NC-36
31.10.2020
Siamo alle porte di un Halloween che ricorderemo per molto tempo. La pandemia ci costringe a rimanere tra le mura di casa e quale migliore occasione per godersi un bel film che ci turbi profondamente nell’animo? Vi consigliamo tre titoli accomunati da un fil rouge decisamente insolito: gli antagonisti sono tutti direttori d’orchestra e l’ossessione per la musica è lo strumento per manifestare il male.
The Perfection di Richard Shepard: un violoncello in due, corpi imperfetti e armonie mutilate (disponibile su Netflix)
La storia d’amore tra Lizzie e Charlotte nasconde torbidi segreti che legano le ragazze al misterioso e sadico maestro Anton, e le due si troveranno a riconoscersi alleate, oltre che amanti, nello smascheramento delle torture perpetrate dall’uomo e dai suoi colleghi nella loro scuola di musica. Oltre ad essere una storia di vendetta, la pellicola inserisce elementi body horror nella sua confusionaria ma audace messa in scena. L’entusiasmante scena finale riflette proprio, senza spoiler, su quanto un corpo imperfetto diventi di nuovo efficiente se collabora orchestralmente con qualcuno di altrettanto imperfetto ma funzionale alla causa, il che potrebbe essere letto come un melenso e discutibile rinvio alle recenti teorie di mindfullness e supporto psicologico spiccio. Ciò non toglie che, sul piano estetico e filmico, la collaborazione fra due ragazze distrutte dai traumi e riscopertesi alleate si tramuta in una scena di enorme impatto e potenza simbolica: il corpo ferito che ne incontra un altro, completa l’incompletabile, esegue un’armonia bizzarra e impossibile senza tale sinodo.
Notturno di Zu Quirke: suona come se avessi il diavolo dentro, paniste diaboliche e armonie rivali (disponibile su Amazon Prime Video)
Proseguiamo il percorso triadico con la seconda tappa, dove l’armonia “a lieto fine” delle violoncelliste alleate contro il maestro crudele si tramuta in un’armonia sovrannaturale e diabolica per natura, che all’alleanza sostituisce lo scontro tra rivali. Sono infatti le sorelle musiciste protagoniste a portare avanti una lotta tra scherzi, vere e proprie cattiverie e un tentativo continuo di prevaricare sull’altra, fino alla totale perdita di controllo. Juliet, invidiosa della sorella Vivian che ha più successo di lei nel percorso di studio musicale ma anche nella vita, inizia ad ossessionarsi dopo la visione di una serie di misteriosi presentimenti dedotti dal quaderno di una ragazza suicida, per ottenere prestigio in cambio di una totale devozione al demonio.Il finale tragico è l’epilogo annunciato di una parabola simile quella di personaggi mitici e letterari, vedasi Dorian Gray, i quali cedono l’anima al maligno in cambio di successi terreni di cui divengono dipendenti. La famiglia come covo di rancori dunque, all’interno della quale si sviluppa il germe dell’invidia che rovina un’intera vita ad inseguire una perfezione utopica. Il talento cede il passo all’ossessione, il merito crolla di fronte al delirio, niente di umano nella speranza di oltrepassare gli stessi limiti che definiscono che cosa sia umano.
Whiplash di Damien Chazelle: Non voglio deluderla signore, armonie servili. (disponibile su Netflix)
Il film più famoso dei tre citati, con la sua dinamica deviata di legame servo-padrone hegeliana sotto forma di relazione maestro-allievo nel settore del Jazz, tradizionalmente il genere più complesso e che richiede maggiore dedizione. Film che vive del paradosso insito nel suo finale, del sorriso ammiccante tra il giovane Andrew e il suo amato-odiato guru Fletcher, dopo dolore e tradimenti che questi riserva al pupillo preso sotto la propria ala. Un’intera vita dedicata alla ricerca della perfezione, non si tratta di invidia verso qualcuno, l’ideale diventa la ricerca estenuante di quella nota che chiuda la composizione, dopo la quale si può morire, realizzati, felici in quanto perfetti.
