qualche modo, pensava che entrando in contatto con una band popolare avrebbe ampliato il fascino rivolto verso i suoi film. Purtroppo la sua saluta cagionevole non gli permette di portare a termine questa collaborazione che sfuma così prima ancora di cominciare. Nel ‘79 pubblicano la canzone La dolce vita, chiaro omaggio al film di Federico Fellini, mentre, sette anni dopo, nell’ ‘86 rilasciano il loro quattordicesimo album in studio: Music That You Can Dance To, la cui canzone dall'omonimo titolo viene utilizzata come colonna sonora per il film BMX, Rad.
Attraverso le copertine dei loro album, cercano, fin dall’inizio della carriera, di raccontare per immagini storie umoristiche e di forte impatto; una sorta di La jetée musicale, come ad esempio la copertina di Propaganda, dove viene raccontata la storia del loro ipotetico rapimento. Tuttavia, è solo verso la fine degli anni ‘80 che la loro passione per il cinema si concretizza in un progetto a cui dedicano 6 anni, ovvero Mai, the Psychic Girl: un musical basato sul manga giapponese dallo stesso titolo. Il film, scritto dai due fratelli, attira fin da subito l’attenzione del regista Tim Burton, il quale era in procinto di iniziarne la produzione nel 1992, per poi mettere da parte la pellicola e dedicarsi ad altri progetti con un budget più grande, tra cui The Nightmare Before Christmas.
Quel periodo trascorso lontano dalla scena musicale e il fallimento dell’opera su cui avevano improntato tutto il loro lavoro non li scoraggia, e così, per tutti gli anni ‘90 si immergono completamente nella produzione di nuovi singoli, accompagnati da eccentrici video musicali che ricalcano il cinema classico americano della Golden Age.
Dopo un lungo tour in giro per il mondo, nel 2009 pubblicano il loro ventiduesimo album. Un’opera unica nel suo genere, intitolata The Seduction of Ingmar Bergman. Ron e Russell si domandano, infatti, che cosa sarebbe successo se il regista svedese fosse stato attirato ad Hollywood con la promessa di grandi budget e donne. Nasce così una rock opera trasmessa prima dalla radio nazionale svedese e poi trasformata in performance teatrale durante il L.A. Film Festival.
Nel 2012, a Cannes, fanno l’incontro con il regista francese Leos Carax, che cambierà le loro carriere. I tre parlano di un soggetto scritto dai due fratelli, Annette, un musical attinente al contesto contemporaneo dalla fama e dello star business. Spendono così 8 anni a scrivere la sceneggiatura e le canzoni originali, "So May We Start", "We Love Each Other So Much", “The Abyss” ecc., che più che canzoni nel loro senso classico del termine si presentano come veri e propri “dialoghi ritmici”. Carax costruisce personaggi dal forte spessore emotivo e psicologico, riservando l’esteriorizzazione della loro interiorità alle musiche degli Sparks. Da un lato Annette si presenta quindi come una critica rivolta ai media intolleranti nei confronti di chi non rientra nella norma imposta da etichette sociali, spettacolarizzando le azioni inconsapevoli di individui fragili o minori. Inoltre racconta una tragica e straziante storia d’amore sviluppata attraverso una musica interiore che dà sfogo al nostro sentire più profondo.
L’incessabile sperimentare è chiaro essere, quindi, un elemento fondante della natura e delle produzioni degli Sparks. Costanza e determinazione li hanno portati ad essere una delle pochissime band al mondo a non tornare mai sui propri passi, permettendo invece loro di rimboccarsi le maniche per creare qualcosa di sempre nuovo ed unico, reinventarsi ogni volta, ad ogni album. Tutto ciò, insieme alla loro capacità di conciliare più forme artistiche, in particolare musica e cinema, ha reso gli Sparks, nella completa ombra mediatica, un grande esempio per tutti i musicisti internazionali, assicurandogli un posto d’onore nei libri di storia della musica, e perché no, anche del cinema.
PS: all’inizio di quest’anno, durante il Sundance Film Festival, è stato presentato il documentario di Edgar Wright dal titolo The Sparks Brothers uscito nelle sale lo scorso agosto, in cui viene raccontata dagli Sparks stessi e da tutti coloro che li hanno accompagnati durante la carriera, quello che è stato il loro percorso musicale fino ad oggi. Un film che vi consigliamo, se siete ancora curiosi di conoscere meglio questa band statunitense.