NC-157
01.07.2023
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Luglio, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese, appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
2 Luglio. Mysterious Skin (2004), di Gregg Araki
Un improvviso incidente sconvolge la vita di Brian, che a otto anni si risveglia con il naso sanguinante nel cortile dietro casa dopo un incontro con il suo allenatore di baseball, senza ricordare cosa sia successo. Da quel momento in poi comincia ad avere incubi e a sviluppare la paura del buio, oltre ad essere convinto di essere stato rapito dagli alieni. Dopo dieci anni, la sua vita si incrocerà con quella di Neil, teppista temuto da tutti, il quale ha avuto anche lui, da piccolo, un episodio analogo. Mysterious Skin è un percorso di elaborazione del dolore figlio del cinema indie americano, che sfrutta la malinconia degli Slowdive, e l'ambient dei Sigur Rós, per descrivere stati d’animo che mutano e come il rimosso possa ricongiungere due anime sole alla fine del mondo. Questo per arrivare ad un’Apocalisse figurata, con giovani che tentano di sfuggirvi ma restano intrappolati, finché tutto non riemerge a galla.
Disponibile su MUBI.
5 Luglio. Un uomo a nudo (1968), di Frank Perry
Ned è un impresario, un uomo di mezz’età che è in visita da un amico, quando nota la sovrabbondanza di piscine situate nei suburbs americani. Così decide di porsi una sfida: tornare a casa a piedi e in costume da bagno fermandosi, lungo il tragitto, in tutte le piscine che incontrerà lungo la strada. Ben presto, però, scoprirà un segreto che sovvertirà radicalmente il senso della sua vita, trasformando il viaggio di piacere in un vero e proprio inferno. Un uomo a nudo è una delle opere più interessanti della New Hollywood, un loop temporale che esprime in modo puntuale e preciso la scomparsa del cosiddetto “sogno americano”, portando a galla uno strascico indelebile nell’individualismo americano, apparente cortina di ferro, che crolla al cospetto della realtà circostante, all’alba della Rivoluzione del ’68.
Disponibile su Youtube, Apple Tv e Google Play Film.
6 Luglio. Il quarto uomo (1983), di Paul Verhoeven
Gerard Reve è un giovane scrittore bisessuale, che si reca a Flessinga per tenere una conferenza presso la Vlissingen Literary Society. Nel viaggio da Amsterdam fino alla città, conosce una donna, la bionda Christine Halsslag, tesoriera della società. Con lei trascorre il week-end fino a diventarne, in breve tempo, l’amante. La donna, però, nasconde un terribile segreto che mette a repentaglio la vita di Gerard. Il quarto uomo è un film che ritrae un uomo immerso nelle sue ossessioni metafisiche, in una dimensione sospesa tra vita e morte, tra razionalità e religione (e quindi fede e scienza), tale da non riconoscere più il proprio status sessuale.
Disponibile su Prime Video.
7 Luglio. Il fiume Suzhou (2000), di Lou Ye
Lungo le rive del fiume Suzhou, a Shanghai, un fotografo intraprende una storia d’amore con Meimei, showgirl del bar Happy Tavern. In contemporanea, un corriere di nome Mardar cerca incessantemente il suo amore perduto, Moudan. Quando i destini dei tre s’incrociano, avverrà una scioccante scoperta che metterà a dura prova le relazioni tra i tre protagonisti. Il fiume Suzhou è un noir magmatico, dove i personaggi si confondono e si compenetrano fino a diventare parte integrante di un vero e proprio sogno, in cui è l’ambiguità ad alimentare il mondo.
Disponibile su Google Play Film, Prime Video, Apple TV, You Tube.
11 Luglio. E venne il giorno (2008), di M. Night Shyamalan
In tutta New York, improvvisamente, le persone cadono sotto attacco di un singolare virus che causa strani comportamenti, i quali inducono tutti ad un suicidio di massa. Un professore di scienze e sua moglie cercano di sfuggire all’epidemia, ma questa malattia si espande velocemente, fino a mettere in pericolo l’intera America. E venne il giorno riprende la vena spudoratamente politica di Shyamalan, già presente nei precedenti Signs e The Village, per indagare sulle ferite, mai chiuse, relative all’11 Settembre, descrivendo la deriva claustrofobica di un’America raramente così inquietante, che il regista descrive sfruttando gli stilemi classici delle produzioni sci-fi retrò anni ’50, tali da richiamare paranoie e pericoli imminenti in ogni inquadratura.
Disponibile su Disney+, Google Play Film, Prime Video, Apple TV, You Tube.
