NC-151
01.06.2023
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Giugno, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese, appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
5 Giugno. Some Kind of Wonderful (1987), di Howard Deutch
Commedia romantica in stile John Hughes che sceneggia, per il regista di Pretty in Pink, un lungometraggio che mette nuovamente in contrapposizione ricchi e poveri secondo i canoni della favola sentimentale con momenti di elaborazione drammatica sulle aspirazioni mediate dall’influenza dei genitori. Keith perde la testa per la ricca e viziata Amanda (la Lea Thompson di Back to the Future) e chiede consigli alla sfrontata e seducente Watts, sua migliore amica segretamente innamorata di lui. La ragazza funge anche da protettrice quando Keith finisce sotto le grinfie dell’ex fidanzato di Amanda. Con lo scorrere della storia i due scopriranno di provare molto di più di una semplice amicizia, ma bisogna rincorrersi con impeto sul filo del rasoio, affinché le cose possano funzionare.
7 Giugno. El Espiritu de la Colmena (1973), di Victor Erice
Siamo in un piccolo villaggio della Castiglia e proiettano il film Frankenstein. Una bambina ne resta talmente rapita da identificare il mostro in un fuggiasco che aiuta dandogli dei vestiti e da mangiare. Realtà e immaginazione si fondono in un paesaggio agreste di encomiabile armonia compositiva. Un film ad altezza bambina (l’indimenticabile, tenerissima, Ana Torrent) che è come una mano pacata sul cuore, ricco di momenti di stasi, pause morbide nelle fila del racconto e uno sguardo gentile, commiserevole, che ne fa una delle più belle favole inserite nel solco del realismo magico.
8 Giugno. Session 9 (2001), di Brad Anderson
Un manicomio abbandonato da 15 anni, prossimo alla ristrutturazione per un progetto di rimozione dell’amianto dalle sue stanze dai tragici trascorsi. Gordon Fleming, interpretato da un impressionante Peter Mullan, è socio responsabile della ditta che se ne occupa. Tra ricordi rimossi, che riemergono dal subconscio come traumi alla luce del sole, false piste e strani accadimenti, questo psycho-thriller si muove piuttosto bene, e quasi interamente, in un ambiente cupo e claustrofobico, con soli cinque attori e mezzi totalmente digitali. Girato in economia di budget, il film rivela il talento di Brad Anderson nel costruire un’atmosfera sinistra su un ambiente malsano. Tra paranoia, schizofrenia e malattia mentale, gioca piuttosto bene sull’ambiguità del rimosso, anche grazie al vero protagonista del film, il Denver State Mental Hospital di Boston, ex manicomio in disuso.
11 Giugno. Elmer Gantry (1960), di Richard Brooks
L’America è un posto pieno di imbonitori revivalisti da quattro soldi, dei veri e propri invasati religiosi alla ricerca ossequiosa della redenzione. Questo lungometraggio si avvale dell’effervescente interpretazione di Burt Lancaster e di quella misurata e affine di Jean Simmons. Esso ha il merito di rappresentare la foschia ardimentosa dalla quale sono accecati i missionari della fede, e lo fa nel pieno di un’epoca ancora afflitta dai dogmi del Codice Hays - il ridicolo sistema di censura che tormentava Hollywood - che riesce ad aggirare presentando, fondamentalmente, un protagonista negativo. Il film ci mostra quanto religione e politica siano due facce della stessa medaglia. Si respira un’aria di fuligginosa amarezza e di rovente tempestosità d’animi.
Disponibile su Chili.
15 Giugno. Breezy (1973), di Clint Eastwood
Delicata storia d’amore tra un uomo di mezza età e una deliziosa ventenne hippy, nella California del Sud dei memorabili anni Settanta, con Clint al timone solo come regista. Sono gli anni del suo apprendistato dietro la macchina da presa, non ha ancora la maturità degli anni ‘80-’90 ma compone in maniera insolita - rispetto soprattutto ai temi intrapresi poi in gran parte della sua filmografia successiva - una vicenda soffice e romantica. Mette al centro le fragilità e le tenere stravaganze di una ragazza volitiva ma disorientata dalle occasioni repentine della vita. William Holden affianca Kay Lenz con polso e affabile temerarietà d’intenti.
Disponibile su Chili.
17 Giugno. Assault on Precinct 13 (1976), di John Carpenter
La cinefilia di Carpenter comincia esattamente da qui a imporsi sul panorama thriller-horror americano. Un distretto assaltato da una banda di criminali in cerca di vendetta si contrappone alla barriera della Legge. Iperrealismo ai limiti del fantastico, con i nemici nascosti, e quasi invisibili, a un gruppo che deve necessariamente proteggersi dalla minaccia esterna in una strategia della tensione che ha fatto scuola. Ricorda un poco il western di Howard Hawks, Un dollaro d’onore (1959) e il rivoluzionario horror La notte dei morti viventi (1968) di George Romero, per il senso di accerchiamento che ha tratti di crudeltà ed economia di mezzi. Girato in soli venti giorni, rimane uno dei film più significativi della memorabile filmografia di John Carpenter.
