di Aldo Lauro
NC-257
02.12.2024
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Dicembre, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film, che rielaborano ognuno a suo modo il tema del ricordo, da vedere durante il mese e appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
3 dicembre. Nostalghia (1983), di Andrej Tarkovskij
Tarkovskij intreccia il ricordo con la perdita, trasformando la memoria in un viaggio interiore di struggente bellezza. Tra paesaggi brumosi, la presenza permeante dell’acqua e silenzi contemplativi. Ogni immagine, densa di poesia, invita a riflettere sulla fragilità dell'identità e del tempo. Il protagonista, un poeta russo in viaggio in Italia, è il doppio del regista e, come Tarkovskij, vive il suo esilio: dalla memoria e dalla terra natia.
Disponibile su RaiPlay .
6 dicembre. Sans Soleil (1983), di Chris Marker
Un film-saggio che ci trasporta in un mosaico di immagini e pensieri. Marker esplora la memoria come un paesaggio fluido, dove il passato e il presente si intrecciano. Qui il tema del ricordo, formalizzato come scambio epistolare, affonda le sue radici nel viaggio e nella ricerca di stampo antropologico. Sandor Krasna, alter ego del regista, con la sua voce narrante ipnotica, ci guida attraverso luoghi, volti e frammenti di ricordo, creando un’esperienza che è al tempo stesso intima e universale.
Noleggiabile su You Tube.
8 dicembre. Un’ora sola ti vorrei (2002), di Alina Marazzi
Attraverso i filmati d’archivio della madre, Marazzi crea un’opera densa di tenerezza e dolore, dove la memoria diventa uno strumento di ricostruzione e di riconciliazione. La mancanza si trasforma in ricerca, e il ricordo si materializza in immagini delicate che rivelano frammenti di un legame familiare interrotto ma mai dimenticato. La ricerca sui filmati d’archivio è anche un’operazione per sensibilizzare lo spettatore sulla depressione, di cui la madre della regista era affetta.
Disponibile su Chili e noleggiabile su Amazon Prime Video e Apple TV.
9 dicembre. Nostra Signora dei Turchi (1968), di Carmelo Bene
Carmelo Bene sfida ogni convenzione con un’opera in cui la memoria è destrutturata, rielaborata, persino falsificata. Il Salento dell’infanzia si intreccia con eventi storici reinventati, creando un vortice di immagini e sensazioni che confonde realtà e fantasia. La memoria di un combattente cristiano in lotta contro l’invasione musulmana si fonde con quella del Bene-personaggio, in una miscela esplosiva, carica di furia iconoclasta. L’approccio sperimentale all’immagine e al suono dà vita a un’esperienza unica nella cinematografia italiana.
Disponibile su Amazon Prime Video e noleggiabile su You Tube e Google Play Film.
11 dicembre. L’anno scorso a Marienbad (1961), di Alain Resnais
Resnais scompone la narrazione tradizionale, creando un intricato gioco combinatorio dove il ricordo si mescola con l’incertezza. La memoria non è più un rifugio sicuro, ma un labirinto di percezioni, sensazioni e immagini. Un’esperienza cinematografica che sfida lo spettatore a perdersi e ritrovarsi.
Disponibile su CineAutore.
13 dicembre. La Coquille et le Clergyman (1928), di Germaine Dulac
La sceneggiatura di Antonin Artaud e le immagini di Dulac lavorano in sinergia scavando nell’inconscio, esplorando i legami tra memoria e sogno. Le immagini evocative e simboliche si susseguono in un flusso che rompe le convenzioni narrative, creando un’esperienza ipnotica e perturbante. Il film segue il filone surrealista che ha scosso l’immaginario europeo del Novecento.
17 dicembre. Meshes of the Afternoon (1943) di Maya Deren
Maya Deren, componente del New American Cinema Group, è il punto di contatto tra il surrealismo francese e il cinema d’avanguardia americano. Il suo lavoro esplora la memoria attraverso un montaggio e una ripetizione sperimentali. La struttura ellittica e le immagini ricorrenti creano una sorta di sogno a occhi aperti, dove la memoria si riflette su sé stessa come in uno specchio infinito.
