NC-192
03.03.2024
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Marzo, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese, appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
3 marzo. A Beautiful Mind (2001), di Ron Howard
Per iniziare la nostra selezione abbiamo pensato a Ron Howard, che in questo mese compie gli anni… e nel 2024 ne festeggia addirittura settanta! Quindi, per fare gli auguri a uno dei principali registi statunitensi degli ultimi quarant’anni, vi suggeriamo il film che lo ha consacrato agli Oscar. La tormentata (e romanzata) storia di John Nash, matematico premio Nobel per l’economia nel 1994, assume grazie a Howard dei toni da thriller e da melodramma di alta fattura. Un compassionevole Russell Crowe, che dimostra perfettamente di saper imbracciare un ruolo a cui non era affatto abituato, ci accompagna piacevolmente attraverso i periodi più bui di un genio incompreso, che ha sfidato il mondo e ne è uscito a testa alta. Forse la retorica della malattia è qui un po’ invecchiata, ma certamente persiste invariato il fascino del racconto howardiano e di un mito tutto americano, che ormai non è più così duro a morire. Realtà e immaginazione tornano a miscelarsi in un perfetto equilibrio, riconfermando ancora una volta la splendida magia a cui il cinematografo ci ha abituato fin dalle origini. Sta a noi scegliere in quale dimensione stare.
Disponibile su Netflix e Amazon Prime Video e noleggiabile su Tim Vision, Google Play Film, Chili, You Tube, Apple TV .
5 marzo. Morte a Venezia (1972), di Luchino Visconti
Ad un primo momento il cinque marzo è una data che non dice proprio nulla, se non fosse che, proprio in questo fatidico giorno, nel 1972, usciva Morte a Venezia di Luchino Visconti. Forse uno degli adattamenti più filologici, e contemporaneamente uno dei più struggenti, personali. Thomas Mann, se avesse potuto ammirare l’omaggio di uno dei Miti del nostro Cinema, non avrebbe trovato che sottigliezze da evidenziare. Tutta la maestria dello sguardo di Visconti palesa quel gioco, quella nevrotica e opprimente opposizione che divide August Von Aschenbach dalla società borghese a cui lui stesso appartiene, e la cui più pura e maledetta espressione risiede negli sguardi di Tadzio, bellezza impossibile, straziante miraggio. Il dilemma artistico del premio Nobel tedesco si traduce qui in una riproposizione squisitamente letteraria di un dilemma sociale, che Visconti aveva già mostrato arditamente ne Il Gattopardo. Di questo splendido adattamento vi resterà impressa ogni campitura di realtà, il cui tramonto è tristemente vicino.
Disponibile su Tim Vision e noleggiabile su Amazon Prime Video.
7 marzo. Spring Breakers (2012), di Harmony Korine
In questo giorno di dodici anni fa usciva nelle sale italiane un gioiello ingiustamente trascurato. Noi siamo fermamente convinti che non ci sia modo migliore di entrare nel mood primaverile se non attraversando una soglia, sia fisica che spirituale. Questo capolavoro di Harmony Korine è proprio quel rituale iniziatico di cui stiamo parlando, che sfibra i sensi e cancella ogni traccia del tempo. Nostalgia indie e trapasso estatico sono qui un’unica formula: così una semplice festa studentesca, lo spring break, diventa di colpo la primavera della vita. Dunque a marzo, mentre la Natura rinasce, l’insostenibile pesantezza del vivere va in letargo; tutto il peso dell’ordinario sarà soltanto un fertile ricordo. Ma la via del Sé è un puzzle intricato, di cui spesso ci mancano i pezzi. Le indicazioni da seguire arrivano solo dopo aver fatto esperienza del mondo, così come non c’è un dio senza che un essere umano abbia prima lottato strenuamente per ritrovarsi. E ritrovarsi significa perdersi, credere significa vivere. Quattro amiche, un alieno e poche speranze: in California non si va per sfidare il proprio destino, ma per riprenderselo. Lo Spring Break è per sempre.
