NC-12
25.05.2020
È indubbio che nelle condizioni odierne di confinamento e distanziamento fisico la fruizione dei prodotti audiovisivi sia migrata forzosamente e totalmente sulle piattaforme di streaming online. Il processo che stava portando gli spettatori fuori dalle sale era in realtà in atto da tempo, ma ciò che ora spaventa sono la velocità e la portata sempre crescenti di questo processo.
La polemica sorta tra Universal Pictures e AMC Theatres, la catena di cinema più grande al mondo proprietaria di sale cinematografiche sia negli Stati Uniti che in Europa, ne è un esempio. La questione riguarda la distribuzione del film d’animazione Trolls World Tour, prodotto da Universal Pictures, direttamente sulle piattaforme SVOD e quindi senza passare per una distribuzione nelle sale.
Il test della Universal in sostanza è stato positivo: Trolls World Tour ha guadagnato 95 milioni di dollari in tre settimane, l’equivalente del precedente Trolls (2016) che però raggiunse questa somma in 5 mesi con la tradizionale distribuzione nelle sale. La reazione dell’amministratore delegato di AMC Adam Aron è stata rigida: ha infatti annunciato di aver chiuso i rapporti con la Universal e assicurato che i cinema del suo circuito non proietteranno più loro film. AMC è proprietaria di molte sale anche in Europa, in particolare tramite la proprietà di UCI Cinemas che in Italia è il primo operatore nel campo della gestione dei multisala, presente in 47 città con quasi 500 sale e con più di 100.000 posti a sedere. Niente più produzioni Universal in queste sale?
Ma nel 2019 era la stessa AMC ad essersi già dotata di una piattaforma online ed era lo stesso AD della catena Adam Aron ad ammettere che il mercato della sala era maturo e che ora “le potenzialità di crescita sono nel digitale”. Il problema, forse, non è dunque la sola distribuzione nelle sale del prodotto audiovisivo.
In Italia è stato creato un “fondo di emergenza” per il sostegno di operatori, autori, artisti, interpreti ed esecutori del settore dello spettacolo che rientra nei 130 milioni di euro stanziati dal governo per il cinema, l’audiovisivo e lo spettacolo dal vivo. Altri 10 milioni di euro verranno utilizzati per la realizzazione di una piattaforma digitale a pagamento per la fruizione del patrimonio culturale italiano online, definita dal Ministro Dario Franceschini “una Netflix della cultura italiana”. Anche gli esercenti delle sale cinematografiche, insieme ai distributori, hanno creato delle piattaforme dove è possibile visionare i film in streaming. Sia MioCinema che l’iniziativa #Iorestoinsala, quest’ultima online dal 26 Maggio, si appoggiano alle infrastrutture del sito MYmovies.
C’è da dire che tutte queste iniziative nascono da una profonda incertezza sul futuro della fruizione nelle sale; per ora in Italia il 15 Giugno riapriranno musei, teatri e anche i cinema, ma è c’è ancora incertezza sulla loro reale sostenibilità.
D’altronde l’esperienza delle riaperture dei cinema in Cina e della loro chiusura nel giro di un fine settimana, come della media degli spettatori nelle sale, non sono state per nulla incoraggianti. Segnali ottimistici provengono invece dal Giappone, dove alcune sale sono già state riaperte al pubblico, e dalle indicazioni dei governi sulla possibilità di tornare nelle sale in tutto il continente europeo entro la metà di Giugno.
Sicuramente la preoccupazione degli esercenti sta nell’apertura incondizionata all’home entertainment come testimonia la lettera degli esercenti francesi al ministro della cultura e il commento sulla vicenda Universal/AMC dell’UNIC, ma allo stesso tempo anche per l’atteggiamento ambiguo dei governi statali che aprono a una possibile riformulazione del sistema delle finestre, che sia in Italia che in Francia era stato pensato per proteggere la distribuzione nelle sale dall’assalto di grandi piattaforme proprietarie come Netflix e Amazon.