13 Luglio. A Metamorfose dos Pássaros (2021), di Catarina Vasconcelos
Beatriz e Henrique sono una coppia, entrambi sposi da quando lei ha compiuto ventuno anni. Henrique è un ufficiale di marina, quasi sempre occupato in mare con la sua barca. Nel frattempo Beatriz resta sulla terraferma, a casa, ad aspettare il marito, prendendosi cura dei loro sei figli. All’improvviso, un giorno, Beatriz muore. Tempo dopo, il figlio maggiore della coppia, Jacinto, che si scopre essere padre della regista, anima un confronto con sua figlia, anche lei orfana della madre all’età di diciassette anni. A Metamorfose dos Pássaros è un viaggio che diventa un labirinto in cui tutto diventa il simbolismo di un'autobiografia che si fa specchio dei simulacri umani. Un film di ricordi in cui ogni elemento, dalle piante al cavalluccio marino, si converte radicalmente in una fetta di ippocampo. La caducità della morte si alterna alla caducità della vita e della memoria, in un documentario che Catarina Vasconcelos sfrutta non solo per ricordare, ma anche per mostrare come adattare visivamente, e concettualmente, la realtà.
17 Luglio. Le catene della colpa (1947), di Jacques Tourneur
Jeff Bailey è un detective privato, ritiratosi in un paesino di provincia per vivere una vita tranquilla con la sua ragazza Ann, la cui relazione è però osteggiata dai genitori. Ben presto, Jeff riceve una visita inaspettata, che rivelerà ad Ann la sua vera natura e il suo oscuro passato, tornato a fare i conti con lui. Le catene della colpa è uno dei capisaldi del noir, un cult ricoperto di un'aura di fatalismo e pessimismo che gli conferisce un grandissimo fascino. Un’opera che racconta il fallimento e che esprime un' incredibile disillusione nei confronti del futuro.
Disponibile su RaiPlay.
18 Luglio. Il tagliagole (1970), di Claude Chabrol
Popaul è il macellaio del paese, duramente segnato dall’esperienza della guerra. Il signore da inizio ad un rapporto con Hélène, la maestra, credendo di trovare una compagna. La donna, però, rifiuta qualsiasi rapporto che possa andare oltre la semplice amicizia. Sullo sfondo della squallida vita di provincia, intanto, alcuni delitti di giovani donne si susseguono. Il tagliagole è un anti-giallo che punta sulla commistione tra tensione e seduzione (mai sboccata, ma sempre fine), lasciando che lo spettatore assista ad una sorta di gioco del gatto col topo, che rivolta tutti gli stereotipi di genere e che non si fossilizza sulla necessità di compiere la detection.
Disponibile su Infinity Plus, Chili e Raro Video.
25 Luglio. Il Conformista (1970), di Bernardo Bertolucci
Marcello Clerici, nel 1937, sposa Giulia e si reca a Parigi in viaggio di nozze. La donna è spensierata e allegra, mentre invece l’uomo è tormentato da un segreto: Marcello è in realtà una spia dell’OVRA, la polizia fascista, ed è in missione per eliminare il professor Quadri, ora dissidente politico. Il Conformista è una feroce critica alla borghesia del tempo, capace di lasciarsi passare sotto gli occhi gli orrori del fascismo, pur di trarne potere. Bertolucci mette in scena un conflitto psicologico che costa addirittura l’annullamento della sessualità, l’alienazione più profonda, il rifiuto per qualsiasi forma di bellezza o sofisticazione. Il regista italiano cerca a tutti i costi la rigidità, seguendo il famoso dettame "ordine e disciplina" e applicandolo anche alla vita del protagonista. La sottolineatura porta ad un netto contrasto con la forma grafica, caratterizzata da un notevole ricorso alle funzioni iconiche e ad un uso degli spazi inerente al surrealismo pittorico di De Chirico.
Disponibile su RaiPlay.
30 Luglio. Fuochi nella pianura (1959), di Kon Ichikawa
Nelle Filippine, scorrono veloci gli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale. Sull’isola di Leyte, il soldato Tamura si ritrova abbandonato al proprio destino dai suoi superiori, rifiutato dall’ospedale militare e costretto, dunque, a vagabondare sul terreno di guerra in cerca di sopravvivenza. Il nemico più grande da affrontare, però, sarà inatteso. Fuochi nella pianura è un film di una ferocia rara, dove più che la ripresa di una battaglia, ad essere messa in evidenza è la condizione precaria a cui porta la follia della guerra, laddove gli uomini sono portati a snaturarsi e a diventare delle bestie feroci. Ichikawa dirige il lungometraggio con assoluto rigore e con una tecnica variopinta, che restituisce un estremo realismo allo spettatore, tale da sfociare quasi nel body horror.
