NC-08
16.05.2020
A inizio Marzo, la macchina produttiva dell’industria cinematografica italiana ha dovuto affrontare un’importante crisi che ha messo in ginocchio migliaia di lavoratori. Tutte le figure che lavorano sul set hanno dovuto bloccare le loro attività dal giorno alla notte, ritrovandosi senza coperture finanziarie. C’è chi però, da quel giorno, ha pensato bene di sfruttare l’onda di improduttività per rimboccarsi le maniche e confezionare prodotti che non ci saremmo aspettati di vedere durante questo periodo. Registi, famosi e non, produttori e sceneggiatori, che hanno voluto puntare su piccoli o grandi film di finzione girati al meglio delle proprie possibilità.
Claudio Di Biagio, prima youtuber e poi regista di Freaks! e Vittima degli eventi, ha da poco annunciato sul suo profilo Instagram l’intento di girare un corto (presto online), tra le mura della sua casa, basato sull’idea dei viaggi del tempo: Quaran-Time. Operando e comunicando a distanza con i vari reparti, grazie a Skype, sta girando, con un semplice Iphone e una lente anamorfica, quello che potrebbe essere il punto di partenza per la sua rinascita autoriale.
Il giorno e la notte è invece il film girato a distanza da Daniele Vicari, il quale, raccontando le storie di tre diverse coppie, ha cercato di “reagire creativamente alla paura, non per 'raccontare il Coronavirus' ma quella condizione di isolamento e restrizione che ha caratterizzato gli ultimi due mesi della nostra vita”. Inviati i kit di ripresa agli attori, i quali vengono diretti a distanza da Vicari, il film viene girato in base alle regole dello smart-working, cercando di “tradurre artisticamente questo momento condiviso con i miei principali collaboratori”.
Per quanto riguarda le produzioni di giovani registi emergenti, i più attrezzati per continuare ad essere operativi durante l’emergenza, essendo già in una situazione di guerriglia, troviamo invece alcuni nomi che speriamo possano foggiare il cinema italiano del futuro.
Gianluca Manzetti, Ariens Damsi e Armando Trotta sono rispettivamente regista, produttore e sceneggiatore di un corto dal titolo FEIC - ovvero Fonti Eminenti Inconfutabili Confermano che uscirà a fine mese. Il film, nato da un’idea di Damsi, ha l’obiettivo di spingere lo spettatore “a riflettere sull’importanza del pensiero critico e della corretta informazione”. In un mondo in cui ormai l’informazione passa principalmente attraverso i media digitali, dove tutti possono dare voce ai propri pensieri “per sentirsi vivi, attivi, per una volta più intelligenti degli altri”, in cui le fake news dilagano e le democrazie sono messe alle strette da propagande illusorie, questi giovani artisti puntano ad aprire gli occhi e a “convertire anche uno soltanto di questi adorabili creduloni”.
Memory of a solo diary è invece la raccolta di immagini evocative creata da un giovanissimo regista: Bruno Raciti. Il corto, che racconta la solitudine e la lotta contro se stessi in un periodo in cui “nessuno mi sente, nessuno mi vede”, farà parte di un lungometraggio collettivo del regista francese Rock Brenner. “Quarantaines” è un raduno di registi semi e non professionisti provenienti da tutto il mondo: Julia Patey (Germany), Jean-Marie Villeneuve (France), Giorgos Efthimiou (Greece), Jacob Reynolds (USA), Rafael Cherkaski (France), Gauthier Humbert (France) e Ali Derimel (Germany). Il progetto, infatti, nasce non solo dalla volontà di fornire un’ampia panoramica sul contenimento attuale, ma ha origine dal desiderio pregresso di Brenner di dare spazio e voce a chi difficilmente riesce a farsi strada nell'industria cinematografica. Ogni regista, quindi, senza alcun finanziamento “è libero di scegliere il genere, il tono e la forma del proprio progetto, senza essere obbligato a menzionare l’epidemia”. Il film uscirà entro fine anno sulla piattaforma francese SVOD Outbuster, famosa per dare visibilità ai quei film di qualità, provenienti da ogni parte del mondo, che non hanno avuto una vita promozionale e non sono stati proiettati in sala.
Questi sono solo alcuni delle centinaia di corti creati e sviluppati in questo periodo di standby produttivo. Viene quindi da chiedersi se questo intervallo di tempo contribuirà a un cambiamento creativo per il cinema futuro, oppure questa voglia di mettersi in gioco, non facendosi ostacolare dalle avversità e dalla mancanza di mezzi, morirà con la fine del lockdown.
Si avrà forse la fine di un’era fatta di “conoscenze” e tematiche viste e riviste, in cui invece la sperimentazione farà da pilastro portante. Una nuova generazione di autori sta dando voce alla propria creatività e questo non solo smuoverà il cinema italiano, ma sarà uno dei lasciti degni di nota per il cinema della quarantena.
Riprendendo le parole di Gianluca Manzetti “per evadere da un periodo così inedito e surreale la passione, la ragione di vita chiamata “cinema” anche questa volta ha fatto del bene a tutti”.