Disponibile su Chili e noleggiabile su You Tube, Google Play Film e Apple TV.
8 marzo. Erin Brockovich (2000), di Steven Soderbergh
L’8 marzo è uno dei giorni più importanti dell’anno, ed è giusto, anzi doveroso, dedicare le nostre energie a dei temi che dovrebbero essere quotidiani e non parte di una ricorrenza isolata. Le storie di donne che potrebbero ispirarci sono infinite, e doverne scegliere una non è affatto semplice. Perciò abbiamo deciso di andare sul sicuro selezionando uno dei lavori più celebri del maestro Steven Soderbergh. La verità è Donna, e tutta la sua forza deriva dal voler essere sempre e indiscutibilmente se stessa. Erin Brockovich è la storia (vera) di una self-made woman, che dopo più di vent’anni rimane ancora attuale, potente come l’immensa apprensione di Julia Roberts in uno dei suoi ruoli migliori. A valorizzarla ci pensa la regia semplice e inscalfibile di un colosso contemporaneo, capace di dare voce agli umili e, soprattutto, di capirli. È dunque molto importante ribadirlo fino allo sfinimento: qui non si tratta solo di un film d’inchiesta, ma anche e soprattutto della testimonianza di una donna che gioca tutte le sue carte per dare un calcio alla burocrazia e alla società; di una donna che è anche la voce di tutte le altre. Farsi strada in questo mondo, purtroppo, non è facile. Ma se c’è la voglia di lottare, allora la fortuna non tarderà ad arrivare.
Disponibile su Now TV e noleggiabile su Amazon Prime Video, You Tube, Google Play Film e Apple TV.
9 marzo. Tre colori: Film Blu (1993), di Krzysztof Kieślowski
Quest’anno bisogna assolutamente festeggiare Juliette Binoche, una delle più grandi attrici francesi della storia del cinema. Per celebrare i suoi sessant’anni, vi suggeriamo uno dei tanti titoli che hanno contribuito a immortalarla nei cuori di tutti i cinefili: Film Blu, del leggendario regista polacco Krzysztof Kieślowski. La pellicola è la prima di una trilogia dedicata ai colori della bandiera francese, dove il blu rappresenta la Libertà. Si tratta di un concetto molto complesso, che deve inevitabilmente fare i conti con il Caso e con tutto il peso di un trascorso emotivo inestirpabile. Il passato, seppur tormentato, può anche mutare nelle sembianze di un incontro fortuito, capace di riaccendere la miccia della speranza. Così come in altri film, Kieślowski ci fa innamorare dei suoi inimitabili primi piani, raccogliendo nel volto della splendida Juliette tutto il dolore di una donna che non riesce a ricominciare da zero. Se Bazin parlava di immagini-fatto per i lavori del neorealismo italiano, qui si potrebbe invece parlare di immagini-tracce, spettri concreti della memoria, che risorgono imprevedibilmente in tutta la loro carica significante. Abbiamo a che fare con un cinema sinestesico, tanto immersivo quanto lo sarebbe oggi la realtà virtuale. Ma queste poche righe non saranno mai abbastanza per spiegarvelo adeguatamente. Correte a vederlo!
Disponibile su Raro Video e noleggiabile su You Tube, Google Play Film, Amazon Prime Video e Apple TV.
