Quando il cinema incontra la musica
il risultato può essere stupefacente
scritto da redazione ODG
TR-37
17.10.2021
Dagli albori del cinema all’epoca d’oro di Hollywood, la forma d’arte che più di ogni altra ha condizionato la narrazione cinematografica nel suo processo di scrittura e, conseguentemente, nella successiva messa in scena è stata il teatro. Lo stesso non si puó dire degli ultimi quarant’anni di storia del cinema, dove probabilmente è stato il videoclip a influenzare maggiormente la sintassi del linguaggio cinematografico. L’esplosione della popolarità che ha avuto il mezzo televisivo dagli anni sessanta in poi ha permesso alle major discografiche di sfruttare questo strumento per promuovere la loro musica attraverso questa forma d’arte. Forma d’arte che però ha origini ben piú lontane. Per molti, il primo video musicale della storia risalirebbe alla fine degli anni cinquanta, Dáme si do bytu diretto da Ladislav Rychman, secondo altri si tratterebbe invece del filmato musicale italiano del cantante Don Marino Barreto Jr, sulle note di Altagracia, realizzato per la produzione del prototipo del Cinebox, un juke-box con schermo:
Ma il videoclip ha avuto la sua consacrazione massima attraverso il mezzo televisivo dagli anni ottanta alla metà degli anni duemila, quando Youtube è entrato nelle nostre vite e ha costretto MTV ha cambiare completamente la propria identità editoriale. Nell’universo transmediale nel quale siamo immersi oggi, il videoclip rappresenta probabilmente lo strumento piú diffuso che permette, a giovani registi di tutto il mondo, di girare con mezzi cinematografici, sviluppando una propria poetica dell’immagine.
Di seguito, la redazione ha selezionato i migliori video musicali diretti da registi cinematografici.
John Landis
Thriller - Michael Jackson
1984
Non è un caso che il videoclip di Thriller nel 2017 sia stato presentato insieme al documentario Making of Michael Jackson’s Thriller alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in una versione restaurata e riconvertita in 3D. Lo schermo del cinema rappresenta quindi una delle possibili dimore di questo prodotto audiovisivo, e a confermarlo è la stessa scelta del regista, John Landis, di girare un cortometraggio piuttosto che un videoclip.
Questi 14 minuti, infatti, grazie all’intervento di Rick Baker, premio Oscar per miglior trucco nel 1982, e grazie al lavoro di Deborah Nadoolman, costumista anche de I predatori dell’arca perduta, non hanno nulla da invidiare alla produzione di un film canonico.
Anche Rod Temperton, compositore del brano, ha contribuito ad indirizzare la canzone verso una direzione sempre più cinematografica, tramite l’introduzione nella traccia sonora di porte che cigolano, ululati e passi sospetti. Vincente, però, è stata soprattutto la decisione di aggiungere la voce di Vincent Price, capace di rievocare le atmosfere dei film di Corman e di Un lupo mannaro americano a Londra, la cui visione diede a Michael Jackson l’ispirazione per l’ambientazione horror di Thriller.
Scritto da Alice De Luca
Spike Jonze
Praise You - Fatboy Slim
1998
Pochi registi cinematografici sono stati in grado di influenzare così tanto il mondo dei videoclip come Spike Jonze. Autore di innumerevoli video passati alla storia, ha sempre contraddistinto il suo lavoro facendosi guidare dalle idee, dalle intuizioni più che dalla ricerca di una perfezione estetica. Praise You dei Fatboy Slim è il manifesto di Jonze, dove è l’idea condivisa con il musicista ad indicare la strada. Il regista mandò ai Fatboy Slim un video di referenza in cui lui stesso, insieme a dei ballerini, mettevano in scena di fronte a un cinema una coreografia tra l’incredulità degli spettatori sbalorditi. L’idea piacque talmente tanto ai Fatboy Slim che decisero di usare quello stesso video come videoclip ufficiale di uno dei loro più grandi successi commerciali di sempre.
