NC-46
02.03.2021
A 15 anni dall’uscita di The Fall, presentato per la prima volta nel 2006 e mai arrivato nelle sale italiane, ricordiamo questa affascinante e delirante celebrazione dell’arte cinematografica, un racconto nei racconti che dà l’impressione di crearsi man mano che va avanti. In un momento storico in cui siamo costretti a stare chiusi nelle nostre case e nelle nostre città, The Fall ci porta con sé in questa assurda e bizzarra follia visiva, facendoci viaggiare lontano dalla realtà verso una dimensione surreale ancora inesplorata.
Tarsem Singh, ispirandosi liberamente al film Bulgaro del 1981 Yo Ho Ho di Valeri Petrov, crea un immaginario assurdo e insensato che a prima vista può sembrare quasi una trasposizione cinematografica di un’opera di Salvador Dalì, riuscendo però a regalarci una vitalità che poche pellicole riescono ad evocare. Singh, che è stato regista di video musicali e pubblicità per più di vent’anni, si autofinanziò la pellicola impiegando quasi 17 anni nella pre-produzione del film alla ricerca delle location adatte. L’incredibile scenografia di The Fall è infatti creata da inimmaginabili paesaggi sparsi in più di venti paesi diversi: le montagne di sabbia dai colori vividi, le architetture impossibili, le città blu e i templi nascosti tra la rigogliosa foresta tropicale sono tutti luoghi rintracciabili su questo pianeta. E in un'epoca cinematografica in cui siamo così abituati agli effetti digitali, The Fall risulta una perla nel deserto, la cui bellezza e ampiezza di visione ci portano a riapprezzare la bellezza del vero.
Il film è ambientato nel 1915 in un ospedale di Los Angeles, dove lo stuntman di film muti Roy Walker, interpretato da Lee Pace, è bloccato a letto a seguito di un incidente avvenuto durante le riprese. Alexandria, interpretata dalla piccola attrice rumena Catinca Untaru, anche lei ricoverata, vaga nel reparto e stringe amicizia con Roy, che comincia a raccontarle una fiaba epica di amore e vendetta, coinvolgendo avventurieri che cambiano aspetto tanto velocemente quanto può farlo solo l’immaginazione di una bambina. È infatti la sua fantasia che crea le immagini vivide della storia di Roy, e possiede una purezza e una potenza tali da essere al di fuori di ogni immaginazione. Se la narrazione e la recitazione non sono sempre all’altezza della scenografia, c’è comunque abbastanza invenzione, azione e goffa teatralità da rendere il film estremamente magico e simbolico.
The Fall è un progetto multietnico, che non coinvolge solo paesaggi suggestivi situati nei più diversi luoghi del globo, ma anche vari esponenti di diverse civiltà: i personaggi includono infatti un ex schiavo africano, un guerriero indiano, un esperto di esplosivi italiano, Alessandro Magno e Charles Darwin. Unito infine ai meravigliosi e colorati costumi creati dal premio oscar Eiko Ishioka, è chiaro come The Fall sia una dichiarazione d’amore alla settima arte, e deve essere vissuto e scoperto individualmente con il cuore, gli occhi e la mente.
NC-46
02.03.2021
A 15 anni dall’uscita di The Fall, presentato per la prima volta nel 2006 e mai arrivato nelle sale italiane, ricordiamo questa affascinante e delirante celebrazione dell’arte cinematografica, un racconto nei racconti che dà l’impressione di crearsi man mano che va avanti. In un momento storico in cui siamo costretti a stare chiusi nelle nostre case e nelle nostre città, The Fall ci porta con sé in questa assurda e bizzarra follia visiva, facendoci viaggiare lontano dalla realtà verso una dimensione surreale ancora inesplorata.
Tarsem Singh, ispirandosi liberamente al film Bulgaro del 1981 Yo Ho Ho di Valeri Petrov, crea un immaginario assurdo e insensato che a prima vista può sembrare quasi una trasposizione cinematografica di un’opera di Salvador Dalì, riuscendo però a regalarci una vitalità che poche pellicole riescono ad evocare. Singh, che è stato regista di video musicali e pubblicità per più di vent’anni, si autofinanziò la pellicola impiegando quasi 17 anni nella pre-produzione del film alla ricerca delle location adatte. L’incredibile scenografia di The Fall è infatti creata da inimmaginabili paesaggi sparsi in più di venti paesi diversi: le montagne di sabbia dai colori vividi, le architetture impossibili, le città blu e i templi nascosti tra la rigogliosa foresta tropicale sono tutti luoghi rintracciabili su questo pianeta. E in un'epoca cinematografica in cui siamo così abituati agli effetti digitali, The Fall risulta una perla nel deserto, la cui bellezza e ampiezza di visione ci portano a riapprezzare la bellezza del vero.
Il film è ambientato nel 1915 in un ospedale di Los Angeles, dove lo stuntman di film muti Roy Walker, interpretato da Lee Pace, è bloccato a letto a seguito di un incidente avvenuto durante le riprese. Alexandria, interpretata dalla piccola attrice rumena Catinca Untaru, anche lei ricoverata, vaga nel reparto e stringe amicizia con Roy, che comincia a raccontarle una fiaba epica di amore e vendetta, coinvolgendo avventurieri che cambiano aspetto tanto velocemente quanto può farlo solo l’immaginazione di una bambina. È infatti la sua fantasia che crea le immagini vivide della storia di Roy, e possiede una purezza e una potenza tali da essere al di fuori di ogni immaginazione. Se la narrazione e la recitazione non sono sempre all’altezza della scenografia, c’è comunque abbastanza invenzione, azione e goffa teatralità da rendere il film estremamente magico e simbolico.
The Fall è un progetto multietnico, che non coinvolge solo paesaggi suggestivi situati nei più diversi luoghi del globo, ma anche vari esponenti di diverse civiltà: i personaggi includono infatti un ex schiavo africano, un guerriero indiano, un esperto di esplosivi italiano, Alessandro Magno e Charles Darwin. Unito infine ai meravigliosi e colorati costumi creati dal premio oscar Eiko Ishioka, è chiaro come The Fall sia una dichiarazione d’amore alla settima arte, e deve essere vissuto e scoperto individualmente con il cuore, gli occhi e la mente.