NC-201
22.04.2024
Domani sera, 23 aprile, calerà il sipario sulla terza edizione della rassegna cinematografica Indocili al cinema Beltrade. Come vi avevamo già raccontato a settembre, Indocili è una rassegna che cerca di puntare il focus su giovani registi e registe under 35 che, con la loro arte, raccontano lo spaccato di due generazioni, millennials e genZ, descrivendo la società che viviamo tutti i giorni.
Per quest’ultima serata l’associazione Tafano, che organizza l’evento, si è superata, creando una connessione con un’altra realtà culturale che da più di vent’anni si occupa di una categoria cinematografica troppo spesso bistrattata, ma che in realtà si può considerare l’origine di tutto: i corti.
Concorto Film Festival, nato nel 2002, è un evento internazionale di cinema che, come esprime il nome stesso, si occupa di cortometraggi, ma non solo. Il Festival oltre al cinema, spazia anche nella ricerca delle arti visive fino a esplorare la musica sperimentale. Concorto Film Festival si svolge ogni anno ad agosto (quest’anno la 23a edizione andrà dal 17 al 24) a Pontenure, in provincia di Piacenza.
Insieme, Tafano e Concorto, portano al Cinema Beltrade un selezione di sei cortometraggi di giovani cineasti internazionali (tutte le migliori proposte under35 selezionati dal festival piacentino) che attraverso la macchina da presa, o l’animazione, ci parlano del disagio giovanile, il desiderio e l’amore familiare.
Compiamo insieme una breve panoramica sui nomi che saranno presenti domani all'evento.
Flóra Anna Buda, regista ungherese, sarà presente a Indocili con il suo corto 27, progetto che le ha fatto vincere la Palma d’oro nella categoria cortometraggi a Cannes 2023 e il Cristal Award du court métrage al Festival internazionale di Annecy. 27, film d’animazione di produzione francese ma in lingua ungherese, affronta la crisi dei giovani nell’uscire dal nido familiare e costruirsi una propria vita. Buda, con il suo stile di disegno, richiama alla mente le avanguardie artistiche del ‘900, creando un mix tra il costruttivismo russo (e forse anche un po’ il gigantismo di Picasso) e lo stile della celebre pittrice polacca Tamara de Lempicka, ma con i colori alla Matisse, tanto che una delle scene sembra richiamare La Danza, celebre dipinto del pittore francese. Il corto, nei suoi 10 minuti di durata, riesce ad essere un pugno nello stomaco per il realismo con cui traccia il disagio che un’intera generazione vive: quello di non poter possedere una casa e non sentirsi pienamente adulti. La protagonista, Alice, ha 27 anni e vive male la propria condizione, la ragazza abita ancora con i genitori e il fratellino, e per questo si sente una fallita. La regista mischia elementi drammatici, fantastici ed erotici, ricreando un vortice di colori e disperazione in cui ognuno di noi riesce ad identificarsi.
Lkhagvadulam Purev-Ochir, giovane regista originaria della Mongolia ma residente in Portogallo, presenta invece il corto del 2022 Snow In September, un coming of age, dalle note dolci-amari. Davka è un giovane ragazzo che trascorre le sue giornate in maniera tranquilla, tornando da scuola con l’amica di infanzia Anuka, e passando i suoi pomeriggi a studiare o a giocare ai videogiochi mentre sgranocchia degli snack. Un giorno la sua quotidianità viene messa sottosopra dall’incontro con una donna misteriosa, più grande di lui, che si autoinvita nella sua casa con la scusa di dover fare una telefonata. La presenza della donna risveglia in Davska un desiderio sessuale e sentimentale che lo porterà a rovinare i suoi rapporti con Anuka. Purev-Ochir rende protagoniste anche le architetture che circondano e ospitano la vita del protagonista, dall'appartamento dove vive - un ex costruzione sovietica - fino alla scuola dove passa metà delle sue giornate. Luoghi tranquilli e familiari a molti, ma che con la loro semplicità si contrappongono al tormento interiore del ragazzo.
Vytautas Katkus, regista lituano, è presente con il suo corto Cherry (Uogos), dove affronta il rapporto padre e figlio nel corso di una giornata. Lo scopo di Katkus è quello di mostrare un rapporto reale e non ricostruito tra due attori professionisti, per questo motivo ha deciso di non rimanere solo dietro alla macchina da presa, ma di “recitare” insieme a suo padre davanti ad essa. Il film ci presenta, quindi, le interazioni autentiche tra un genitore e il proprio figlio, dalla scelta di cosa mangiare a pranzo fino a lavorare insieme per raccogliere le ciliegie nel giardino di casa. Nonostante la breve durata, Cherry riesce a risultare intenso e a trasportare gli spettatori all’interno di un intimità familiare per poi stupire, sul finale, con un colpo di scena surrealista.
