NC-68
30.10.2021
Halloween si avvicina a grandi e inquietanti passi. In onore alla notte più spaventosa dell’anno abbiamo pensato ad alcuni film, più o meno riusciti, che presentano al loro interno momenti di pura comicità involontaria. Cosa accade quando quello che dovrebbe essere un film del terrore regala inaspettati attimi di ilarità? Ecco a voi cinque esempi (più uno) che confermano la regola aurea del genere: non esiste commedia più divertente di un horror che non fa paura.
The Visit, di M. Night Shyamalan (2015)
Spesso lo stile di Shyamalan connette horror e commedia, tensione e leggerezza, ma in una specifica scena di questo suo cult del 2015 il mancato equilibrio fra le due componenti rischia di spiazzare lo spettatore. In teoria infatti quest’ultimo dovrebbe trovarsi in una situazione di forte ansia, eppure la risata è sempre dietro l’angolo. La nonna e il nipote protagonisti della storia si trovano faccia a faccia al tavolo quando lei, incurante delle lacrime di paura del ragazzino, lancia dei dadi per giocare a Yahtzee!, popolare gioco di strategia. Dato che il lancio è ottimo, la donna guarda dritto in camera e urla il nome del gioco a squarciagola. Cringissimo, si direbbe oggi. E noi ci accodiamo.
Babadook, di Jennifer Kent (2014)
Why can’t you just be normal?! Così si rivolge al figlio un'esasperata Essie Davis dopo che in nessun modo è riuscita a farlo smettere di urlare sul sedile posteriore della sua auto in corsa. Pur essendo il film un’analisi ben congegnata della crisi che la psiche di una madre si può trovare ad affrontare, un’esternazione così esagerata e improvvisa assomiglia troppo alla parodia di un mental breakdown per essere preso sul serio. Più che rappresentare l’apice della paura, questo momento è finito per diventare una gigantesca fucina di meme e un valido sostegno, purtroppo, per chi vuole farsi beffe del film.
Hostel: Part III, di Scott Spiegel (2011)
Il terzo ed ultimo capitolo della fortunata saga torture porn ideata da Eli Roth non è certo entrato nella storia per la qualità della trama o per le sue idee originali. Parlare di una scena in particolare sarebbe riduttivo per un capolavoro trash come questo. Vi basti sapere che gran parte delle uccisioni iniziali, truculente come al solito nella saga, sono dovute al tentativo di un ragazzo di conquistare l’amata che non lo ricambia. Quale modo migliore di farla innamorare, tra trapani e accoltellamenti? Forse tali tecniche di rimorchio sono l’ultima frontiera del maschio alfa in azione, ma questa scelta di sceneggiatura lascia il pubblico sospeso tra incredulità e grasse risate.
Get Out, di Jordan Peele (2017)
Nonostante si stia parlando di una pellicola certamente degna di nota e ben riuscita al punto da meritare un Oscar alla sceneggiatura, non potevamo farci mancare un piccolo appunto saltato all’occhio di numerosi cinefili internettari. Quando il protagonista si trova di notte all’esterno della casa dei suoceri, si imbatte improvvisamente nel loro giardiniere che corre in tondo nel cortile, cambiando spesso direzione senza mai fermarsi e con lo sguardo perso in un’espressione catatonica. A metà fra un pomeriggio in palestra finito male e un po’ di spiritismo applicato al jogging; difficile che ciò non strappi almeno un sorriso.
The Amityville Horror, di Andrew Douglas (2005)
Il discutibilissimo remake della leggendaria pellicola del 1979 che diede inizio ad una saga tra le più famose del genere, contiene una breve scena dove una suora, alla guida di un’auto, viene di colpo invasa da una presenza ultramondana. La donna, urlando in maniera scomposta e poco credibile anche per i dettami della tipica possessione, si ferma e inizia a vomitare a bordo strada, come se ciò bastasse ad espellere il demonio o come se la Bestia in persona le avesse causato un mal d’auto soprannaturale. Anche questa scena è ovviamente diventata matrice di meme e GIF esilaranti.
Bonus finale o Easter (Halloween) egg:
Hereditary, di Ari Aster (2018)
Peter piange spesso. Se avete visto il film lo sapete bene e starete giustamente pensando che ne ha ben donde. Eppure questa reazione, tutto sommato credibile nell’atmosfera ansiogena della storia narrata, ha destato curiosità e critiche da parte di molti appassionati. Pensate che ci sono addirittura intere compilation su YouTube composte solamente di scene in cui il giovane sfortunato protagonista piange e discussioni su Reddit in cui si discute della sua performance attoriale.