NC-157
01.07.2023
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Luglio, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese, appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
2 Luglio. Mysterious Skin (2004), di Gregg Araki
Un improvviso incidente sconvolge la vita di Brian, che a otto anni si risveglia con il naso sanguinante nel cortile dietro casa dopo un incontro con il suo allenatore di baseball, senza ricordare cosa sia successo. Da quel momento in poi comincia ad avere incubi e a sviluppare la paura del buio, oltre ad essere convinto di essere stato rapito dagli alieni. Dopo dieci anni, la sua vita si incrocerà con quella di Neil, teppista temuto da tutti, il quale ha avuto anche lui, da piccolo, un episodio analogo. Mysterious Skin è un percorso di elaborazione del dolore figlio del cinema indie americano, che sfrutta la malinconia degli Slowdive, e l'ambient dei Sigur Rós, per descrivere stati d’animo che mutano e come il rimosso possa ricongiungere due anime sole alla fine del mondo. Questo per arrivare ad un’Apocalisse figurata, con giovani che tentano di sfuggirvi ma restano intrappolati, finché tutto non riemerge a galla.
Disponibile su MUBI.
5 Luglio. Un uomo a nudo (1968), di Frank Perry
Ned è un impresario, un uomo di mezz’età che è in visita da un amico, quando nota la sovrabbondanza di piscine situate nei suburbs americani. Così decide di porsi una sfida: tornare a casa a piedi e in costume da bagno fermandosi, lungo il tragitto, in tutte le piscine che incontrerà lungo la strada. Ben presto, però, scoprirà un segreto che sovvertirà radicalmente il senso della sua vita, trasformando il viaggio di piacere in un vero e proprio inferno. Un uomo a nudo è una delle opere più interessanti della New Hollywood, un loop temporale che esprime in modo puntuale e preciso la scomparsa del cosiddetto “sogno americano”, portando a galla uno strascico indelebile nell’individualismo americano, apparente cortina di ferro, che crolla al cospetto della realtà circostante, all’alba della Rivoluzione del ’68.
Disponibile su Youtube, Apple Tv e Google Play Film.
6 Luglio. Il quarto uomo (1983), di Paul Verhoeven
Gerard Reve è un giovane scrittore bisessuale, che si reca a Flessinga per tenere una conferenza presso la Vlissingen Literary Society. Nel viaggio da Amsterdam fino alla città, conosce una donna, la bionda Christine Halsslag, tesoriera della società. Con lei trascorre il week-end fino a diventarne, in breve tempo, l’amante. La donna, però, nasconde un terribile segreto che mette a repentaglio la vita di Gerard. Il quarto uomo è un film che ritrae un uomo immerso nelle sue ossessioni metafisiche, in una dimensione sospesa tra vita e morte, tra razionalità e religione (e quindi fede e scienza), tale da non riconoscere più il proprio status sessuale.
Disponibile su Prime Video.
7 Luglio. Il fiume Suzhou (2000), di Lou Ye
Lungo le rive del fiume Suzhou, a Shanghai, un fotografo intraprende una storia d’amore con Meimei, showgirl del bar Happy Tavern. In contemporanea, un corriere di nome Mardar cerca incessantemente il suo amore perduto, Moudan. Quando i destini dei tre s’incrociano, avverrà una scioccante scoperta che metterà a dura prova le relazioni tra i tre protagonisti. Il fiume Suzhou è un noir magmatico, dove i personaggi si confondono e si compenetrano fino a diventare parte integrante di un vero e proprio sogno, in cui è l’ambiguità ad alimentare il mondo.
Disponibile su Google Play Film, Prime Video, Apple TV, You Tube.
11 Luglio. E venne il giorno (2008), di M. Night Shyamalan
In tutta New York, improvvisamente, le persone cadono sotto attacco di un singolare virus che causa strani comportamenti, i quali inducono tutti ad un suicidio di massa. Un professore di scienze e sua moglie cercano di sfuggire all’epidemia, ma questa malattia si espande velocemente, fino a mettere in pericolo l’intera America. E venne il giorno riprende la vena spudoratamente politica di Shyamalan, già presente nei precedenti Signs e The Village, per indagare sulle ferite, mai chiuse, relative all’11 Settembre, descrivendo la deriva claustrofobica di un’America raramente così inquietante, che il regista descrive sfruttando gli stilemi classici delle produzioni sci-fi retrò anni ’50, tali da richiamare paranoie e pericoli imminenti in ogni inquadratura.
Disponibile su Disney+, Google Play Film, Prime Video, Apple TV, You Tube.
