NC-57
20.05.2021
Battiato è l’artista eclettico per eccellenza che lungo l’arco di tutta la sua carriera non ha mai smesso di sperimentare e giocare con la contaminazione delle arti tra loro. Ogni sua manifestazione è stata avanguardia pura e creazione di possibilità espressive libere e sconfinate. Con le sue musiche e i suoi testi poetici evocava immagini molto forti e l’approdo alla macchina da presa, considerando anche la sua attrazione per la tecnologia, non poteva non arrivare. Non solo ha diretto tutti i suoi iconici videoclip dal 1979 (raccolti in un unico dvd, Dal cinghiale al cammello) ma è stato regista di ben tre lungometraggi e quattro documentari.
Il suo esordio avviene nel 2003 con Perdutoamor di cui è anche sceneggiatore, con il quale vince il Nastro d’argento come Miglior regista esordiente. Corrado Fortuna, Ninni Bruschetta, Donatella Finocchiaro affiancati da grandi nomi della scena musicale con i vari cameo di Francesco De Gregori, Morgan e Giovanni Lindo Ferretti, danno vita a un’esperienza cinematografica che sa di bildungsroman autobiografico in cui un ragazzo negli anni 60 lascia una Sicilia surreale per una Milano decisamente più moderna. Il suo secondo film, Musikanten (2005), arriva anche al Festival di Venezia nella categoria Orizzonti. Alejandro Jodorowsky, regista e fumettista cileno, è Ludwig van Beethoven, mentre Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni sono gli autori di un programma televisivo che si sottopongono all’ipnosi per avventurarsi nel mondo onirico. Niente è come sembra (2007), con protagonista Giulio Brogi, continua il suo viaggio nella spiritualità avvicinandosi al mondo della metafisica e dei tarocchi. Continuerà poi il suo percorso dietro la macchina da presa con diversi documentari, tra cui uno sulla vita di Giuni Russo, La sua figura (2007).
Non tutti sanno che Franco Battiato è stato anche attore: appare nel film horror erotico Baba Yaga di Corrado Farina negli anni ‘70 e poi in Padre (2016) di Giada Colagrande accanto a Willem Dafoe e Marina Abramovic. Nell’immaginario collettivo però l’associazione dell’artista al cinema è riconducibile soprattutto all’utilizzo della sua musica all’interno di alcuni film. Primi fra tutti il sodalizio con Nanni Moretti negli anni ‘80. Proprio ieri Mubi Italia (che ha da pochissimo aperto la sua pagina instagram ufficiale) ha pubblicato un post della scena di Bianca con Scalo a grado.
Oltre al brano I treni di Tozeur ne La messa è finita, è impossibile non pensare a E ti vengo a cercare in Palombella Rossa. Qui Nanni per rispondere alla domanda “ma dove vuole andare questo partito comunista?” guarda fisso in macchina e canta (stonato). In un’intervista Battiato ha dichiarato di esserne sorpreso pensando che la richiesta di utilizzare la canzone fosse ironica. Ma non è stato così. Da espediente politico il ricorso al testo del brano diventa probabilmente ricerca di un senso più alto, quasi spirituale.
Anche le sue straordinarie cover sono state apprezzate da diversi registi cinematografici che lo hanno scelto come voce per scene cruciali nei loro film. Primo fra tutti il regista messicano Alfonso Cuaròn, grande estimatore di Battiato, che ha usato nella colonna sonora di Children of Men (2006) la sua versione di Ruby Tuesday dichiarando di preferire questa a quella originale dei Rolling Stones.
Più recentemente, l’ultimo tributo cinematografico al maestro è stato di Emma Dante che ha riportato in auge la sua Inverno di Fabrizio de André come colonna sonora del film Le sorelle Macaluso. E’ bello che l’ultima volta in cui la sua voce si sia udita in una sala cinematografica sia stata per fare da sfondo a delle scene così squisitamente siciliane, sua terra natia tanto amata.
Tutte queste partecipazioni e scambi con l’arte cinematografica sono la testimonianza di una sua grande passione per il cinema, che ha sempre considerato un’arte totale e totalizzante tanto quanto la musica, come se l’immagine e il suono fossero uniti da una sinergia indissolubile. Procedono di pari passo in totale armonia per raggiungere un risultato finale sempre evocativo. Alla scomparsa del grande artista Franco Battiato, ci piace ricordarlo quindi come un visionario, creatore di immagini in movimento e di storie visive, un regista delle parole e dei suoni perché ogni sua canzone è un possibile film.
