di Omar Franini
NC-185
22.01.2024
Mancano ormai poco più di ventiquattro ore all’annuncio delle nomination degli Oscar, i premi cinematografici americani più rinomati e conosciuti a livello mediatico. Dopo aver provato a predire i premi della 94esima edizione, oltre ad aver spiegato come funziona la votazione, è giunto il momento di rinnovare questo appuntamento.
Oggi cercheremo di intuire quali potrebbero essere le grandi sorprese e, soprattutto, i grandi snobbati della prossima edizione degli Academy Awards. Di seguito riporteremo le previsioni delle categorie più importanti, ipotizzando i possibili candidati in ordine di probabilità.
Miglior Film
Partiamo dalla categoria più importante e forse quella più facile da predire: quella di Miglior Film. La stagione dei premi, infatti, è stata caratterizzata da poche sorprese e di conseguenza i dieci possibili candidati potrebbero rispecchiare la top 10 dei Producers Guilds Awards - il precursore più importante della categoria - anche se va ricordato che negli ultimi anni, uno o due film di quella classifica sono stati snobbati, ma quest’anno potrebbe avvenire un’eccezione.
Le nomination per Oppenheimer, The Holdovers, Barbie, Killers of the Flower Moon e Poor Things non sono mai state in dubbio. Questi lavori non sono stati semplicemente un successo di critica, ma sono riusciti a risollevare e a riportare il pubblico statunitense in sala, un’audience che ormai si era sempre più abituata a scadenti franchise. Il successo del fenomeno “Barbenheimer” è ormai risaputo, ma bisogna lodare anche la grande accoglienza delle ultime opere di Martin Scorsese e Yorgos Lanthimos, che sono riuscite a incassare più di quanto ci si aspettasse.
Proseguendo, subito dopo questa cinquina, si trovano i due film che hanno conquistato Cannes e che si accaparreranno il sostegno della branca internazionale dell’Academy, ovvero Anatomie d’une chute di Justine Triet e The Zone of Interest di Jonathan Glazer. È raro trovare più di una produzione internazionale nominata per il Miglior Film. È forse il segno di un effettivo cambio di mentalità dell’Academy? Solo il tempo saprà rispondere, ma siamo piuttosto fiduciosi.
In seguito troviamo due opere prime: lo stupendo Past Lives di Celine Song e il divisivo American Fiction di Cord Jefferson. Sarà interessante vedere se quest’ultimo riuscirà a bissare il successo ottenuto in patria anche a livello internazionale, più che altro perché la satira e il commento sociale portato avanti da Jefferson non rappresentano nulla di originale, o almeno di non così “intelligente” e provocatorio rispetto a come vorrebbe essere. Concludiamo la decina con il film che forse rappresenta meglio la disparità tra la critica e l’industria hollywoodiana: Maestro. L’opera seconda di Bradley Cooper, infatti, ha avuto un andamento altalenante, contraddistinto da una mancanza di premi della critica che ha eclissato la sua sovraperformazione nei "premi precursori" dell’industria.
Saltburn di Emeral Fennell e Il Colore Viola di Blitz Bazawule potrebbero rientrare sorprendentemente nella decina, ma il film a cui bisogna stare più attenti è Origin di Ava Duvernay. La nuova opera della regista afroamericana è stata oggetto, nelle scorse settimane, di un enorme campagna pubblicitaria da parte di grandi personalità dell’industria hollywoodiana, tra cui l’attrice Frances Fisher, colei che lo scorso anno ha dato inizio al “fenomeno Andrea Riseborough”facendo fruttare all’attrice una nomination tanto inaspettata quanto scandalosa.