Scritto da Edoardo Torraca
Martin Scorsese
Bad - Michael Jackson
1987
Michael Jackson ha avuto la capacità di rivoluzionare il concetto del video musicale, trasformandolo in un prodotto in cui la narrazione è al centro del progetto e diventa estensione dell’artista stesso. Dopo il successo di Thriller, Jackson ripropose il format del cortometraggio in Bad, dove Martin Scorsese, insieme alla sua squadra, fu capace di creare un musical moderno ed aggressivo in grado di mostrare lo smisurato talento polivalente dell’artista. Il videoclip rappresentò inoltre l’inizio della carriera di un allora sconosciuto Wesley Snipes.
Scritto da Edoardo Torraca
Lynne Ramsay
Black and White Town – Doves (Director's Cut)
2005
Dopo l’uscita di Morvern Callar nel 2002, dovettero passare altri nove anni prima che Lynne Ramsay tornasse a girare un film. A parte l’aver abbandonato tra frustrazioni artistiche e personali l’adattamento di The Lovely Bones (che poi finì nelle mani di Peter Jackson), del lungo iato di Ramsay si sa poco e nulla. L’unico progetto di questo periodo a portare il suo nome è il videoclip di Black and White Town dei Doves. Girato tra le case popolari di Summerston al nord di Glasgow (città natale di Ramsay), il video ritrae la quotidiana instabilità emotiva della gioventù della zona, tematica già presente nel suo film di debutto Ratcatcher. Si tratta dell’unico videoclip girato dalla regista scozzese, e forse anche di uno degli unici di sempre ad aver ricevuto un director’s cut.
Scritto da Rodrigo Mella
Sam Taylor-Johnson
ÜBerlin - R.E.M.
2010
Prima di Cinquanta sfumature di grigio e prima di approdare al cinema, Sam Taylor-Johnson è stata una famosissima fotografa, le cui foto sono state esposte in alcuni dei musei più importanti al mondo, dal MoMA alla Biennale. Il loro focus è sempre stato il movimento corporeo e la rappresentazione delle emozioni umane, e il videoclip diretto dalla Taylor-Johnson stessa per i R.E.M., che ha anticipato di poco lo scioglimento della band, ne è un esempio perfetto.
I movimenti scomposti e macchiettistici di suo marito, Aaron Taylor-Johnson, che ipnotizza lo spettatore, per quanto possano far sembrare il video semplicistico nella sua interpretazione, celano in realtà una lettura più profonda. L’attore infatti mette in scena ciò che ognuno di noi vorrebbe fare ma non può a causa delle implicite regole comportamentali imposte della nostra società. Il senso del pudore non ci permette di esprimerci come vorremmo davvero, e così in una città deserta (che è però Londra e non Berlino), lontano da occhi indiscreti, il ragazzo si sente libero di esprimersi a ritmo della musica.
Scritto da Aureliana Bontempo
Sofia Coppola
Chloroform - Phoenix
2013
Nel 2013, dopo ben quattro anni di silenzio, i Phoenix pubblicano il loro quinto album dal titolo Bankrupt. Come alcuni sapranno, il frontman della band francese, Thomas Mars, è l’attuale marito di Sofia Coppola. Nonostante non fossero mancate le collaborazioni con la famiglia Coppola, quello di Chloroform è in effetti il primo video che porta la firma di Sofia, e non di suo fratello Roman. La première è stata affidata al MoMa PopRally, dove durante un’intervista la regista ha reso noto di aver tratto ispirazione osservando una foto del libro The age of adolescence, di Joseph Sterling.
La narrazione del video di Chloroform è molto semplice. La rock band è su un palco mentre si sta esibendo. La loro figura non è chiara, appaiono completamente in controluce, come fossero delle ombre prive di corpo. Quello che interessa lo sguardo della regista non è la band, ma il suo pubblico. Abbandonato l’uso del colore, Sofia Coppola guarda con dolcezza e attenzione i volti e le espressioni estasiate delle protagoniste. Adorazione, speranza e un forte slancio di romanticismo. Ancora una volta la narrazione della regista è fatta di giovani eroine, che da sempre popolano il suo cinema. Ogni espressione delle ragazze diviene specchio del potere non solo della musica, ma del live inteso come unico momento in grado di fermare il tempo e svuotare i corpi dalle emozioni più profonde.