João Gonzalez proietta invece il suo pluripremiato Ice Merchants, presentato per la prima volta a Cannes nel 2022 e premiato dalla giuria come miglior corto. Un'opera che concentra in pochi minuti il racconto del legame tra un padre e suo figlio e il tema del lutto con uno stile di disegno minimal e raffinato. Con il suo ultimo progetto, il regista portoghese si è voluto concentrare sull’impatto che i gesti quotidiani hanno nei rapporti con le persone a noi più care. Il film racconta di un genitore e suo figlio - che vivono in una casa attaccata “pericolosamente” alla parete di una montagna - che ogni giorno si buttano con il paracadute fino a valle per portare il ghiaccio agli abitanti del paese sottostante. Ancora una volta Gonzàlez, attraverso l’utilizzo di pochi colori, riesce a imprimere un forte impatto emotivo sullo spettatore.
Christian Avilés, regista catalano, sarà presente con il suo corto La Herida Luminosa, dove esplora il tormento di un gruppo di ragazzi britannici che vivono senza il calore del sole. Un calore che ritrovano tutti in un viaggio a Mallorca, dove ammaliati dal sole cercano di diventare un tutt’uno con esso. Vediamo così i giovani dalla pelle scottata disperati nel tentativo di assorbire il più possibile quel calore che non possono trovare a casa loro, un incandescente desiderio che rischia di trasformarsi in tragedia.
Produttore, montatore e anche regista cinematografico, con il suo corotmetraggio Anthony Ing porterà ad Indocili la storia di una donna che ha animato gli sfondi del grande cinema ma di cui nessuno ha mai saputo il nome. Jill, Uncredited ricostruisce la carriera di Jill Goldston, una figurante che per oltre 50 anni ha partecipato a innumerevoli film, molti dei quali sono diventati dei cult della storia del cinema, ma che non è mai riuscita ad uscire dallo sfondo. Attraverso la storia di Goldston, Anthony Ing da voce a tutti coloro che sono rimasti nella penombra e che non sono mai riusciti a prendersi la scena, ma in fondo per diventare protagonisti della storia a volte basta solo cambiare punto di vista.
NC-201
22.04.2024
Domani sera, 23 aprile, calerà il sipario sulla terza edizione della rassegna cinematografica Indocili al cinema Beltrade. Come vi avevamo già raccontato a settembre, Indocili è una rassegna che cerca di puntare il focus su giovani registi e registe under 35 che, con la loro arte, raccontano lo spaccato di due generazioni, millennials e genZ, descrivendo la società che viviamo tutti i giorni.
Per quest’ultima serata l’associazione Tafano, che organizza l’evento, si è superata, creando una connessione con un’altra realtà culturale che da più di vent’anni si occupa di una categoria cinematografica troppo spesso bistrattata, ma che in realtà si può considerare l’origine di tutto: i corti.
Concorto Film Festival, nato nel 2002, è un evento internazionale di cinema che, come esprime il nome stesso, si occupa di cortometraggi, ma non solo. Il Festival oltre al cinema, spazia anche nella ricerca delle arti visive fino a esplorare la musica sperimentale. Concorto Film Festival si svolge ogni anno ad agosto (quest’anno la 23a edizione andrà dal 17 al 24) a Pontenure, in provincia di Piacenza.
Insieme, Tafano e Concorto, portano al Cinema Beltrade un selezione di sei cortometraggi di giovani cineasti internazionali (tutte le migliori proposte under35 selezionati dal festival piacentino) che attraverso la macchina da presa, o l’animazione, ci parlano del disagio giovanile, il desiderio e l’amore familiare.
Compiamo insieme una breve panoramica sui nomi che saranno presenti domani all'evento.
Flóra Anna Buda, regista ungherese, sarà presente a Indocili con il suo corto 27, progetto che le ha fatto vincere la Palma d’oro nella categoria cortometraggi a Cannes 2023 e il Cristal Award du court métrage al Festival internazionale di Annecy. 27, film d’animazione di produzione francese ma in lingua ungherese, affronta la crisi dei giovani nell’uscire dal nido familiare e costruirsi una propria vita. Buda, con il suo stile di disegno, richiama alla mente le avanguardie artistiche del ‘900, creando un mix tra il costruttivismo russo (e forse anche un po’ il gigantismo di Picasso) e lo stile della celebre pittrice polacca Tamara de Lempicka, ma con i colori alla Matisse, tanto che una delle scene sembra richiamare La Danza, celebre dipinto del pittore francese. Il corto, nei suoi 10 minuti di durata, riesce ad essere un pugno nello stomaco per il realismo con cui traccia il disagio che un’intera generazione vive: quello di non poter possedere una casa e non sentirsi pienamente adulti. La protagonista, Alice, ha 27 anni e vive male la propria condizione, la ragazza abita ancora con i genitori e il fratellino, e per questo si sente una fallita. La regista mischia elementi drammatici, fantastici ed erotici, ricreando un vortice di colori e disperazione in cui ognuno di noi riesce ad identificarsi.