Miglior Regia
La categoria per la Miglior Regia risulta una delle più affascinanti degli ultimi anni, soprattutto perché il ramo dell’Academy che vota per le nomination ha sempre riservato delle sorprese inaspettate. Infatti, negli ultimi anni si è sempre più palesata la tendenza a nominare registi internazionali a discapito di autori le cui opere avevano vinto il premio più importante (Miglior Film), come ad esempio gli snub di Sian Hader e Peter Farrelly nel 2019 e 2021 per Ryusuke Hamaguchi e Pawel Pawlikowski. Si potrebbero citare anche altri esempi, come la mancata nomination di Aaron Sorkin per The Trial of the Chicago 7 soffiatagli da Thomas Vinterberg nel 2020.
Stiamo introducendo questa ipotesi perché quest’anno ci aspettiamo ben due registi internazionali nella cinquina, Jonathan Glazer e Justine Triet, e pensiamo che potrebbero “rubare” il posto ai due registi dei film che probabilmente si contenderanno la vittoria finale insieme ad Oppenheimer: Greta Gerwig e Alexander Payne.
Christopher Nolan sembra inarrestabile in questo momento e anche se mancano quasi due mesi alla cerimonia la possibilità di una sua vittoria è sempre più certa. A concludere la cinquina è molto probabile che ci siano Martin Scorsese e Yorgos Lanthimos, poichè sarebbe davvero sorprendente vedere due registi di tale calibro snobbati.
Le nostre previsioni: Christopher Nolan, Martin Scorsese, Jonathan Glazer, Yorgos Lanthimos, Justine Triet
Miglior Attore protagonista
Fino a qualche mese fa, la vittoria di Bradley Cooper per la sua interpretazione in Maestro, biopic su Leonard Bernstein, sembrava assicurata, ma ultimamente la situazione è cambiata in maniera drastica. Il ruolo dei sogni dell’attore plurinominato non è riuscito a scaturire quella passione che tanti si aspettavano, e l’intensa campagna promozionale condotta dallo stesso Cooper non ha portato a risultati certi. Una nomination è quasi sicura, ma a contendersi la vittoria saranno Cillian Murphy per Oppenheimer e Paul Giamatti per The Holdovers - i due attori che hanno trionfato ai Golden Globes - una “sfida” che si prospetta essere una delle più entusiasmanti degli ultimi anni. Sarebbe facile predire una facile trionfo di Murphy, ma bisogna ricordare che lo status di veterano e di eterno snobbato di Paul Giamatti potrebbe giocare a favore di quest’ultimo. Una “narrativa” del genere potrebbe essere fondamentale nel momento delle votazioni.
Anche Jeffrey Wright, un altro “eterno snobbato” dalle principali premiazioni televisive e cinematografiche, sembra in procinto di ricevere la sua prima nomination agli Oscar per American Fiction. Nonostante i vari problemi che caratterizzano il film, l’interpretazione di Wright risulta di ottima qualità. L’attore riesce a comprendere brillantemente il personaggio e ad elevare la traballante sceneggiatura di Cord Jefferson grazie alla sua presenza carismatica.
Sarà interessante vedere chi riuscirà ad accaparrarsi il quinto posto. Da una parte, una nomination a Leonardo DiCaprio sembrerebbe facile da pronosticare vista la fama e il rispetto dell’attore da parte dell’industria - oltre al fatto di essere il protagonista di uno dei film che probabilmente riceverà più nomination - ma nelle ultime settimane l’interpretazione dell’attore non ha riscontrato lo stesso successo delle co-star Lily Gladstone e Robert De Niro. Di Caprio non è stato nominato agli Screen Actor Guilds e ai BAFTA, due dei precursori più importanti per le categorie delle interpretazioni. Chi potrebbe prendere il suo “posto”? Le alternative sono due: Colman Domingo per Rustin e Andrew Scott per All of Us Strangers, due casi completamente opposti. Domingo è la star del biopic sull’attivista omosessuale Bayard Rustin, un film piuttosto scadente che ricalca la classica formula del genere e che non permette all’attore di esplorare pienamente il personaggio. Quello che gioca a favore di Domingo è il fatto che sia una delle persone più stimate all’interno dell'ambiente hollywoodiano, dal momento che ha già ricevuto nomination ai Golden Globes, ai BAFTA e agli Screen Actor Guilds, una combo piuttosto forte.