15 marzo. Fed Up (2014), di Stephanie Soechtig
Forse non tutti sanno che il quindici marzo ha una doppia ricorrenza: è infatti sia la Giornata Mondiale dei Disturbi del Comportamento Alimentare, sia la Giornata Mondiale dei Diritti dei Consumatori. Un’associazione certamente equivoca, ma significativa, che focalizza l’attenzione su dinamiche solo apparentemente distanti. Nutrizione e consumo sono infatti interrelati non solo fisiologicamente, ma anche moralmente. È una linea molto sottile quella che divide le nostre abitudini alimentari dalle nostre preferenze consumistiche. E se è vero che la nostra civiltà è imbevuta di cultura nordamericana, allora non è affatto sbagliato ripartire da quest’ultima per scovare tutte quelle dinamiche globalizzanti, nocive ugualmente sia per noi che per loro. Ed è per questo che la redazione vi suggerisce un documentario che cerca di fare chiarezza andando oltre i luoghi comuni. Con il contributo di una pluralità di esperti e di persone direttamente interessate dal problema, Fed Up indaga da vicino la relazione tossica che sussiste tra i livelli crescenti di obesità giovanile e le occulte strategie di marketing delle grandi aziende alimentari. Eat less, exercise more? Nanny State? Oppure c’è dell’altro? Siate voi a prendere posizione.
Noleggiabile su Amazon Prime Video.
17 marzo. Viva l'Italia (1961), di Roberto Rossellini
Anche stavolta ci occupiamo di un giorno molto importante. Il 17 marzo del 1861 iniziava la lunga e travagliata storia politica della neonata nazione italiana. Dunque, ci sembrava opportuno commemorare un pezzo della nostra identità con il seguito ideale di Paisà (1946), ossia Viva l’Italia, del maestro Roberto Rossellini. Come nel suo antecedente capolavoro del ’46, anche qui ritroviamo la coralità e la fattualità di una vicenda che sembra riaccadere davanti ai nostri occhi come se fosse la prima volta. Non c’è alcuna retorica risorgimentale, ma soltanto la narrazione evenemenziale dei fatti nudi e crudi, che tentano di ricostruire la leggendaria Spedizione dei Mille. La forza di questo film, come in tutti i lavori trattati da Bazin nei suoi saggi, sta nell’intima relazione che si stabilisce tra le immagini e la coscienza dello spettatore, il cui spirito è l’unico discrimine che possa dare un fine e una coerenza al caos che animava la penisola in quegli anni. Rossellini ci fa respirare tutta l’incertezza che seguiva Garibaldi e i suoi fedeli, portandoci quasi a credere che le cose andranno diversamente da come ce le raccontano i libri di scuola. Viva l’Italia ci ricorda che la nostra Storia è fatta di gente comune, e che Garibaldi era soltanto un uomo che ha creduto nei suoi ideali.
Disponibile su CineAutore.
21 marzo. Primavera, estate, autunno, inverno…e ancora primavera (2003), di Kim Ki-duk
Per celebrare l’equinozio di primavera ci spostiamo in Corea del Sud, con uno dei film più noti del regista Kim Ki-Duk. Alla ciclicità del mondo noi abbiamo deciso di associare la ciclicità della vita, la cui più pura espressione è tutta contenuta in quest’opera, di cui non va perso un singolo frame. Così come noi compiamo un percorso attraverso le stagioni e le varie fasi dell’esistenza, così l’autore sudcoreano ci mostra la nostra stessa evoluzione spirituale, di purificazione da noi stessi, da un’intrinseca colpa che fin dall’infanzia ci corrompe. Come dice ad un certo punto il maestro del giovane protagonista: “Uccidere gli altri è facile, ma uccidere se stessi non è così facile.” Ed è proprio questo il motto che ci guida dalla nascita alla morte, poiché, come esseri umani, navighiamo nel mare delle passioni, che, per quanto pure esse siano, ci fanno naufragare, allontanandoci sempre di più dalla solida e razionale terra promessa. Citando un noto titolo di Tony Richardson, questo è un film di gioventù, amore e rabbia, di solidi pilastri a cui Kim Ki-Duk aggiunge tutta la poesia di cui solo un autore come lui può essere capace.
Disponibile su CG Collection.