NC-08
16.05.2020
A inizio Marzo, la macchina produttiva dell’industria cinematografica italiana ha dovuto affrontare un’importante crisi che ha messo in ginocchio migliaia di lavoratori. Tutte le figure che lavorano sul set hanno dovuto bloccare le loro attività dal giorno alla notte, ritrovandosi senza coperture finanziarie. C’è chi però, da quel giorno, ha pensato bene di sfruttare l’onda di improduttività per rimboccarsi le maniche e confezionare prodotti che non ci saremmo aspettati di vedere durante questo periodo. Registi, famosi e non, produttori e sceneggiatori, che hanno voluto puntare su piccoli o grandi film di finzione girati al meglio delle proprie possibilità.
Claudio Di Biagio, prima youtuber e poi regista di Freaks! e Vittima degli eventi, ha da poco annunciato sul suo profilo Instagram l’intento di girare un corto (presto online), tra le mura della sua casa, basato sull’idea dei viaggi del tempo: Quaran-Time. Operando e comunicando a distanza con i vari reparti, grazie a Skype, sta girando, con un semplice Iphone e una lente anamorfica, quello che potrebbe essere il punto di partenza per la sua rinascita autoriale.
Il giorno e la notte è invece il film girato a distanza da Daniele Vicari, il quale, raccontando le storie di tre diverse coppie, ha cercato di “reagire creativamente alla paura, non per 'raccontare il Coronavirus' ma quella condizione di isolamento e restrizione che ha caratterizzato gli ultimi due mesi della nostra vita”. Inviati i kit di ripresa agli attori, i quali vengono diretti a distanza da Vicari, il film viene girato in base alle regole dello smart-working, cercando di “tradurre artisticamente questo momento condiviso con i miei principali collaboratori”.
Per quanto riguarda le produzioni di giovani registi emergenti, i più attrezzati per continuare ad essere operativi durante l’emergenza, essendo già in una situazione di guerriglia, troviamo invece alcuni nomi che speriamo possano foggiare il cinema italiano del futuro.
Gianluca Manzetti, Ariens Damsi e Armando Trotta sono rispettivamente regista, produttore e sceneggiatore di un corto dal titolo FEIC - ovvero Fonti Eminenti Inconfutabili Confermano che uscirà a fine mese. Il film, nato da un’idea di Damsi, ha l’obiettivo di spingere lo spettatore “a riflettere sull’importanza del pensiero critico e della corretta informazione”. In un mondo in cui ormai l’informazione passa principalmente attraverso i media digitali, dove tutti possono dare voce ai propri pensieri “per sentirsi vivi, attivi, per una volta più intelligenti degli altri”, in cui le fake news dilagano e le democrazie sono messe alle strette da propagande illusorie, questi giovani artisti puntano ad aprire gli occhi e a “convertire anche uno soltanto di questi adorabili creduloni”.
Memory of a solo diary è invece la raccolta di immagini evocative creata da un giovanissimo regista: Bruno Raciti. Il corto, che racconta la solitudine e la lotta contro se stessi in un periodo in cui “nessuno mi sente, nessuno mi vede”, farà parte di un lungometraggio collettivo del regista francese Rock Brenner. “Quarantaines” è un raduno di registi semi e non professionisti provenienti da tutto il mondo: Julia Patey (Germany), Jean-Marie Villeneuve (France), Giorgos Efthimiou (Greece), Jacob Reynolds (USA), Rafael Cherkaski (France), Gauthier Humbert (France) e Ali Derimel (Germany). Il progetto, infatti, nasce non solo dalla volontà di fornire un’ampia panoramica sul contenimento attuale, ma ha origine dal desiderio pregresso di Brenner di dare spazio e voce a chi difficilmente riesce a farsi strada nell'industria cinematografica. Ogni regista, quindi, senza alcun finanziamento “è libero di scegliere il genere, il tono e la forma del proprio progetto, senza essere obbligato a menzionare l’epidemia”. Il film uscirà entro fine anno sulla piattaforma francese SVOD Outbuster, famosa per dare visibilità ai quei film di qualità, provenienti da ogni parte del mondo, che non hanno avuto una vita promozionale e non sono stati proiettati in sala.
Questi sono solo alcuni delle centinaia di corti creati e sviluppati in questo periodo di standby produttivo. Viene quindi da chiedersi se questo intervallo di tempo contribuirà a un cambiamento creativo per il cinema futuro, oppure questa voglia di mettersi in gioco, non facendosi ostacolare dalle avversità e dalla mancanza di mezzi, morirà con la fine del lockdown.
Si avrà forse la fine di un’era fatta di “conoscenze” e tematiche viste e riviste, in cui invece la sperimentazione farà da pilastro portante. Una nuova generazione di autori sta dando voce alla propria creatività e questo non solo smuoverà il cinema italiano, ma sarà uno dei lasciti degni di nota per il cinema della quarantena.
Riprendendo le parole di Gianluca Manzetti “per evadere da un periodo così inedito e surreale la passione, la ragione di vita chiamata “cinema” anche questa volta ha fatto del bene a tutti”.