Lkhagvadulam Purev-Ochir, giovane regista originaria della Mongolia ma residente in Portogallo, presenta invece il corto del 2022 Snow In September, un coming of age, dalle note dolci-amari. Davka è un giovane ragazzo che trascorre le sue giornate in maniera tranquilla, tornando da scuola con l’amica di infanzia Anuka, e passando i suoi pomeriggi a studiare o a giocare ai videogiochi mentre sgranocchia degli snack. Un giorno la sua quotidianità viene messa sottosopra dall’incontro con una donna misteriosa, più grande di lui, che si autoinvita nella sua casa con la scusa di dover fare una telefonata. La presenza della donna risveglia in Davska un desiderio sessuale e sentimentale che lo porterà a rovinare i suoi rapporti con Anuka. Purev-Ochir rende protagoniste anche le architetture che circondano e ospitano la vita del protagonista, dall'appartamento dove vive - un ex costruzione sovietica - fino alla scuola dove passa metà delle sue giornate. Luoghi tranquilli e familiari a molti, ma che con la loro semplicità si contrappongono al tormento interiore del ragazzo.
Vytautas Katkus, regista lituano, è presente con il suo corto Cherry (Uogos), dove affronta il rapporto padre e figlio nel corso di una giornata. Lo scopo di Katkus è quello di mostrare un rapporto reale e non ricostruito tra due attori professionisti, per questo motivo ha deciso di non rimanere solo dietro alla macchina da presa, ma di “recitare” insieme a suo padre davanti ad essa. Il film ci presenta, quindi, le interazioni autentiche tra un genitore e il proprio figlio, dalla scelta di cosa mangiare a pranzo fino a lavorare insieme per raccogliere le ciliegie nel giardino di casa. Nonostante la breve durata, Cherry riesce a risultare intenso e a trasportare gli spettatori all’interno di un intimità familiare per poi stupire, sul finale, con un colpo di scena surrealista.
João Gonzalez proietta invece il suo pluripremiato Ice Merchants, presentato per la prima volta a Cannes nel 2022 e premiato dalla giuria come miglior corto. Un'opera che concentra in pochi minuti il racconto del legame tra un padre e suo figlio e il tema del lutto con uno stile di disegno minimal e raffinato. Con il suo ultimo progetto, il regista portoghese si è voluto concentrare sull’impatto che i gesti quotidiani hanno nei rapporti con le persone a noi più care. Il film racconta di un genitore e suo figlio - che vivono in una casa attaccata “pericolosamente” alla parete di una montagna - che ogni giorno si buttano con il paracadute fino a valle per portare il ghiaccio agli abitanti del paese sottostante. Ancora una volta Gonzàlez, attraverso l’utilizzo di pochi colori, riesce a imprimere un forte impatto emotivo sullo spettatore.
Christian Avilés, regista catalano, sarà presente con il suo corto La Herida Luminosa, dove esplora il tormento di un gruppo di ragazzi britannici che vivono senza il calore del sole. Un calore che ritrovano tutti in un viaggio a Mallorca, dove ammaliati dal sole cercano di diventare un tutt’uno con esso. Vediamo così i giovani dalla pelle scottata disperati nel tentativo di assorbire il più possibile quel calore che non possono trovare a casa loro, un incandescente desiderio che rischia di trasformarsi in tragedia.
Produttore, montatore e anche regista cinematografico, con il suo corotmetraggio Anthony Ing porterà ad Indocili la storia di una donna che ha animato gli sfondi del grande cinema ma di cui nessuno ha mai saputo il nome. Jill, Uncredited ricostruisce la carriera di Jill Goldston, una figurante che per oltre 50 anni ha partecipato a innumerevoli film, molti dei quali sono diventati dei cult della storia del cinema, ma che non è mai riuscita ad uscire dallo sfondo. Attraverso la storia di Goldston, Anthony Ing da voce a tutti coloro che sono rimasti nella penombra e che non sono mai riusciti a prendersi la scena, ma in fondo per diventare protagonisti della storia a volte basta solo cambiare punto di vista.