NC-68
30.10.2021
Halloween si avvicina a grandi e inquietanti passi. In onore alla notte più spaventosa dell’anno abbiamo pensato ad alcuni film, più o meno riusciti, che presentano al loro interno momenti di pura comicità involontaria. Cosa accade quando quello che dovrebbe essere un film del terrore regala inaspettati attimi di ilarità? Ecco a voi cinque esempi (più uno) che confermano la regola aurea del genere: non esiste commedia più divertente di un horror che non fa paura.
The Visit, di M. Night Shyamalan (2015)
Spesso lo stile di Shyamalan connette horror e commedia, tensione e leggerezza, ma in una specifica scena di questo suo cult del 2015 il mancato equilibrio fra le due componenti rischia di spiazzare lo spettatore. In teoria infatti quest’ultimo dovrebbe trovarsi in una situazione di forte ansia, eppure la risata è sempre dietro l’angolo. La nonna e il nipote protagonisti della storia si trovano faccia a faccia al tavolo quando lei, incurante delle lacrime di paura del ragazzino, lancia dei dadi per giocare a Yahtzee!, popolare gioco di strategia. Dato che il lancio è ottimo, la donna guarda dritto in camera e urla il nome del gioco a squarciagola. Cringissimo, si direbbe oggi. E noi ci accodiamo.
Babadook, di Jennifer Kent (2014)
Why can’t you just be normal?! Così si rivolge al figlio una esasperata Essie Davis dopo che in nessun modo è riuscita a farlo smettere di urlare sul sedile posteriore della loro auto in corsa. Il film è un’analisi ben congegnata della crisi che la psiche di una madre si può trovare ad affrontare, eppure un’esternazione così esagerata e improvvisa assomiglia troppo alla parodia di un mental breakdown per essere preso sul serio. Più che rappresentare l’apice della paura, questo momento è finito per diventare una gigantesca fucina di meme e un valido sostegno, purtroppo, per chi vuole farsi beffe del film.
Hostel: Part III, di Scott Spiegel (2011)
Il terzo ed ultimo capitolo della fortunata saga torture porn ideata da Eli Roth non è certo entrato nella storia per la qualità della trama o per le sue idee originali. Parlare di una scena in particolare sarebbe riduttivo per un capolavoro trash come questo. Vi basti sapere che gran parte delle uccisioni iniziali, truculente come di consueto nella saga, sono dovute al tentativo di un ragazzo di conquistare l’amata che non lo ricambia. Quale modo migliore di farla innamorare, tra trapani e accoltellamenti? Forse tali tecniche di rimorchio sono l’ultima frontiera del maschio alfa in azione, ma questa scelta di sceneggiatura lascia il pubblico sospeso tra incredulità e grasse risate.
Get Out, di Jordan Peele (2017)
Nonostante si stia parlando di una pellicola certamente degna di nota e ben riuscita al punto da meritare un Oscar alla sceneggiatura, non potevamo farci mancare un piccolo appunto saltato all’occhio di numerosi cinefili internettari. Quando il protagonista si trova di notte all’esterno della casa dei suoceri, si imbatte improvvisamente nel loro giardiniere che corre in tondo nel cortile, cambiando spesso direzione senza mai fermarsi e con lo sguardo perso in un’espressione catatonica. A metà fra un pomeriggio in palestra finito male e un po’ di spiritismo applicato al jogging, difficile che ciò non strappi almeno un sorriso.
The Amityville Horror, di Andrew Douglas (2005)
Il discutibilissimo remake della leggendaria pellicola del 1979 che diede inizio ad una saga tra le più famose del genere, contiene una breve scena dove una suora, alla guida di un’auto, viene di colpo invasa da una presenza ultramondana. La donna, urlando in maniera scomposta e poco credibile anche per i dettami della tipica possessione, si ferma e inizia a vomitare a bordo strada, come se ciò bastasse ad espellere il demonio o come se la Bestia in persona le avesse causato un mal d’auto soprannaturale. Anche questa scena è ovviamente diventata matrice di meme e GIF esilaranti.
Bonus finale o Easter (Halloween) egg:
Hereditary, di Ari Aster (2018)
Peter piange spesso. Se avete visto il film lo sapete bene e starete giustamente pensando che ne ha ben donde. Eppure questa reazione, tutto sommato credibile nell’atmosfera ansiogena della storia narrata, ha destato curiosità e critiche da parte di molti appassionati. Pensate che ci sono addirittura intere compilation su YouTube composte solamente di scene in cui il giovane sfortunato protagonista piange e discussioni su Reddit in cui si discute della sua performance attoriale.