Disponibile su Prime Video.
20 Giugno. Fright Night (1985), di Tom Holland
I disperati tentativi di Charlesy Brewster di convincere la sua ragazza, i suoi amici, sua madre e il mitico ammazzavampiri Peter Vincent, dell’effettiva esistenza di un vampiro come vicino di casa, è una lunga corsa ad ostacoli che ricorda il cosiddetto viaggio dell’eroe. Conosciuto come tipico film da mezzanotte dell’era Zio Tibia show, Fright Night è un’abile, alcolica, commistione di horror a tratti truculento con brividi fumettistici, humour da commedia dell’orrore e sensualità erotica. Si avvale inoltre di trucchi ed effetti speciali tra i migliori del decennio, ad hoc del genere di riferimento. Ottima anche la colonna sonora di Brad Fiedel. A vincerla su tutto, come quasi sempre capita, è l’idea, il soggetto è vincente e gira tutto a meraviglia. Passato ingiustamente sottotraccia rispetto a diversi altri horror dell’epoca, Fright Night è una pellicola di culto, uno spasso con interpretazioni ed attori di alto livello.
Disponibile su Prime Video, Google Play Film, Apple TV e You Tube.
21 Giugno. The Spectacular Now (2013), di James Ponsoldt
Giovanissimo donnaiolo impenitente s’innamora inaspettatamente di una graziosa diciassettenne, sviluppando una connotazione dell’amore da esploratore di nuovi sentieri del perfettibile. Esplorazione delle giuste coordinate e dei sovrapponibili limiti, che si riflettono sul rapporto mancato con un padre miseramente ri-conosciuto. Quello che Sutter sembra afferrare da questo suo apprendistato sentimentale, grazie alla conoscenza e all’amorevole supporto avulso da qualsiasi giudizio, da parte di Aimee, è una concezione dell’amore come ricerca, nonché specchio di se stessi. Lungometraggio indipendente americano, il terzo dello sceneggiatore James Ponsoldt, vincitore del Premio della Giuria al Sundance Film Festival per le interpretazioni dei due (all'epoca) astri nascenti Miles Teller e Shailene Woodley. Fa leva su una indovinata linea dramedy, focalizzata sul racconto degli approcci sentimentali di adolescenti figli di genitori separati. Ambientazioni in zone di relax, feste romantiche, passeggiate nella natura, lunghe attese dell’alba sul fare della notte. Piccolo grande film da tuffo nel cuore.
Disponibile su Prime Video, Google Play Film, Apple TV e You Tube.
23 Giugno.The Hard Way (1991), di John Badham
Probabilmente il miglior “buddy-movie” di sempre, sicuramente quello più spettacolare, con l’accoppiata James Woods e Michael J.Fox all’apice della forma e in perfetta sintonia. Dal ritmo indiavolato, verbale e d’azione, riesce ad intrattenere lestamente sulla falsariga di successi come 48 ore e Arma Letale. La metafora della vita degli attori nell’ambiente del cinema che si mettono in gioco sul campo in mestieri ad alto rischio - dal quale persino gli ispettori di polizia con assodata esperienza hanno qualcosa da imparare - ha dei risvolti assolutamente geniali, in un andirivieni di trovate spassose e adrenaliniche divenute rapidamente di culto. Il dilatato e pirotecnico finale è la ciliegina sulla torta.
Disponibile su Prime Video, Google Play Film, Apple TV e You Tube.
30 Giugno. La donna di sabbia (1964), di Hiroshi Teshigahara
Questa opprimente, accecante storia di un isolamento forzato che diviene via via simpatetico, ovattato in un bianco e nero che sa di vento e sabbia, non può non restare impressa nella mente. L’uomo-scienziato si affeziona, a poco a poco, alla donna-animale, mentre cerca di scoprire in quale modo fuggire via dalla capanna presente nella fossa di sabbia. La relazione che si sviluppa in quel caldo infernale, ha qualcosa di entomologico. Uno studio possente e ricercato sul comportamento umano in stati di pericolo. Il film impianta uno sguardo ipnotico, formalmente astratto e dalle lunghe inquadrature statiche. Influenzato dalla letteratura dell’assurdo beckettiana e dal Buñuel messicano, La donna di sabbia è la quintessenza del riuscito sodalizio, sull’asse scrittura-regia, tra Kobo Abe, sceneggiatore, e Hiroshi Teshigahara, regista. Sabbia e sesso si fondono sensibilmente in un tutt’uno di grande impatto visivo e sensoriale. Cinema d’Autore puro, nella vecchia accezione del termine.
