NC-38
08.11.2020
È possibile riassumere un anno di cinema in poche righe? Cosa è successo nel…? è una rubrica in cui proveremo a darvi una panoramica, per quanto sintetica, di ciò che è accaduto in un anno solare nel mondo del cinema. In questo secondo appuntamento vi raccontiamo il 2003.
Spaziando nel panorama italiano, il 2003 segna innanzitutto la svolta di Matteo Garrone che con L’imbalsamatore conquista ai David di Donatello il successo della critica (ma non ancora del pubblico) aggiudicandosi insieme a Massimo Gaudioso e Ugo Chiti il David per la migliore sceneggiatura, oltre ad essere in nomination in tutte le altre categorie. La forza del film infatti, che sarà anche l’inizio del suo sodalizio con il fondatore della casa di produzione Fandango Domenico Procacci, sta nella sua maniera magistrale di trattare il tema della morbosità dei rapporti umani. Lo dimostra il fatto che pur essendo un noir ispirato a un vero episodio di cronaca nera, l’omicidio del nano di Termini, un tassidermista omossessuale, da parte del suo protégé, è stato considerato d’interesse nazionale dal MiBACT.
Non è da meno La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana che in 6h e 40 minuti dipinge un affresco totale e totalizzante di storia italiana. Trentasette anni, dal 1966 al 2003, attraverso le trame intricate di una famiglia romana. Un film corale che malgrado la sua durata non stanca mai, anzi. Originariamente fu prodotto per la RAI, diviso in quattro puntate, ma temendo degli ascolti troppo bassi, la messa in onda venne rimandata dopo la presentazione al 56esimo Festival di Cannes, dove vinse come miglior film nella sezione “Un Certain Regard”. Considerata l’ottima accoglienza in Francia, in Italia uscì prima nelle sale e poi in tv.
È dello stesso anno anche il penultimo lavoro nella carriera di Bernardo Bertolucci, The Dreamers e Perdutoamor che invece è l’opera prima di Franco Battiato alla regia.
Il dato scoraggiante però ce lo fornisce l’Anica: Natale in India è il film più visto in Italia nel 2003, con un incasso di 16 milioni di euro.
A livello internazionale il film con l’incasso maggiore è Il Signore degli Anelli – il ritorno del re, posizionatosi al 24esimo posto tra i film che hanno incassato di più nella storia del cinema con $1 142 270 989.
In suolo americano, è del 2003 Lost in Translation di Sofia Coppola per il quale la regista si aggiudica l’unico Oscar nella sua carriera per la migliore sceneggiatura originale. È però la prima donna statunitense ad aver ottenuto la candidatura all’Oscar come migliore regista. In quest’anno poi trionfa Sean Penn recitando sia in Le forze del destino di Thomas Vinterberg con il quale il regista si distacca dal Dogma 95, in 21 grammi di Alejandro González Iñárritu nella sua opera seconda della Trilogia sulla morte, e in Mystic River diretto da Clint Eastwood per cui vince l’Oscar come migliore attore protagonista.
La Palma d’oro se l’aggiudica Elephant di Gus Van Sant che ottiene anche il premio per la migliore regia. Non essendo permessa la doppia premiazione per lo stesso film, la giuria dovette chiedere una deroga al regolamento del festival. Era in lizza anche Dogville di Lars Von Trier.
Nella stessa edizione ha suscitato scandalo l’opera seconda di Vincent Gallo (dopo un glorioso esordio con Buffalo ’66): The Brown Bunny fu criticato duramente dalla critica, che lo definì indegno e addirittura la peggior pellicola mai ammessa al festival.
Il 2003 è anche l’anno di “Good Bye, Lenin!” di Wolfgang Becker. Un gioiellino che consiglio a tutti perché con delicata e ironica leggerezza tratta di un fatto storico come la caduta del muro di Berlino senza peccare di retorica. Geniale.
Spostandoci in Asia, possiamo dire che la protagonista del 2003 è la Corea del Sud. Innanzitutto risale a quest’anno la regia di Bong Joon-ho in Memories of Murder uscito nelle sale italiane solo nel febbraio 2020 dopo l’enorme successo di Parasite. Di tutt’altro spirito è la pellicola di Kim Ki-duk, Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera che, con una tecnica che possiamo definire impressionista, racconta la pacata sacralità e ciclicità dell’esistenza di un monaco buddista.
A Cannes vincerà il Grand Prix Speciale della Giuria Oldboy del connazionale Park Chan-wook, secondo e più celebre capitolo di quella trilogia della vendetta ormai di culto, ispirato all’omonimo manga giapponese.