NC-57
20.05.2021
Battiato è l’artista eclettico per eccellenza che lungo l’arco di tutta la sua carriera non ha mai smesso di sperimentare e giocare con la contaminazione delle arti tra loro. Ogni sua manifestazione è stata avanguardia pura e creazione di possibilità espressive libere e sconfinate. Con le sue musiche e i suoi testi poetici evocava immagini molto forti e l’approdo alla macchina da presa, considerando anche la sua attrazione per la tecnologia, non poteva non arrivare. Non solo ha diretto tutti i suoi iconici videoclip dal 1979 (raccolti in un unico dvd, Dal cinghiale al cammello) ma è stato regista di ben tre lungometraggi e quattro documentari.
Il suo esordio avviene nel 2003 con Perdutoamor di cui è anche sceneggiatore, con il quale vince il Nastro d’argento come Miglior regista esordiente. Corrado Fortuna, Ninni Bruschetta, Donatella Finocchiaro affiancati da grandi nomi della scena musicale con i vari cameo di Francesco De Gregori, Morgan e Giovanni Lindo Ferretti, danno vita a un’esperienza cinematografica che sa di bildungsroman autobiografico in cui un ragazzo negli anni 60 lascia una Sicilia surreale per una Milano decisamente più moderna. Il suo secondo film, Musikanten (2005), arriva anche al Festival di Venezia nella categoria Orizzonti. Alejandro Jodorowsky, regista e fumettista cileno, è Ludwig van Beethoven, mentre Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni sono gli autori di un programma televisivo che si sottopongono all’ipnosi per avventurarsi nel mondo onirico. Niente è come sembra (2007), con protagonista Giulio Brogi, continua il suo viaggio nella spiritualità avvicinandosi al mondo della metafisica e dei tarocchi. Continuerà poi il suo percorso dietro la macchina da presa con diversi documentari, tra cui uno sulla vita di Giuni Russo, La sua figura (2007).
Non tutti sanno che Franco Battiato è stato anche attore: appare nel film horror erotico Baba Yaga di Corrado Farina negli anni ‘70 e poi in Padre (2016) di Giada Colagrande accanto a Willem Dafoe e Marina Abramovic. Nell’immaginario collettivo però l’associazione dell’artista al cinema è riconducibile soprattutto all’utilizzo della sua musica all’interno di alcuni film. Primi fra tutti il sodalizio con Nanni Moretti negli anni ‘80. Proprio ieri Mubi Italia (che ha da pochissimo aperto la sua pagina instagram ufficiale) ha pubblicato un post della scena di Bianca con Scalo a grado.
Oltre al brano I treni di Tozeur ne La messa è finita, è impossibile non pensare a E ti vengo a cercare in Palombella Rossa. Qui Nanni per rispondere alla domanda “ma dove vuole andare questo partito comunista?” guarda fisso in macchina e canta (stonato). In un’intervista Battiato ha dichiarato di esserne sorpreso pensando che la richiesta di utilizzare la canzone fosse ironica. Ma non è stato così. Da espediente politico il ricorso al testo del brano diventa probabilmente ricerca di un senso più alto, quasi spirituale.
Anche le sue straordinarie cover sono state apprezzate da diversi registi cinematografici che lo hanno scelto come voce per scene cruciali nei loro film. Primo fra tutti il regista messicano Alfonso Cuaròn, grande estimatore di Battiato, che ha usato nella colonna sonora di Children of Men (2006) la sua versione di Ruby Tuesday dichiarando di preferire questa a quella originale dei Rolling Stones.
Più recentemente, l’ultimo tributo cinematografico al maestro è stato di Emma Dante che ha riportato in auge la sua Inverno di Fabrizio de André come colonna sonora del film Le sorelle Macaluso. E’ bello che l’ultima volta in cui la sua voce si sia udita in una sala cinematografica sia stata per fare da sfondo a delle scene così squisitamente siciliane, sua terra natia tanto amata.
Tutte queste partecipazioni e scambi con l’arte cinematografica sono la testimonianza di una sua grande passione per il cinema, che ha sempre considerato un’arte totale e totalizzante tanto quanto la musica, come se l’immagine e il suono fossero uniti da una sinergia indissolubile. Procedono di pari passo in totale armonia per raggiungere un risultato finale sempre evocativo. Alla scomparsa del grande artista Franco Battiato, ci piace ricordarlo quindi come un visionario, creatore di immagini in movimento e di storie visive, un regista delle parole e dei suoni perché ogni sua canzone è un possibile film.