NC-151
01.06.2023
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Giugno, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese, appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
5 Giugno. Some Kind of Wonderful (1987), di Howard Deutch
Commedia romantica in stile John Hughes che sceneggia, per il regista di Pretty in Pink, un lungometraggio che mette nuovamente in contrapposizione ricchi e poveri secondo i canoni della favola sentimentale con momenti di elaborazione drammatica sulle aspirazioni mediate dall’influenza dei genitori. Keith perde la testa per la ricca e viziata Amanda (la Lea Thompson di Back to the Future) e chiede consigli alla sfrontata e seducente Watts, sua migliore amica segretamente innamorata di lui. La ragazza funge anche da protettrice quando Keith finisce sotto le grinfie dell’ex fidanzato di Amanda. Con lo scorrere della storia i due scopriranno di provare molto di più di una semplice amicizia, ma bisogna rincorrersi con impeto sul filo del rasoio, affinché le cose possano funzionare.
7 Giugno. El Espiritu de la Colmena (1973), di Victor Erice
Siamo in un piccolo villaggio della Castiglia e proiettano il film Frankenstein. Una bambina ne resta talmente rapita da identificare il mostro in un fuggiasco che aiuta dandogli dei vestiti e da mangiare. Realtà e immaginazione si fondono in un paesaggio agreste di encomiabile armonia compositiva. Un film ad altezza bambina (l’indimenticabile, tenerissima, Ana Torrent) che è come una mano pacata sul cuore, ricco di momenti di stasi, pause morbide nelle fila del racconto e uno sguardo gentile, commiserevole, che ne fa una delle più belle favole inserite nel solco del realismo magico.
8 Giugno. Session 9 (2001), di Brad Anderson
Un manicomio abbandonato da 15 anni, prossimo alla ristrutturazione per un progetto di rimozione dell’amianto dalle sue stanze dai tragici trascorsi. Gordon Fleming, interpretato da un impressionante Peter Mullan, è socio responsabile della ditta che se ne occupa. Tra ricordi rimossi, che riemergono dal subconscio come traumi alla luce del sole, false piste e strani accadimenti, questo psycho-thriller si muove piuttosto bene, e quasi interamente, in un ambiente cupo e claustrofobico, con soli cinque attori e mezzi totalmente digitali. Girato in economia di budget, il film rivela il talento di Brad Anderson nel costruire un’atmosfera sinistra su un ambiente malsano. Tra paranoia, schizofrenia e malattia mentale, gioca piuttosto bene sull’ambiguità del rimosso, anche grazie al vero protagonista del film, il Denver State Mental Hospital di Boston, ex manicomio in disuso.
11 Giugno. Elmer Gantry (1960), di Richard Brooks
L’America è un posto pieno di imbonitori revivalisti da quattro soldi, dei veri e propri invasati religiosi alla ricerca ossequiosa della redenzione. Questo lungometraggio si avvale dell’effervescente interpretazione di Burt Lancaster e di quella misurata e affine di Jean Simmons. Esso ha il merito di rappresentare la foschia ardimentosa dalla quale sono accecati i missionari della fede, e lo fa nel pieno di un’epoca ancora afflitta dai dogmi del Codice Hays - il ridicolo sistema di censura che tormentava Hollywood - che riesce ad aggirare presentando, fondamentalmente, un protagonista negativo. Il film ci mostra quanto religione e politica siano due facce della stessa medaglia. Si respira un’aria di fuligginosa amarezza e di rovente tempestosità d’animi.
Disponibile su Chili.
15 Giugno. Breezy (1973), di Clint Eastwood
Delicata storia d’amore tra un uomo di mezza età e una deliziosa ventenne hippy, nella California del Sud dei memorabili anni Settanta, con Clint al timone solo come regista. Sono gli anni del suo apprendistato dietro la macchina da presa, non ha ancora la maturità degli anni ‘80-’90 ma compone in maniera insolita - rispetto soprattutto ai temi intrapresi poi in gran parte della sua filmografia successiva - una vicenda soffice e romantica. Mette al centro le fragilità e le tenere stravaganze di una ragazza volitiva ma disorientata dalle occasioni repentine della vita. William Holden affianca Kay Lenz con polso e affabile temerarietà d’intenti.
Disponibile su Chili.
17 Giugno. Assault on Precinct 13 (1976), di John Carpenter
La cinefilia di Carpenter comincia esattamente da qui a imporsi sul panorama thriller-horror americano. Un distretto assaltato da una banda di criminali in cerca di vendetta si contrappone alla barriera della Legge. Iperrealismo ai limiti del fantastico, con i nemici nascosti, e quasi invisibili, a un gruppo che deve necessariamente proteggersi dalla minaccia esterna in una strategia della tensione che ha fatto scuola. Ricorda un poco il western di Howard Hawks, Un dollaro d’onore (1959) e il rivoluzionario horror La notte dei morti viventi (1968) di George Romero, per il senso di accerchiamento che ha tratti di crudeltà ed economia di mezzi. Girato in soli venti giorni, rimane uno dei film più significativi della memorabile filmografia di John Carpenter.