23 dicembre. Film Blu (1993), di Krzysztof Kieślowski
La protagonista, segnata da una perdita devastante, affronta un percorso in cui la memoria del dolore si trasforma in un viaggio di liberazione. Kieślowski utilizza il colore blu per evocare il peso del ricordo e la ricerca di una nuova libertà emotiva, creando un’opera di struggente intensità.
Disponibile su Raro Video e noleggiabile su You Tube, Google Play Film, Apple TV e Tim Vision.
27 dicembre. Alice nelle città (1974), di Wim Wenders
Un giornalista apolide in crisi decide di catturare la realtà con delle Polaroid. Il film riflette sul tema del rapporto tra memoria e atto fotografico che, nella stampa delle Polaroid, diventa gesto materiale. Alice, la bambina che il giornalista incontra, è al tempo stesso Virgilio e Cicerone in un viaggio alla ricerca dell’identità. Il film è il primo capitolo della "trilogia della strada" firmata dal celebre regista di Düsseldorf.
Disponibile su CG Collection.
30 dicembre. 2046 (2004), di Wong Kar-wai
Durante l'apertura del capolavoro di Wong Kar-wai una voice over pronuncia queste parole: “Nell'anno 2046, una vasta rete ferroviaria attraversa il globo. Ogni tanto parte un treno misterioso per il 2046. Ogni passeggero che va nel 2046 ha la stessa intenzione: vuole riconquistare i ricordi perduti. Perché nel 2046 non cambia mai nulla”. La pellicola del regista hongkongese è un'esplosione difforme di frammenti in continua sospensione tra realtà e finzione. Chiusura della trilogia composta da Days of Being Wild (1990) e In the Mood for Love (2000), il film è un’opera erotica e sfaccettata sull’amore, sul destino e sul rimpianto.
Noleggiabile su Chili.
di Aldo Lauro
NC-257
02.12.2024
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Dicembre, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film, che rielaborano ognuno a suo modo il tema del ricordo, da vedere durante il mese e appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
3 dicembre. Nostalghia (1983), di Andrej Tarkovskij
Tarkovskij intreccia il ricordo con la perdita, trasformando la memoria in un viaggio interiore di struggente bellezza. Tra paesaggi brumosi, la presenza permeante dell’acqua e silenzi contemplativi. Ogni immagine, densa di poesia, invita a riflettere sulla fragilità dell'identità e del tempo. Il protagonista, un poeta russo in viaggio in Italia, è il doppio del regista e, come Tarkovskij, vive il suo esilio: dalla memoria e dalla terra natia.
Disponibile su RaiPlay .
6 dicembre. Sans Soleil (1983), di Chris Marker
Un film-saggio che ci trasporta in un mosaico di immagini e pensieri. Marker esplora la memoria come un paesaggio fluido, dove il passato e il presente si intrecciano. Qui il tema del ricordo, formalizzato come scambio epistolare, affonda le sue radici nel viaggio e nella ricerca di stampo antropologico. Sandor Krasna, alter ego del regista, con la sua voce narrante ipnotica, ci guida attraverso luoghi, volti e frammenti di ricordo, creando un’esperienza che è al tempo stesso intima e universale.
Noleggiabile su You Tube.
8 dicembre. Un’ora sola ti vorrei (2002), di Alina Marazzi
Attraverso i filmati d’archivio della madre, Marazzi crea un’opera densa di tenerezza e dolore, dove la memoria diventa uno strumento di ricostruzione e di riconciliazione. La mancanza si trasforma in ricerca, e il ricordo si materializza in immagini delicate che rivelano frammenti di un legame familiare interrotto ma mai dimenticato. La ricerca sui filmati d’archivio è anche un’operazione per sensibilizzare lo spettatore sulla depressione, di cui la madre della regista era affetta.