Dall’altra parte c’è l’incognita Andrew Scott, la cui interpretazione è stata una delle più acclamate dell’intera stagione. Eravamo già pronti ad inserire il suo nome nella cinquina, ma la mancata nomination ai BAFTA, i premi più importanti dell’industria cinematografica britannica, dove l'attore giocava “in casa”, è stata davvero inaspettata, soprattutto perché il film di cui è protagonista ha ricevuto nomination nelle categorie più importanti. Ma se c’è qualcuno che potrebbe rientrare nella cinquina per merito, più che per l’importanza del ruolo che interpreta, quel qualcuno è di certo Scott.
Le nostre previsioni: Paul Giamatti, Cillian Murphy, Bradley Cooper, Jeffrey Wright, Andrew Scott.
Miglior Attrice protagonista
Molti accadimenti ci fanno già intuire che la vittoria finale se la contenderanno Emma Stone per Poor Things e Lily Gladstone per Killers of the Flower Moon, in quella che sembra una copia della “sfida” Blanchett/Yeoh dello scorso anno. Da una parte un’attrice già premiata in passato che porta sullo schermo la sua interpretazione migliore, dall’altra un’attrice appartenente ad una “minoranza” etnica, con una performance eccellente, che ha conquistato pubblico e critica. È ancora presto per predire la vincitrice, ma una nomination è ormai certa per entrambe, come quella per l’attrice tedesca Sandra Hüller, protagonista di Anatomie d’une chute. Chi l’avrebbe mai detto che una delle attrici più rinomate in Europa avrebbe avuto un tale successo negli Stati Uniti che avrebbe portato ad una, o forse due, nomination agli Oscar? È sempre più difficile trovare interpretazioni da parte di attori “internazionali” nominate nelle categorie attoriali, a meno che non si parli di Penélope Cruz e Marion Cotillard, interpreti che hanno lavorato a lungo ad Hollywood.
Subito dopo, troviamo Carey Mulligan per l’interpretazione della “moglie sofferente” in Maestro, ruolo un tantino stereotipato e “Academy friendly” che però non permette pienamente all’attrice di mostrare il suo enorme talento.
A contendersi il quinto posto ci sono Margot Robbie per Barbie e Greta Lee per Past Lives. L’attrice australiana ha un leggero vantaggio visto che Barbie sembra essere uno dei grandi juggernaut della giornata e farà incetta di nomination. Inoltre la Robbie è attualmente uno dei nomi di punta ad Hollywood, aspetto chiave nella promozione del film. Ma come per Andrew Scott, in certi casi, quella “passione” che abbiamo già citato più volte nell’articolo, potrebbe fare davvero la differenza, soprattutto per un ruolo così universale come quello interpretato da Greta Lee. L’attrice non solo meriterebbe una nomination, ma dovrebbe essere tra le posizioni per la vittoria finale. Ci auguriamo davvero di vedere un’interprete così intensa nella cinquina finale. .
Le nostre previsioni: Lily Gladstone, Emma Stone, Sandra Hüller, Carey Mulligan, Margot Robbie
Miglior Attore non protagonista
Subito dopo la premiere veneziana di Poor Things, la categoria di miglior attore non protagonista pareva già bloccata. Willem Dafoe e Mark Ruffalo sembravano i due pezzi mancanti per completare la cinquina insieme a Robert Downey Jr. in Oppenheimer, Ryan Gosling in Barbie e Robert De Niro in Killers of the Flower Moon. Ma nelle ultime settimane ci sono stati degli stravolgimenti importanti, come la mancata nomination ai BAFTA di Ruffalo e Dafoe o agli Screen Actor Guilds di Ruffalo. Questa situazione ha aperto qualche possibilità per Dominic Sessa, il giovane protagonista di The Holdovers, “recluso” nella categoria di non protagonista per non ostacolare Giamatti, uno scenario non nuovo nella campagna promozionale per i premi. Una nomination per quest’ultimo dimostrerebbe sempre di più che The Holdovers è il grande avversario di Oppenheimer per la vittoria finale.