Scritto da Diana Incorvaia
Quando il cinema incontra la musica
il risultato può essere stupefacente
scritto da redazione ODG
TR-37
17.10.2021
Dagli albori del cinema all’epoca d’oro di Hollywood, la forma d’arte che più di ogni altra ha condizionato la narrazione cinematografica nel suo processo di scrittura e, conseguentemente, nella successiva messa in scena è stata il teatro. Lo stesso non si puó dire degli ultimi quarant’anni di storia del cinema, dove probabilmente è stato il videoclip a influenzare maggiormente la sintassi del linguaggio cinematografico. L’esplosione della popolarità che ha avuto il mezzo televisivo dagli anni sessanta in poi ha permesso alle major discografiche di sfruttare questo strumento per promuovere la loro musica attraverso questa forma d’arte. Forma d’arte che però ha origini ben piú lontane. Per molti, il primo video musicale della storia risalirebbe alla fine degli anni cinquanta, Dáme si do bytu diretto da Ladislav Rychman, secondo altri si tratterebbe invece del filmato musicale italiano del cantante Don Marino Barreto Jr, sulle note di Altagracia, realizzato per la produzione del prototipo del Cinebox, un juke-box con schermo:
Ma il videoclip ha avuto la sua consacrazione massima attraverso il mezzo televisivo dagli anni ottanta alla metà degli anni duemila, quando Youtube è entrato nelle nostre vite e ha costretto MTV ha cambiare completamente la propria identità editoriale. Nell’universo transmediale nel quale siamo immersi oggi, il videoclip rappresenta probabilmente lo strumento piú diffuso che permette, a giovani registi di tutto il mondo, di girare con mezzi cinematografici, sviluppando una propria poetica dell’immagine.
Di seguito, la redazione ha selezionato i migliori video musicali diretti da registi cinematografici.
John Landis
Thriller - Michael Jackson
1984
Non è un caso che il videoclip di Thriller nel 2017 sia stato presentato insieme al documentario Making of Michael Jackson’s Thriller alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in una versione restaurata e riconvertita in 3D. Lo schermo del cinema rappresenta quindi una delle possibili dimore di questo prodotto audiovisivo, e a confermarlo è la stessa scelta del regista, John Landis, di girare un cortometraggio piuttosto che un videoclip.
Questi 14 minuti, infatti, grazie all’intervento di Rick Baker, premio Oscar per miglior trucco nel 1982, e grazie al lavoro di Deborah Nadoolman, costumista anche de I predatori dell’arca perduta, non hanno nulla da invidiare alla produzione di un film canonico.
Anche Rod Temperton, compositore del brano, ha contribuito ad indirizzare la canzone verso una direzione sempre più cinematografica, tramite l’introduzione nella traccia sonora di porte che cigolano, ululati e passi sospetti. Vincente, però, è stata soprattutto la decisione di aggiungere la voce di Vincent Price, capace di rievocare le atmosfere dei film di Corman e di Un lupo mannaro americano a Londra, la cui visione diede a Michael Jackson l’ispirazione per l’ambientazione horror di Thriller.
Scritto da Alice De Luca
Spike Jonze
Praise You - Fatboy Slim
1998
Pochi registi cinematografici sono stati in grado di influenzare così tanto il mondo dei videoclip come Spike Jonze. Autore di innumerevoli video passati alla storia, ha sempre contraddistinto il suo lavoro facendosi guidare dalle idee, dalle intuizioni più che dalla ricerca di una perfezione estetica. Praise You dei Fatboy Slim è il manifesto di Jonze, dove è l’idea condivisa con il musicista ad indicare la strada. Il regista mandò ai Fatboy Slim un video di referenza in cui lui stesso, insieme a dei ballerini, mettevano in scena di fronte a un cinema una coreografia tra l’incredulità degli spettatori sbalorditi. L’idea piacque talmente tanto ai Fatboy Slim che decisero di usare quello stesso video come videoclip ufficiale di uno dei loro più grandi successi commerciali di sempre.