NC-36
31.10.2020
Siamo alle porte di un Halloween che ricorderemo per molto tempo. La pandemia ci costringe a rimanere tra le mura di casa e quale migliore occasione per godersi un bel film che ci turbi profondamente nell’animo? Vi consigliamo tre titoli accomunati da un fil rouge decisamente insolito: gli antagonisti sono tutti direttori d’orchestra e l’ossessione per la musica è lo strumento per manifestare il male.
The Perfection di Richard Shepard: un violoncello in due, corpi imperfetti e armonie mutilate (disponibile su Netflix)
La storia d’amore tra Lizzie e Charlotte nasconde torbidi segreti che legano le ragazze al misterioso e sadico maestro Anton, e le due si troveranno a riconoscersi alleate, oltre che amanti, nello smascheramento delle torture perpetrate dall’uomo e dai suoi colleghi nella loro scuola di musica. Oltre ad essere una storia di vendetta, la pellicola inserisce elementi body horror nella sua confusionaria ma audace messa in scena. L’entusiasmante scena finale riflette proprio, senza spoiler, su quanto un corpo imperfetto diventi di nuovo efficiente se collabora orchestralmente con qualcuno di altrettanto imperfetto ma funzionale alla causa, il che potrebbe essere letto come un melenso e discutibile rinvio alle recenti teorie di mindfullness e supporto psicologico spiccio. Ciò non toglie che, sul piano estetico e filmico, la collaborazione fra due ragazze distrutte dai traumi e riscopertesi alleate si tramuta in una scena di enorme impatto e potenza simbolica: il corpo ferito che ne incontra un altro, completa l’incompletabile, esegue un’armonia bizzarra e impossibile senza tale sinodo.
Notturno di Zu Quirke: suona come se avessi il diavolo dentro, paniste diaboliche e armonie rivali (disponibile su Amazon Prime Video)
Proseguiamo il percorso triadico con la seconda tappa, dove l’armonia “a lieto fine” delle violoncelliste alleate contro il maestro crudele si tramuta in un’armonia sovrannaturale e diabolica per natura, che all’alleanza sostituisce lo scontro tra rivali. Sono infatti le sorelle musiciste protagoniste a portare avanti una lotta tra scherzi, vere e proprie cattiverie e un tentativo continuo di prevaricare sull’altra, fino alla totale perdita di controllo. Juliet, invidiosa della sorella Vivian che ha più successo di lei nel percorso di studio musicale ma anche nella vita, inizia ad ossessionarsi dopo la visione di una serie di misteriosi presentimenti dedotti dal quaderno di una ragazza suicida, per ottenere prestigio in cambio di una totale devozione al demonio.Il finale tragico è l’epilogo annunciato di una parabola simile quella di personaggi mitici e letterari, vedasi Dorian Gray, i quali cedono l’anima al maligno in cambio di successi terreni di cui divengono dipendenti. La famiglia come covo di rancori dunque, all’interno della quale si sviluppa il germe dell’invidia che rovina un’intera vita ad inseguire una perfezione utopica. Il talento cede il passo all’ossessione, il merito crolla di fronte al delirio, niente di umano nella speranza di oltrepassare gli stessi limiti che definiscono che cosa sia umano.
Whiplash di Damien Chazelle: Non voglio deluderla signore, armonie servili. (disponibile su Netflix)
Il film più famoso dei tre citati, con la sua dinamica deviata di legame servo-padrone hegeliana sotto forma di relazione maestro-allievo nel settore del Jazz, tradizionalmente il genere più complesso e che richiede maggiore dedizione. Film che vive del paradosso insito nel suo finale, del sorriso ammiccante tra il giovane Andrew e il suo amato-odiato guru Fletcher, dopo dolore e tradimenti che questi riserva al pupillo preso sotto la propria ala. Un’intera vita dedicata alla ricerca della perfezione, non si tratta di invidia verso qualcuno, l’ideale diventa la ricerca estenuante di quella nota che chiuda la composizione, dopo la quale si può morire, realizzati, felici in quanto perfetti.