Sembra quasi impossibile, invece, una nomination a Charles Melton per May December nonostante l’ampio sostegno da parte della critica e la nomination ai Golden Globes. Seguire la rise and fall, per quanto riguarda i riconoscimenti dell’ultima opera di Todd Haynes è stato piuttosto difficile, ma bisogna riconoscere che questa categoria è una delle più competitive dal punto di vista qualitativo.
Le nostre previsioni: Robert Downey Jr., Ryan Gosling, Robert De Niro, Willem Dafoe, Dominic Sessa
Miglior Attrice non protagonista
Fare delle previsioni su questa categoria sembra superfluo visto che Da’Vine Joy Randolph ha già conquistato la maggior parte dei premi della critica e dell’industria, e continuerà a vincere fino alla notte degli Oscar. È così raro trovare un’interpretazione in grado di vincere un numero così elevato di premi, neanche Ke Huy Quan per Everything Everywhere All at Once aveva avuto una sweep così predominante come quella della giovane attrice di The Holdovers. Sarà invece curioso vedere quali saranno gli altri quattro nomi che si aggiungeranno alla Randolph.
Emily Blunt per Oppenheimer potrebbe ricevere finalmente la sua prima nomination dopo anni di snub clamorosi - come il caso di A Quiet Place. Il suo ruolo è molto simile a quello di Mulligan e dubitiamo fortemente l’ennesima esclusione dalla cinquina. A seguire c’è Danielle Brooks per Il Colore Viola, dove interpreta il medesimo ruolo che aveva portato una nomination ad Oprah nella versione spielberghiana del 1986. A contendersi gli ultimi due posti ci sono numerose attrici: da una parte le veterane Penélope Cruz per Ferrari, Julianne Moore per May December e Jodie Foster per Nyad, dall’altra possibili sorprese come Rachel McAdams per Are You There God? It’s Me, Margaret e America Ferrera per Barbie. Tra queste, i nomi più papabili sono quelli di Foster e Ferrera, ma ci aspettiamo una grande sorpresa, ovvero Sandra Hüller per The Zone of Interest. Il film sta ricevendo sempre più supporto da parte dell’industria e una doppia nomination per l’attrice tedesca sta diventando sempre più plausibile.
Le nostre previsioni: Da’Vine Joy Randolph, Emily Blunt, Danielle Brooks, Jodie Foster, Sandra Hülller
Miglior Sceneggiatura
Entrambe le categorie di miglior sceneggiatura hanno subito un enorme cambiamento dopo che l’Academy ha deciso di qualificare Barbie come sceneggiatura non originale. Infatti, il film era il favorito per la categoria opposta e ora dovrà giocarsela con Oppenheimer, Killers of the Flower Moon, Poor Things e American Fiction. Questo ha aperto diverse possibilità per la sceneggiatura originale e sarà una sfida equilibrata tra Alexander Payne per The Holdovers, Justine Triet e Arthur Harari per Anatomie d’une chute, ed infine Celine Song per Past Lives. A concludere la cinquina ci saranno Maestro e May December, ma non è da sottostimare una nomination a Saltburn.
Le nostre previsioni (sceneggiatura originale): The Holdovers, Anatomie d’une chute, Past Lives, May December, Maestro
Le nostre previsioni (sceneggiatura non originale): Oppenheimer, Barbie, Killers of the Flower Moon, Poor Things, American Fiction
Miglior Film Internazionale
Lo scorso settembre la Francia ha selezionato inaspettatamente La Passion de Dodin Bouffant di Tran Ahn Hung come rappresentante da mandare agli Oscar. Una scelta che ha spiazzato molti dal momento che Anatomie d’une chute sarebbe stato il chiaro favorito per la vittoria finale. Questo aspetto ha creato una situazione piuttosto particolare e la stagione dei premi è stata caratterizzata da diversi vincitori in questa categoria che non saranno “eleggibili” per le nomination, come il già citato Anatomie d’une chute, o anche Godzilla Minus One e Il ragazzo e l’airone di Miyazaki.