Disponibile su Chili e noleggiabile su Amazon Prime Video e Apple TV.
9 dicembre. Nostra Signora dei Turchi (1968), di Carmelo Bene
Carmelo Bene sfida ogni convenzione con un’opera in cui la memoria è destrutturata, rielaborata, persino falsificata. Il Salento dell’infanzia si intreccia con eventi storici reinventati, creando un vortice di immagini e sensazioni che confonde realtà e fantasia. La memoria di un combattente cristiano in lotta contro l’invasione musulmana si fonde con quella del Bene-personaggio, in una miscela esplosiva, carica di furia iconoclasta. L’approccio sperimentale all’immagine e al suono dà vita a un’esperienza unica nella cinematografia italiana.
Disponibile su Amazon Prime Video e noleggiabile su You Tube e Google Play Film.
11 dicembre. L’anno scorso a Marienbad (1961), di Alain Resnais
Resnais scompone la narrazione tradizionale, creando un intricato gioco combinatorio dove il ricordo si mescola con l’incertezza. La memoria non è più un rifugio sicuro, ma un labirinto di percezioni, sensazioni e immagini. Un’esperienza cinematografica che sfida lo spettatore a perdersi e ritrovarsi.
Disponibile su CineAutore.
13 dicembre. La Coquille et le Clergyman (1928), di Germaine Dulac
La sceneggiatura di Antonin Artaud e le immagini di Dulac lavorano in sinergia scavando nell’inconscio, esplorando i legami tra memoria e sogno. Le immagini evocative e simboliche si susseguono in un flusso che rompe le convenzioni narrative, creando un’esperienza ipnotica e perturbante. Il film segue il filone surrealista che ha scosso l’immaginario europeo del Novecento.
17 dicembre. Meshes of the Afternoon (1943) di Maya Deren
Maya Deren, componente del New American Cinema Group, è il punto di contatto tra il surrealismo francese e il cinema d’avanguardia americano. Il suo lavoro esplora la memoria attraverso un montaggio e una ripetizione sperimentali. La struttura ellittica e le immagini ricorrenti creano una sorta di sogno a occhi aperti, dove la memoria si riflette su sé stessa come in uno specchio infinito.
23 dicembre. Film Blu (1993), di Krzysztof Kieślowski
La protagonista, segnata da una perdita devastante, affronta un percorso in cui la memoria del dolore si trasforma in un viaggio di liberazione. Kieślowski utilizza il colore blu per evocare il peso del ricordo e la ricerca di una nuova libertà emotiva, creando un’opera di struggente intensità.
Disponibile su Raro Video e noleggiabile su You Tube, Google Play Film, Apple TV e Tim Vision.
27 dicembre. Alice nelle città (1974), di Wim Wenders
Un giornalista apolide in crisi decide di catturare la realtà con delle Polaroid. Il film riflette sul tema del rapporto tra memoria e atto fotografico che, nella stampa delle Polaroid, diventa gesto materiale. Alice, la bambina che il giornalista incontra, è al tempo stesso Virgilio e Cicerone in un viaggio alla ricerca dell’identità. Il film è il primo capitolo della "trilogia della strada" firmata dal celebre regista di Düsseldorf.
Disponibile su CG Collection.
30 dicembre. 2046 (2004), di Wong Kar-wai
Durante l'apertura del capolavoro di Wong Kar-wai una voice over pronuncia queste parole: “Nell'anno 2046, una vasta rete ferroviaria attraversa il globo. Ogni tanto parte un treno misterioso per il 2046. Ogni passeggero che va nel 2046 ha la stessa intenzione: vuole riconquistare i ricordi perduti. Perché nel 2046 non cambia mai nulla”. La pellicola del regista hongkongese è un'esplosione difforme di frammenti in continua sospensione tra realtà e finzione. Chiusura della trilogia composta da Days of Being Wild (1990) e In the Mood for Love (2000), il film è un’opera erotica e sfaccettata sull’amore, sul destino e sul rimpianto.
Noleggiabile su Chili.