13 Luglio. A Metamorfose dos Pássaros (2021), di Catarina Vasconcelos
Beatriz e Henrique sono una coppia, entrambi sposi da quando lei ha compiuto ventuno anni. Henrique è un ufficiale di marina, quasi sempre occupato in mare con la sua barca. Nel frattempo Beatriz resta sulla terraferma, a casa, ad aspettare il marito, prendendosi cura dei loro sei figli. All’improvviso, un giorno, Beatriz muore. Tempo dopo, il figlio maggiore della coppia, Jacinto, che si scopre essere padre della regista, anima un confronto con sua figlia, anche lei orfana della madre all’età di diciassette anni. A Metamorfose dos Pássaros è un viaggio che diventa un labirinto in cui tutto diventa il simbolismo di un'autobiografia che si fa specchio dei simulacri umani. Un film di ricordi in cui ogni elemento, dalle piante al cavalluccio marino, si converte radicalmente in una fetta di ippocampo. La caducità della morte si alterna alla caducità della vita e della memoria, in un documentario che Catarina Vasconcelos sfrutta non solo per ricordare, ma anche per mostrare come adattare visivamente, e concettualmente, la realtà.
17 Luglio. Le catene della colpa (1947), di Jacques Tourneur
Jeff Bailey è un detective privato, ritiratosi in un paesino di provincia per vivere una vita tranquilla con la sua ragazza Ann, la cui relazione è però osteggiata dai genitori. Ben presto, Jeff riceve una visita inaspettata, che rivelerà ad Ann la sua vera natura e il suo oscuro passato, tornato a fare i conti con lui. Le catene della colpa è uno dei capisaldi del noir, un cult ricoperto di un'aura di fatalismo e pessimismo che gli conferisce un grandissimo fascino. Un’opera che racconta il fallimento e che esprime un' incredibile disillusione nei confronti del futuro.
Disponibile su RaiPlay.
18 Luglio. Il tagliagole (1970), di Claude Chabrol
Popaul è il macellaio del paese, duramente segnato dall’esperienza della guerra. Il signore da inizio ad un rapporto con Hélène, la maestra, credendo di trovare una compagna. La donna, però, rifiuta qualsiasi rapporto che possa andare oltre la semplice amicizia. Sullo sfondo della squallida vita di provincia, intanto, alcuni delitti di giovani donne si susseguono. Il tagliagole è un anti-giallo che punta sulla commistione tra tensione e seduzione (mai sboccata, ma sempre fine), lasciando che lo spettatore assista ad una sorta di gioco del gatto col topo, che rivolta tutti gli stereotipi di genere e che non si fossilizza sulla necessità di compiere la detection.
Disponibile su Infinity Plus, Chili e Raro Video.
25 Luglio. Il Conformista (1970), di Bernardo Bertolucci
Marcello Clerici, nel 1937, sposa Giulia e si reca a Parigi in viaggio di nozze. La donna è spensierata e allegra, mentre invece l’uomo è tormentato da un segreto: Marcello è in realtà una spia dell’OVRA, la polizia fascista, ed è in missione per eliminare il professor Quadri, ora dissidente politico. Il Conformista è una feroce critica alla borghesia del tempo, capace di lasciarsi passare sotto gli occhi gli orrori del fascismo, pur di trarne potere. Bertolucci mette in scena un conflitto psicologico che costa addirittura l’annullamento della sessualità, l’alienazione più profonda, il rifiuto per qualsiasi forma di bellezza o sofisticazione. Il regista italiano cerca a tutti i costi la rigidità, seguendo il famoso dettame "ordine e disciplina" e applicandolo anche alla vita del protagonista. La sottolineatura porta ad un netto contrasto con la forma grafica, caratterizzata da un notevole ricorso alle funzioni iconiche e ad un uso degli spazi inerente al surrealismo pittorico di De Chirico.
Disponibile su RaiPlay.
30 Luglio. Fuochi nella pianura (1959), di Kon Ichikawa
Nelle Filippine, scorrono veloci gli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale. Sull’isola di Leyte, il soldato Tamura si ritrova abbandonato al proprio destino dai suoi superiori, rifiutato dall’ospedale militare e costretto, dunque, a vagabondare sul terreno di guerra in cerca di sopravvivenza. Il nemico più grande da affrontare, però, sarà inatteso. Fuochi nella pianura è un film di una ferocia rara, dove più che la ripresa di una battaglia, ad essere messa in evidenza è la condizione precaria a cui porta la follia della guerra, laddove gli uomini sono portati a snaturarsi e a diventare delle bestie feroci. Ichikawa dirige il lungometraggio con assoluto rigore e con una tecnica variopinta, che restituisce un estremo realismo allo spettatore, tale da sfociare quasi nel body horror.