The Zone of Interest di Glazer, La sociedad de la nieve di Juan Antonio García Bayona e Fallen Leaves di Aki Kaurismäki sembrano sicuri per una nomination. A chiudere la cinquina ci aspettiamo qualche sorpresa come Tótem di Lila Aviles o The Teacher’s Lounge di ilker Çatak, magari a discapito di nomi più conosciuti come quelli di Wim Wenders (Perfect Days) e Matteo Garrone (Io Capitano).
Le nostre previsioni: The Zone of Interest (Regno Unito), La sociedad de la nieve (Spagna), Fallen Leaves (Finlandia), The Teacher’s Lounge (Germania), Tótem (Messico).
Categorie Tecniche
Concludiamo le nostre previsioni con le categorie tecniche, dove ci aspettiamo una forte presenza da parte di Oppenheimer, Barbie, Poor Things e Killers of the Flower Moon. Quella del montaggio è la categoria più affascinante tra queste, perché spesso l’Academy tende a nominare i cinque titoli di punta della cerimonia. Oltre ai quattro film citati, bisognerà tenere quindi sottocchio The Zone of Interest, The Holdovers, Anatomie d’une chute e infine Maestro.
Le nostre previsioni
Fotografia: Oppenheimer, Killers of the Flower Moon, Poor Things, Maestro, The Zone of Interest
Montaggio: Oppenheimer, Killers of the Flower Moon, Poor Things, Barbie, Anatomie d’une chute
Costumi: Barbie, Poor Things, Killers of the Flower Moon, Oppenheimer, Napoleon
Scenografia: Barbie, Poor Things, Killers of the Flower Moon, Oppenheimer, The Zone of Interest
Colonna sonora: Oppenheimer, Killers of the Flower Moon, Poor Things, The Zone of Interest, La sociedad de la nieve
Suono: Oppenheimer, Killers of the Flower Moon, Maestro, Ferrari, The Zone of Interest
Trucco: Poor Things, Maestro, Oppenheimer, Golda, La sociedad de la nieve
Effetti Speciali: Guardiani della Galassia 3, Poor Things, The Creator, Godzilla Minus One, La sociedad de la nieve
di Omar Franini
NC-185
22.01.2024
Mancano ormai poco più di ventiquattro ore all’annuncio delle nomination degli Oscar, i premi cinematografici americani più rinomati e conosciuti a livello mediatico. Dopo aver provato a predire i premi della 94esima edizione, oltre ad aver spiegato come funziona la votazione, è giunto il momento di rinnovare questo appuntamento.
Oggi cercheremo di intuire quali potrebbero essere le grandi sorprese e, soprattutto, i grandi snobbati della prossima edizione degli Academy Awards. Di seguito riporteremo le previsioni delle categorie più importanti, ipotizzando i possibili candidati in ordine di probabilità.
Miglior Film
Partiamo dalla categoria più importante e forse quella più facile da predire: quella di Miglior Film. La stagione dei premi, infatti, è stata caratterizzata da poche sorprese e di conseguenza i dieci possibili candidati potrebbero rispecchiare la top 10 dei Producers Guilds Awards - il precursore più importante della categoria - anche se va ricordato che negli ultimi anni, uno o due film di quella classifica sono stati snobbati, ma quest’anno potrebbe avvenire un’eccezione.