24 marzo. Romanzo di un giovane povero (1995), di Ettore Scola
Tra pochi giorni si festeggeranno i sessant’anni di Isabella Ferrari. Le sue notabili interpretazioni sono molte, ma fra tutte abbiamo scelto quella che le ha consegnato la Coppa Volpi alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 1995: Romanzo di un giovane povero di Ettore Scola. Purtroppo, questo lungometraggio non è tra i titoli più noti del regista, nonostante conti un cast di altissima fattura, tra cui Alberto Sordi, Rolando Ravello e Mario Carotenuto, qui alla sua ultima prestazione attoriale. Ciò che colpisce di questo film, tralasciando l’occasione per cui lo abbiamo selezionato, è la sua inquietante attualità. La storia di Vincenzo è in astratto la vicenda di una generazione, che come la nostra fatica a farsi strada in un mondo gentrificato e gerontocratico, qui raffigurato da Sordi, nei panni di una delle ultime maschere della nostra commedia all’italiana. Speriamo che questo film possa invitarvi anche a una riflessione, se non addirittura a una presa di posizione solida nei confronti di un futuro altamente incerto. Da vedere.
Disponibile su Amazon Prime Video e noleggiabile su Apple TV, Google Play Film e You Tube.
31 marzo. L'ultima tentazione di Cristo (1988), di Martin Scorsese
Nel giorno di Pasqua, al di là delle credenze individuali, riteniamo opportuno dedicare a questa celebrazione un film estremamente particolare, un’opera che ci restituisce un’immagine diversa di Cristo, lontana da quella a cui siamo abituati dalla catechesi. Martin Scorsese riprende il controverso romanzo del grande scrittore Nikos Kazantzakis per un adattamento tanto sconvolgente quanto lo è la sua fonte. Ripartendo da una delle questioni teologali da sempre più dibattute, L’ultima tentazione di Cristo umanizza integralmente il Messia, mostrandocene tutta quell’imperfezione che mai ci sogneremmo di attribuire alla sua figura senza incorrere nella blasfemia. Se è vero che Gesù è il verbo di Dio incarnato nella fragilità di un corpo umano, allora sarà pur curioso capire come sia stato il suo rapporto con l’Eterno, e Scorsese ce lo riporta con grande acume, sia grazie ad attori di alto calibro, sia grazie a scelte registiche ardite, che ricordano il filone dei film Wǔxiá e che donano nuova luce a una storia antica come il mondo.
Noleggiabile su Amazon Prime Video, Google Play Film, Apple TV e You Tube.
NC-192
03.03.2024
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Marzo, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese, appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
3 marzo. A Beautiful Mind (2001), di Ron Howard
Per iniziare la nostra selezione abbiamo pensato a Ron Howard, che in questo mese compie gli anni… e nel 2024 ne festeggia addirittura settanta! Quindi, per fare gli auguri a uno dei principali registi statunitensi degli ultimi quarant’anni, vi suggeriamo il film che lo ha consacrato agli Oscar. La tormentata (e romanzata) storia di John Nash, matematico premio Nobel per l’economia nel 1994, assume grazie a Howard dei toni da thriller e da melodramma di alta fattura. Un compassionevole Russell Crowe, che dimostra perfettamente di saper imbracciare un ruolo a cui non era affatto abituato, ci accompagna piacevolmente attraverso i periodi più bui di un genio incompreso, che ha sfidato il mondo e ne è uscito a testa alta. Forse la retorica della malattia è qui un po’ invecchiata, ma certamente persiste invariato il fascino del racconto howardiano e di un mito tutto americano, che ormai non è più così duro a morire. Realtà e immaginazione tornano a miscelarsi in un perfetto equilibrio, riconfermando ancora una volta la splendida magia a cui il cinematografo ci ha abituato fin dalle origini. Sta a noi scegliere in quale dimensione stare.
Disponibile su Netflix e Amazon Prime Video e noleggiabile su Tim Vision, Google Play Film, Chili, You Tube, Apple TV .