Disponibile su Prime Video.
20 Giugno. Fright Night (1985), di Tom Holland
I disperati tentativi di Charlesy Brewster di convincere la sua ragazza, i suoi amici, sua madre e il mitico ammazzavampiri Peter Vincent, dell’effettiva esistenza di un vampiro come vicino di casa, è una lunga corsa ad ostacoli che ricorda il cosiddetto viaggio dell’eroe. Conosciuto come tipico film da mezzanotte dell’era Zio Tibia show, Fright Night è un’abile, alcolica, commistione di horror a tratti truculento con brividi fumettistici, humour da commedia dell’orrore e sensualità erotica. Si avvale inoltre di trucchi ed effetti speciali tra i migliori del decennio, ad hoc del genere di riferimento. Ottima anche la colonna sonora di Brad Fiedel. A vincerla su tutto, come quasi sempre capita, è l’idea, il soggetto è vincente e gira tutto a meraviglia. Passato ingiustamente sottotraccia rispetto a diversi altri horror dell’epoca, Fright Night è una pellicola di culto, uno spasso con interpretazioni ed attori di alto livello.
Disponibile su Prime Video, Google Play Film, Apple TV e You Tube.
21 Giugno. The Spectacular Now (2013), di James Ponsoldt
Giovanissimo donnaiolo impenitente s’innamora inaspettatamente di una graziosa diciassettenne, sviluppando una connotazione dell’amore da esploratore di nuovi sentieri del perfettibile. Esplorazione delle giuste coordinate e dei sovrapponibili limiti, che si riflettono sul rapporto mancato con un padre miseramente ri-conosciuto. Quello che Sutter sembra afferrare da questo suo apprendistato sentimentale, grazie alla conoscenza e all’amorevole supporto avulso da qualsiasi giudizio, da parte di Aimee, è una concezione dell’amore come ricerca, nonché specchio di se stessi. Lungometraggio indipendente americano, il terzo dello sceneggiatore James Ponsoldt, vincitore del Premio della Giuria al Sundance Film Festival per le interpretazioni dei due (all'epoca) astri nascenti Miles Teller e Shailene Woodley. Fa leva su una indovinata linea dramedy, focalizzata sul racconto degli approcci sentimentali di adolescenti figli di genitori separati. Ambientazioni in zone di relax, feste romantiche, passeggiate nella natura, lunghe attese dell’alba sul fare della notte. Piccolo grande film da tuffo nel cuore.
Disponibile su Prime Video, Google Play Film, Apple TV e You Tube.
23 Giugno.The Hard Way (1991), di John Badham
Probabilmente il miglior “buddy-movie” di sempre, sicuramente quello più spettacolare, con l’accoppiata James Woods e Michael J.Fox all’apice della forma e in perfetta sintonia. Dal ritmo indiavolato, verbale e d’azione, riesce ad intrattenere lestamente sulla falsariga di successi come 48 ore e Arma Letale. La metafora della vita degli attori nell’ambiente del cinema che si mettono in gioco sul campo in mestieri ad alto rischio - dal quale persino gli ispettori di polizia con assodata esperienza hanno qualcosa da imparare - ha dei risvolti assolutamente geniali, in un andirivieni di trovate spassose e adrenaliniche divenute rapidamente di culto. Il dilatato e pirotecnico finale è la ciliegina sulla torta.
Disponibile su Prime Video, Google Play Film, Apple TV e You Tube.
30 Giugno. La donna di sabbia (1964), di Hiroshi Teshigahara
Questa opprimente, accecante storia di un isolamento forzato che diviene via via simpatetico, ovattato in un bianco e nero che sa di vento e sabbia, non può non restare impressa nella mente. L’uomo-scienziato si affeziona, a poco a poco, alla donna-animale, mentre cerca di scoprire in quale modo fuggire via dalla capanna presente nella fossa di sabbia. La relazione che si sviluppa in quel caldo infernale, ha qualcosa di entomologico. Uno studio possente e ricercato sul comportamento umano in stati di pericolo. Il film impianta uno sguardo ipnotico, formalmente astratto e dalle lunghe inquadrature statiche. Influenzato dalla letteratura dell’assurdo beckettiana e dal Buñuel messicano, La donna di sabbia è la quintessenza del riuscito sodalizio, sull’asse scrittura-regia, tra Kobo Abe, sceneggiatore, e Hiroshi Teshigahara, regista. Sabbia e sesso si fondono sensibilmente in un tutt’uno di grande impatto visivo e sensoriale. Cinema d’Autore puro, nella vecchia accezione del termine.