Scritto da Edoardo Torraca
Martin Scorsese
Bad - Michael Jackson
1987
Michael Jackson ha avuto la capacità di rivoluzionare il concetto del video musicale, trasformandolo in un prodotto in cui la narrazione è al centro del progetto e diventa estensione dell’artista stesso. Dopo il successo di Thriller, Jackson ripropose il format del cortometraggio in Bad, dove Martin Scorsese, insieme alla sua squadra, fu capace di creare un musical moderno ed aggressivo in grado di mostrare lo smisurato talento polivalente dell’artista. Il videoclip rappresentò inoltre l’inizio della carriera di un allora sconosciuto Wesley Snipes.
Scritto da Edoardo Torraca
Lynne Ramsay
Black and White Town – Doves (Director's Cut)
2005
Dopo l’uscita di Morvern Callar nel 2002, dovettero passare altri nove anni prima che Lynne Ramsay tornasse a girare un film. A parte l’aver abbandonato tra frustrazioni artistiche e personali l’adattamento di The Lovely Bones (che poi finì nelle mani di Peter Jackson), del lungo iato di Ramsay si sa poco e nulla. L’unico progetto di questo periodo a portare il suo nome è il videoclip di Black and White Town dei Doves. Girato tra le case popolari di Summerston al nord di Glasgow (città natale di Ramsay), il video ritrae la quotidiana instabilità emotiva della gioventù della zona, tematica già presente nel suo film di debutto Ratcatcher. Si tratta dell’unico videoclip girato dalla regista scozzese, e forse anche di uno degli unici di sempre ad aver ricevuto un director’s cut.
Scritto da Rodrigo Mella
Sam Taylor-Johnson
ÜBerlin - R.E.M.
2010
Prima di Cinquanta sfumature di grigio e prima di approdare al cinema, Sam Taylor-Johnson è stata una famosissima fotografa, le cui foto sono state esposte in alcuni dei musei più importanti al mondo, dal MoMA alla Biennale. Il loro focus è sempre stato il movimento corporeo e la rappresentazione delle emozioni umane, e il videoclip diretto dalla Taylor-Johnson stessa per i R.E.M., che ha anticipato di poco lo scioglimento della band, ne è un esempio perfetto.
I movimenti scomposti e macchiettistici di suo marito, Aaron Taylor-Johnson, che ipnotizza lo spettatore, per quanto possano far sembrare il video semplicistico nella sua interpretazione, celano in realtà una lettura più profonda. L’attore infatti mette in scena ciò che ognuno di noi vorrebbe fare ma non può a causa delle implicite regole comportamentali imposte della nostra società. Il senso del pudore non ci permette di esprimerci come vorremmo davvero, e così in una città deserta (che è però Londra e non Berlino), lontano da occhi indiscreti, il ragazzo si sente libero di esprimersi a ritmo della musica.
Scritto da Aureliana Bontempo
Sofia Coppola
Chloroform - Phoenix
2013
Nel 2013, dopo ben quattro anni di silenzio, i Phoenix pubblicano il loro quinto album dal titolo Bankrupt. Come alcuni sapranno, il frontman della band francese, Thomas Mars, è l’attuale marito di Sofia Coppola. Nonostante non fossero mancate le collaborazioni con la famiglia Coppola, quello di Chloroform è in effetti il primo video che porta la firma di Sofia, e non di suo fratello Roman. La première è stata affidata al MoMa PopRally, dove durante un’intervista la regista ha reso noto di aver tratto ispirazione osservando una foto del libro The age of adolescence, di Joseph Sterling.
La narrazione del video di Chloroform è molto semplice. La rock band è su un palco mentre si sta esibendo. La loro figura non è chiara, appaiono completamente in controluce, come fossero delle ombre prive di corpo. Quello che interessa lo sguardo della regista non è la band, ma il suo pubblico. Abbandonato l’uso del colore, Sofia Coppola guarda con dolcezza e attenzione i volti e le espressioni estasiate delle protagoniste. Adorazione, speranza e un forte slancio di romanticismo. Ancora una volta la narrazione della regista è fatta di giovani eroine, che da sempre popolano il suo cinema. Ogni espressione delle ragazze diviene specchio del potere non solo della musica, ma del live inteso come unico momento in grado di fermare il tempo e svuotare i corpi dalle emozioni più profonde.
Scritto da Diana Incorvaia