5 marzo. Morte a Venezia (1972), di Luchino Visconti
Ad un primo momento il cinque marzo è una data che non dice proprio nulla, se non fosse che, proprio in questo fatidico giorno, nel 1972, usciva Morte a Venezia di Luchino Visconti. Forse uno degli adattamenti più filologici, e contemporaneamente uno dei più struggenti, personali. Thomas Mann, se avesse potuto ammirare l’omaggio di uno dei Miti del nostro Cinema, non avrebbe trovato che sottigliezze da evidenziare. Tutta la maestria dello sguardo di Visconti palesa quel gioco, quella nevrotica e opprimente opposizione che divide August Von Aschenbach dalla società borghese a cui lui stesso appartiene, e la cui più pura e maledetta espressione risiede negli sguardi di Tadzio, bellezza impossibile, straziante miraggio. Il dilemma artistico del premio Nobel tedesco si traduce qui in una riproposizione squisitamente letteraria di un dilemma sociale, che Visconti aveva già mostrato arditamente ne Il Gattopardo. Di questo splendido adattamento vi resterà impressa ogni campitura di realtà, il cui tramonto è tristemente vicino.
Disponibile su Tim Vision e noleggiabile su Amazon Prime Video.
7 marzo. Spring Breakers (2012), di Harmony Korine
In questo giorno di dodici anni fa usciva nelle sale italiane un gioiello ingiustamente trascurato. Noi siamo fermamente convinti che non ci sia modo migliore di entrare nel mood primaverile se non attraversando una soglia, sia fisica che spirituale. Questo capolavoro di Harmony Korine è proprio quel rituale iniziatico di cui stiamo parlando, che sfibra i sensi e cancella ogni traccia del tempo. Nostalgia indie e trapasso estatico sono qui un’unica formula: così una semplice festa studentesca, lo spring break, diventa di colpo la primavera della vita. Dunque a marzo, mentre la Natura rinasce, l’insostenibile pesantezza del vivere va in letargo; tutto il peso dell’ordinario sarà soltanto un fertile ricordo. Ma la via del Sé è un puzzle intricato, di cui spesso ci mancano i pezzi. Le indicazioni da seguire arrivano solo dopo aver fatto esperienza del mondo, così come non c’è un dio senza che un essere umano abbia prima lottato strenuamente per ritrovarsi. E ritrovarsi significa perdersi, credere significa vivere. Quattro amiche, un alieno e poche speranze: in California non si va per sfidare il proprio destino, ma per riprenderselo. Lo Spring Break è per sempre.
Disponibile su Chili e noleggiabile su You Tube, Google Play Film e Apple TV.
8 marzo. Erin Brockovich (2000), di Steven Soderbergh
L’8 marzo è uno dei giorni più importanti dell’anno, ed è giusto, anzi doveroso, dedicare le nostre energie a dei temi che dovrebbero essere quotidiani e non parte di una ricorrenza isolata. Le storie di donne che potrebbero ispirarci sono infinite, e doverne scegliere una non è affatto semplice. Perciò abbiamo deciso di andare sul sicuro selezionando uno dei lavori più celebri del maestro Steven Soderbergh. La verità è Donna, e tutta la sua forza deriva dal voler essere sempre e indiscutibilmente se stessa. Erin Brockovich è la storia (vera) di una self-made woman, che dopo più di vent’anni rimane ancora attuale, potente come l’immensa apprensione di Julia Roberts in uno dei suoi ruoli migliori. A valorizzarla ci pensa la regia semplice e inscalfibile di un colosso contemporaneo, capace di dare voce agli umili e, soprattutto, di capirli. È dunque molto importante ribadirlo fino allo sfinimento: qui non si tratta solo di un film d’inchiesta, ma anche e soprattutto della testimonianza di una donna che gioca tutte le sue carte per dare un calcio alla burocrazia e alla società; di una donna che è anche la voce di tutte le altre. Farsi strada in questo mondo, purtroppo, non è facile. Ma se c’è la voglia di lottare, allora la fortuna non tarderà ad arrivare.
Disponibile su Now TV e noleggiabile su Amazon Prime Video, You Tube, Google Play Film e Apple TV.