NC-38
08.11.2020
È possibile riassumere un anno di cinema in poche righe? Cosa è successo nel…? è una rubrica in cui proveremo a darvi una panoramica, per quanto sintetica, di ciò che è accaduto in un anno solare nel mondo del cinema. In questo secondo appuntamento vi raccontiamo il 2003.
Spaziando nel panorama italiano, il 2003 segna innanzitutto la svolta di Matteo Garrone che con L’imbalsamatore conquista ai David di Donatello il successo della critica (ma non ancora del pubblico) aggiudicandosi insieme a Massimo Gaudioso e Ugo Chiti il David per la migliore sceneggiatura, oltre ad essere in nomination in tutte le altre categorie. La forza del film infatti, che sarà anche l’inizio del suo sodalizio con il fondatore della casa di produzione Fandango Domenico Procacci, sta nella sua maniera magistrale di trattare il tema della morbosità dei rapporti umani. Lo dimostra il fatto che pur essendo un noir ispirato a un vero episodio di cronaca nera, l’omicidio del nano di Termini, un tassidermista omossessuale, da parte del suo protégé, è stato considerato d’interesse nazionale dal MiBACT.
Non è da meno La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana che in 6h e 40 minuti dipinge un affresco totale e totalizzante di storia italiana. Trentasette anni, dal 1966 al 2003, attraverso le trame intricate di una famiglia romana. Un film corale che malgrado la sua durata non stanca mai, anzi. Originariamente fu prodotto per la RAI, diviso in quattro puntate, ma temendo degli ascolti troppo bassi, la messa in onda venne rimandata dopo la presentazione al 56esimo Festival di Cannes, dove vinse come miglior film nella sezione “Un Certain Regard”. Considerata l’ottima accoglienza in Francia, in Italia uscì prima nelle sale e poi in tv.
È dello stesso anno anche il penultimo lavoro nella carriera di Bernardo Bertolucci, The Dreamers e Perdutoamor che invece è l’opera prima di Franco Battiato alla regia.
Il dato scoraggiante però ce lo fornisce l’Anica: Natale in India è il film più visto in Italia nel 2003, con un incasso di 16 milioni di euro.
A livello internazionale il film con l’incasso maggiore è Il Signore degli Anelli – il ritorno del re, posizionatosi al 24esimo posto tra i film che hanno incassato di più nella storia del cinema con $1 142 270 989.
In suolo americano, è del 2003 Lost in Translation di Sofia Coppola per il quale la regista si aggiudica l’unico Oscar nella sua carriera per la migliore sceneggiatura originale. È però la prima donna statunitense ad aver ottenuto la candidatura all’Oscar come migliore regista. In quest’anno poi trionfa Sean Penn recitando sia in Le forze del destino di Thomas Vinterberg con il quale il regista si distacca dal Dogma 95, in 21 grammi di Alejandro González Iñárritu nella sua opera seconda della Trilogia sulla morte, e in Mystic River diretto da Clint Eastwood per cui vince l’Oscar come migliore attore protagonista.
La Palma d’oro se l’aggiudica Elephant di Gus Van Sant che ottiene anche il premio per la migliore regia. Non essendo permessa la doppia premiazione per lo stesso film, la giuria dovette chiedere una deroga al regolamento del festival. Era in lizza anche Dogville di Lars Von Trier.
Nella stessa edizione ha suscitato scandalo l’opera seconda di Vincent Gallo (dopo un glorioso esordio con Buffalo ’66): The Brown Bunny fu criticato duramente dalla critica, che lo definì indegno e addirittura la peggior pellicola mai ammessa al festival.
Il 2003 è anche l’anno di “Good Bye, Lenin!” di Wolfgang Becker. Un gioiellino che consiglio a tutti perché con delicata e ironica leggerezza tratta di un fatto storico come la caduta del muro di Berlino senza peccare di retorica. Geniale.
Spostandoci in Asia, possiamo dire che la protagonista del 2003 è la Corea del Sud. Innanzitutto risale a quest’anno la regia di Bong Joon-ho in Memories of Murder uscito nelle sale italiane solo nel febbraio 2020 dopo l’enorme successo di Parasite. Di tutt’altro spirito è la pellicola di Kim Ki-duk, Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera che, con una tecnica che possiamo definire impressionista, racconta la pacata sacralità e ciclicità dell’esistenza di un monaco buddista.
A Cannes vincerà il Grand Prix Speciale della Giuria Oldboy del connazionale Park Chan-wook, secondo e più celebre capitolo di quella trilogia della vendetta ormai di culto, ispirato all’omonimo manga giapponese.