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25.05.2020
È indubbio che nelle condizioni odierne di confinamento e distanziamento fisico la fruizione dei prodotti audiovisivi sia migrata forzosamente e totalmente sulle piattaforme di streaming online. Il processo che stava portando gli spettatori fuori dalle sale era in realtà in atto da tempo, ma ciò che ora spaventa sono la velocità e la portata sempre crescenti di questo processo.
La polemica sorta tra Universal Pictures e AMC Theatres, la catena di cinema più grande al mondo proprietaria di sale cinematografiche sia negli Stati Uniti che in Europa, ne è un esempio. La questione riguarda la distribuzione del film d’animazione Trolls World Tour, prodotto da Universal Pictures, direttamente sulle piattaforme SVOD e quindi senza passare per una distribuzione nelle sale.
Il test della Universal in sostanza è stato positivo: Trolls World Tour ha guadagnato 95 milioni di dollari in tre settimane, l’equivalente del precedente Trolls (2016) che però raggiunse questa somma in 5 mesi con la tradizionale distribuzione nelle sale. La reazione dell’amministratore delegato di AMC Adam Aron è stata rigida: ha infatti annunciato di aver chiuso i rapporti con la Universal e assicurato che i cinema del suo circuito non proietteranno più loro film. AMC è proprietaria di molte sale anche in Europa, in particolare tramite la proprietà di UCI Cinemas che in Italia è il primo operatore nel campo della gestione dei multisala, presente in 47 città con quasi 500 sale e con più di 100.000 posti a sedere. Niente più produzioni Universal in queste sale?
Ma nel 2019 era la stessa AMC ad essersi già dotata di una piattaforma online ed era lo stesso AD della catena Adam Aron ad ammettere che il mercato della sala era maturo e che ora “le potenzialità di crescita sono nel digitale”. Il problema, forse, non è dunque la sola distribuzione nelle sale del prodotto audiovisivo.
In Italia è stato creato un “fondo di emergenza” per il sostegno di operatori, autori, artisti, interpreti ed esecutori del settore dello spettacolo che rientra nei 130 milioni di euro stanziati dal governo per il cinema, l’audiovisivo e lo spettacolo dal vivo. Altri 10 milioni di euro verranno utilizzati per la realizzazione di una piattaforma digitale a pagamento per la fruizione del patrimonio culturale italiano online, definita dal Ministro Dario Franceschini “una Netflix della cultura italiana”. Anche gli esercenti delle sale cinematografiche, insieme ai distributori, hanno creato delle piattaforme dove è possibile visionare i film in streaming. Sia MioCinema che l’iniziativa #Iorestoinsala, quest’ultima online dal 26 Maggio, si appoggiano alle infrastrutture del sito MYmovies.
C’è da dire che tutte queste iniziative nascono da una profonda incertezza sul futuro della fruizione nelle sale; per ora in Italia il 15 Giugno riapriranno musei, teatri e anche i cinema, ma è c’è ancora incertezza sulla loro reale sostenibilità.
D’altronde l’esperienza delle riaperture dei cinema in Cina e della loro chiusura nel giro di un fine settimana, come della media degli spettatori nelle sale, non sono state per nulla incoraggianti. Segnali ottimistici provengono invece dal Giappone, dove alcune sale sono già state riaperte al pubblico, e dalle indicazioni dei governi sulla possibilità di tornare nelle sale in tutto il continente europeo entro la metà di Giugno.
Sicuramente la preoccupazione degli esercenti sta nell’apertura incondizionata all’home entertainment come testimonia la lettera degli esercenti francesi al ministro della cultura e il commento sulla vicenda Universal/AMC dell’UNIC, ma allo stesso tempo anche per l’atteggiamento ambiguo dei governi statali che aprono a una possibile riformulazione del sistema delle finestre, che sia in Italia che in Francia era stato pensato per proteggere la distribuzione nelle sale dall’assalto di grandi piattaforme proprietarie come Netflix e Amazon.