9 marzo. Tre colori: Film Blu (1993), di Krzysztof Kieślowski
Quest’anno bisogna assolutamente festeggiare Juliette Binoche, una delle più grandi attrici francesi della storia del cinema. Per celebrare i suoi sessant’anni, vi suggeriamo uno dei tanti titoli che hanno contribuito a immortalarla nei cuori di tutti i cinefili: Film Blu, del leggendario regista polacco Krzysztof Kieślowski. La pellicola è la prima di una trilogia dedicata ai colori della bandiera francese, dove il blu rappresenta la Libertà. Si tratta di un concetto molto complesso, che deve inevitabilmente fare i conti con il Caso e con tutto il peso di un trascorso emotivo inestirpabile. Il passato, seppur tormentato, può anche mutare nelle sembianze di un incontro fortuito, capace di riaccendere la miccia della speranza. Così come in altri film, Kieślowski ci fa innamorare dei suoi inimitabili primi piani, raccogliendo nel volto della splendida Juliette tutto il dolore di una donna che non riesce a ricominciare da zero. Se Bazin parlava di immagini-fatto per i lavori del neorealismo italiano, qui si potrebbe invece parlare di immagini-tracce, spettri concreti della memoria, che risorgono imprevedibilmente in tutta la loro carica significante. Abbiamo a che fare con un cinema sinestesico, tanto immersivo quanto lo sarebbe oggi la realtà virtuale. Ma queste poche righe non saranno mai abbastanza per spiegarvelo adeguatamente. Correte a vederlo!
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15 marzo. Fed Up (2014), di Stephanie Soechtig
Forse non tutti sanno che il quindici marzo ha una doppia ricorrenza: è infatti sia la Giornata Mondiale dei Disturbi del Comportamento Alimentare, sia la Giornata Mondiale dei Diritti dei Consumatori. Un’associazione certamente equivoca, ma significativa, che focalizza l’attenzione su dinamiche solo apparentemente distanti. Nutrizione e consumo sono infatti interrelati non solo fisiologicamente, ma anche moralmente. È una linea molto sottile quella che divide le nostre abitudini alimentari dalle nostre preferenze consumistiche. E se è vero che la nostra civiltà è imbevuta di cultura nordamericana, allora non è affatto sbagliato ripartire da quest’ultima per scovare tutte quelle dinamiche globalizzanti, nocive ugualmente sia per noi che per loro. Ed è per questo che la redazione vi suggerisce un documentario che cerca di fare chiarezza andando oltre i luoghi comuni. Con il contributo di una pluralità di esperti e di persone direttamente interessate dal problema, Fed Up indaga da vicino la relazione tossica che sussiste tra i livelli crescenti di obesità giovanile e le occulte strategie di marketing delle grandi aziende alimentari. Eat less, exercise more? Nanny State? Oppure c’è dell’altro? Siate voi a prendere posizione.
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17 marzo. Viva l'Italia (1961), di Roberto Rossellini
Anche stavolta ci occupiamo di un giorno molto importante. Il 17 marzo del 1861 iniziava la lunga e travagliata storia politica della neonata nazione italiana. Dunque, ci sembrava opportuno commemorare un pezzo della nostra identità con il seguito ideale di Paisà (1946), ossia Viva l’Italia, del maestro Roberto Rossellini. Come nel suo antecedente capolavoro del ’46, anche qui ritroviamo la coralità e la fattualità di una vicenda che sembra riaccadere davanti ai nostri occhi come se fosse la prima volta. Non c’è alcuna retorica risorgimentale, ma soltanto la narrazione evenemenziale dei fatti nudi e crudi, che tentano di ricostruire la leggendaria Spedizione dei Mille. La forza di questo film, come in tutti i lavori trattati da Bazin nei suoi saggi, sta nell’intima relazione che si stabilisce tra le immagini e la coscienza dello spettatore, il cui spirito è l’unico discrimine che possa dare un fine e una coerenza al caos che animava la penisola in quegli anni. Rossellini ci fa respirare tutta l’incertezza che seguiva Garibaldi e i suoi fedeli, portandoci quasi a credere che le cose andranno diversamente da come ce le raccontano i libri di scuola. Viva l’Italia ci ricorda che la nostra Storia è fatta di gente comune, e che Garibaldi era soltanto un uomo che ha creduto nei suoi ideali.