Le nomination per Oppenheimer, The Holdovers, Barbie, Killers of the Flower Moon e Poor Things non sono mai state in dubbio. Questi lavori non sono stati semplicemente un successo di critica, ma sono riusciti a risollevare e a riportare il pubblico statunitense in sala, un’audience che ormai si era sempre più abituata a scadenti franchise. Il successo del fenomeno “Barbenheimer” è ormai risaputo, ma bisogna lodare anche la grande accoglienza delle ultime opere di Martin Scorsese e Yorgos Lanthimos, che sono riuscite a incassare più di quanto ci si aspettasse.
Proseguendo, subito dopo questa cinquina, si trovano i due film che hanno conquistato Cannes e che si accaparreranno il sostegno della branca internazionale dell’Academy, ovvero Anatomie d’une chute di Justine Triet e The Zone of Interest di Jonathan Glazer. È raro trovare più di una produzione internazionale nominata per il Miglior Film. È forse il segno di un effettivo cambio di mentalità dell’Academy? Solo il tempo saprà rispondere, ma siamo piuttosto fiduciosi.
In seguito troviamo due opere prime: lo stupendo Past Lives di Celine Song e il divisivo American Fiction di Cord Jefferson. Sarà interessante vedere se quest’ultimo riuscirà a bissare il successo ottenuto in patria anche a livello internazionale, più che altro perché la satira e il commento sociale portato avanti da Jefferson non rappresentano nulla di originale, o almeno di non così “intelligente” e provocatorio rispetto a come vorrebbe essere. Concludiamo la decina con il film che forse rappresenta meglio la disparità tra la critica e l’industria hollywoodiana: Maestro. L’opera seconda di Bradley Cooper, infatti, ha avuto un andamento altalenante, contraddistinto da una mancanza di premi della critica che ha eclissato la sua sovraperformazione nei "premi precursori" dell’industria.
Saltburn di Emeral Fennell e Il Colore Viola di Blitz Bazawule potrebbero rientrare sorprendentemente nella decina, ma il film a cui bisogna stare più attenti è Origin di Ava Duvernay. La nuova opera della regista afroamericana è stata oggetto, nelle scorse settimane, di un enorme campagna pubblicitaria da parte di grandi personalità dell’industria hollywoodiana, tra cui l’attrice Frances Fisher, colei che lo scorso anno ha dato inizio al “fenomeno Andrea Riseborough”facendo fruttare all’attrice una nomination tanto inaspettata quanto scandalosa.
Miglior Regia
La categoria per la Miglior Regia risulta una delle più affascinanti degli ultimi anni, soprattutto perché il ramo dell’Academy che vota per le nomination ha sempre riservato delle sorprese inaspettate. Infatti, negli ultimi anni si è sempre più palesata la tendenza a nominare registi internazionali a discapito di autori le cui opere avevano vinto il premio più importante (Miglior Film), come ad esempio gli snub di Sian Hader e Peter Farrelly nel 2019 e 2021 per Ryusuke Hamaguchi e Pawel Pawlikowski. Si potrebbero citare anche altri esempi, come la mancata nomination di Aaron Sorkin per The Trial of the Chicago 7 soffiatagli da Thomas Vinterberg nel 2020.
Stiamo introducendo questa ipotesi perché quest’anno ci aspettiamo ben due registi internazionali nella cinquina, Jonathan Glazer e Justine Triet, e pensiamo che potrebbero “rubare” il posto ai due registi dei film che probabilmente si contenderanno la vittoria finale insieme ad Oppenheimer: Greta Gerwig e Alexander Payne.
Christopher Nolan sembra inarrestabile in questo momento e anche se mancano quasi due mesi alla cerimonia la possibilità di una sua vittoria è sempre più certa. A concludere la cinquina è molto probabile che ci siano Martin Scorsese e Yorgos Lanthimos, poichè sarebbe davvero sorprendente vedere due registi di tale calibro snobbati.
Le nostre previsioni: Christopher Nolan, Martin Scorsese, Jonathan Glazer, Yorgos Lanthimos, Justine Triet
Miglior Attore protagonista
Fino a qualche mese fa, la vittoria di Bradley Cooper per la sua interpretazione in Maestro, biopic su Leonard Bernstein, sembrava assicurata, ma ultimamente la situazione è cambiata in maniera drastica. Il ruolo dei sogni dell’attore plurinominato non è riuscito a scaturire quella passione che tanti si aspettavano, e l’intensa campagna promozionale condotta dallo stesso Cooper non ha portato a risultati certi. Una nomination è quasi sicura, ma a contendersi la vittoria saranno Cillian Murphy per Oppenheimer e Paul Giamatti per The Holdovers - i due attori che hanno trionfato ai Golden Globes - una “sfida” che si prospetta essere una delle più entusiasmanti degli ultimi anni. Sarebbe facile predire una facile trionfo di Murphy, ma bisogna ricordare che lo status di veterano e di eterno snobbato di Paul Giamatti potrebbe giocare a favore di quest’ultimo. Una “narrativa” del genere potrebbe essere fondamentale nel momento delle votazioni.
Anche Jeffrey Wright, un altro “eterno snobbato” dalle principali premiazioni televisive e cinematografiche, sembra in procinto di ricevere la sua prima nomination agli Oscar per American Fiction. Nonostante i vari problemi che caratterizzano il film, l’interpretazione di Wright risulta di ottima qualità. L’attore riesce a comprendere brillantemente il personaggio e ad elevare la traballante sceneggiatura di Cord Jefferson grazie alla sua presenza carismatica.
Sarà interessante vedere chi riuscirà ad accaparrarsi il quinto posto. Da una parte, una nomination a Leonardo DiCaprio sembrerebbe facile da pronosticare vista la fama e il rispetto dell’attore da parte dell’industria - oltre al fatto di essere il protagonista di uno dei film che probabilmente riceverà più nomination - ma nelle ultime settimane l’interpretazione dell’attore non ha riscontrato lo stesso successo delle co-star Lily Gladstone e Robert De Niro. Di Caprio non è stato nominato agli Screen Actor Guilds e ai BAFTA, due dei precursori più importanti per le categorie delle interpretazioni. Chi potrebbe prendere il suo “posto”? Le alternative sono due: Colman Domingo per Rustin e Andrew Scott per All of Us Strangers, due casi completamente opposti. Domingo è la star del biopic sull’attivista omosessuale Bayard Rustin, un film piuttosto scadente che ricalca la classica formula del genere e che non permette all’attore di esplorare pienamente il personaggio. Quello che gioca a favore di Domingo è il fatto che sia una delle persone più stimate all’interno dell'ambiente hollywoodiano, dal momento che ha già ricevuto nomination ai Golden Globes, ai BAFTA e agli Screen Actor Guilds, una combo piuttosto forte.
Dall’altra parte c’è l’incognita Andrew Scott, la cui interpretazione è stata una delle più acclamate dell’intera stagione. Eravamo già pronti ad inserire il suo nome nella cinquina, ma la mancata nomination ai BAFTA, i premi più importanti dell’industria cinematografica britannica, dove l'attore giocava “in casa”, è stata davvero inaspettata, soprattutto perché il film di cui è protagonista ha ricevuto nomination nelle categorie più importanti. Ma se c’è qualcuno che potrebbe rientrare nella cinquina per merito, più che per l’importanza del ruolo che interpreta, quel qualcuno è di certo Scott.
Le nostre previsioni: Paul Giamatti, Cillian Murphy, Bradley Cooper, Jeffrey Wright, Andrew Scott.