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21 marzo. Primavera, estate, autunno, inverno…e ancora primavera (2003), di Kim Ki-duk
Per celebrare l’equinozio di primavera ci spostiamo in Corea del Sud, con uno dei film più noti del regista Kim Ki-Duk. Alla ciclicità del mondo noi abbiamo deciso di associare la ciclicità della vita, la cui più pura espressione è tutta contenuta in quest’opera, di cui non va perso un singolo frame. Così come noi compiamo un percorso attraverso le stagioni e le varie fasi dell’esistenza, così l’autore sudcoreano ci mostra la nostra stessa evoluzione spirituale, di purificazione da noi stessi, da un’intrinseca colpa che fin dall’infanzia ci corrompe. Come dice ad un certo punto il maestro del giovane protagonista: “Uccidere gli altri è facile, ma uccidere se stessi non è così facile.” Ed è proprio questo il motto che ci guida dalla nascita alla morte, poiché, come esseri umani, navighiamo nel mare delle passioni, che, per quanto pure esse siano, ci fanno naufragare, allontanandoci sempre di più dalla solida e razionale terra promessa. Citando un noto titolo di Tony Richardson, questo è un film di gioventù, amore e rabbia, di solidi pilastri a cui Kim Ki-Duk aggiunge tutta la poesia di cui solo un autore come lui può essere capace.
Disponibile su CG Collection.
24 marzo. Romanzo di un giovane povero (1995), di Ettore Scola
Tra pochi giorni si festeggeranno i sessant’anni di Isabella Ferrari. Le sue notabili interpretazioni sono molte, ma fra tutte abbiamo scelto quella che le ha consegnato la Coppa Volpi alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 1995: Romanzo di un giovane povero di Ettore Scola. Purtroppo, questo lungometraggio non è tra i titoli più noti del regista, nonostante conti un cast di altissima fattura, tra cui Alberto Sordi, Rolando Ravello e Mario Carotenuto, qui alla sua ultima prestazione attoriale. Ciò che colpisce di questo film, tralasciando l’occasione per cui lo abbiamo selezionato, è la sua inquietante attualità. La storia di Vincenzo è in astratto la vicenda di una generazione, che come la nostra fatica a farsi strada in un mondo gentrificato e gerontocratico, qui raffigurato da Sordi, nei panni di una delle ultime maschere della nostra commedia all’italiana. Speriamo che questo film possa invitarvi anche a una riflessione, se non addirittura a una presa di posizione solida nei confronti di un futuro altamente incerto. Da vedere.
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31 marzo. L'ultima tentazione di Cristo (1988), di Martin Scorsese
Nel giorno di Pasqua, al di là delle credenze individuali, riteniamo opportuno dedicare a questa celebrazione un film estremamente particolare, un’opera che ci restituisce un’immagine diversa di Cristo, lontana da quella a cui siamo abituati dalla catechesi. Martin Scorsese riprende il controverso romanzo del grande scrittore Nikos Kazantzakis per un adattamento tanto sconvolgente quanto lo è la sua fonte. Ripartendo da una delle questioni teologali da sempre più dibattute, L’ultima tentazione di Cristo umanizza integralmente il Messia, mostrandocene tutta quell’imperfezione che mai ci sogneremmo di attribuire alla sua figura senza incorrere nella blasfemia. Se è vero che Gesù è il verbo di Dio incarnato nella fragilità di un corpo umano, allora sarà pur curioso capire come sia stato il suo rapporto con l’Eterno, e Scorsese ce lo riporta con grande acume, sia grazie ad attori di alto calibro, sia grazie a scelte registiche ardite, che ricordano il filone dei film Wǔxiá e che donano nuova luce a una storia antica come il mondo.
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