Miglior Attrice protagonista
Molti accadimenti ci fanno già intuire che la vittoria finale se la contenderanno Emma Stone per Poor Things e Lily Gladstone per Killers of the Flower Moon, in quella che sembra una copia della “sfida” Blanchett/Yeoh dello scorso anno. Da una parte un’attrice già premiata in passato che porta sullo schermo la sua interpretazione migliore, dall’altra un’attrice appartenente ad una “minoranza” etnica, con una performance eccellente, che ha conquistato pubblico e critica. È ancora presto per predire la vincitrice, ma una nomination è ormai certa per entrambe, come quella per l’attrice tedesca Sandra Hüller, protagonista di Anatomie d’une chute. Chi l’avrebbe mai detto che una delle attrici più rinomate in Europa avrebbe avuto un tale successo negli Stati Uniti che avrebbe portato ad una, o forse due, nomination agli Oscar? È sempre più difficile trovare interpretazioni da parte di attori “internazionali” nominate nelle categorie attoriali, a meno che non si parli di Penélope Cruz e Marion Cotillard, interpreti che hanno lavorato a lungo ad Hollywood.
Subito dopo, troviamo Carey Mulligan per l’interpretazione della “moglie sofferente” in Maestro, ruolo un tantino stereotipato e “Academy friendly” che però non permette pienamente all’attrice di mostrare il suo enorme talento.
A contendersi il quinto posto ci sono Margot Robbie per Barbie e Greta Lee per Past Lives. L’attrice australiana ha un leggero vantaggio visto che Barbie sembra essere uno dei grandi juggernaut della giornata e farà incetta di nomination. Inoltre la Robbie è attualmente uno dei nomi di punta ad Hollywood, aspetto chiave nella promozione del film. Ma come per Andrew Scott, in certi casi, quella “passione” che abbiamo già citato più volte nell’articolo, potrebbe fare davvero la differenza, soprattutto per un ruolo così universale come quello interpretato da Greta Lee. L’attrice non solo meriterebbe una nomination, ma dovrebbe essere tra le posizioni per la vittoria finale. Ci auguriamo davvero di vedere un’interprete così intensa nella cinquina finale. .
Le nostre previsioni: Lily Gladstone, Emma Stone, Sandra Hüller, Carey Mulligan, Margot Robbie
Miglior Attore non protagonista
Subito dopo la premiere veneziana di Poor Things, la categoria di miglior attore non protagonista pareva già bloccata. Willem Dafoe e Mark Ruffalo sembravano i due pezzi mancanti per completare la cinquina insieme a Robert Downey Jr. in Oppenheimer, Ryan Gosling in Barbie e Robert De Niro in Killers of the Flower Moon. Ma nelle ultime settimane ci sono stati degli stravolgimenti importanti, come la mancata nomination ai BAFTA di Ruffalo e Dafoe o agli Screen Actor Guilds di Ruffalo. Questa situazione ha aperto qualche possibilità per Dominic Sessa, il giovane protagonista di The Holdovers, “recluso” nella categoria di non protagonista per non ostacolare Giamatti, uno scenario non nuovo nella campagna promozionale per i premi. Una nomination per quest’ultimo dimostrerebbe sempre di più che The Holdovers è il grande avversario di Oppenheimer per la vittoria finale.
Sembra quasi impossibile, invece, una nomination a Charles Melton per May December nonostante l’ampio sostegno da parte della critica e la nomination ai Golden Globes. Seguire la rise and fall, per quanto riguarda i riconoscimenti dell’ultima opera di Todd Haynes è stato piuttosto difficile, ma bisogna riconoscere che questa categoria è una delle più competitive dal punto di vista qualitativo.
Le nostre previsioni: Robert Downey Jr., Ryan Gosling, Robert De Niro, Willem Dafoe, Dominic Sessa
Miglior Attrice non protagonista
Fare delle previsioni su questa categoria sembra superfluo visto che Da’Vine Joy Randolph ha già conquistato la maggior parte dei premi della critica e dell’industria, e continuerà a vincere fino alla notte degli Oscar. È così raro trovare un’interpretazione in grado di vincere un numero così elevato di premi, neanche Ke Huy Quan per Everything Everywhere All at Once aveva avuto una sweep così predominante come quella della giovane attrice di The Holdovers. Sarà invece curioso vedere quali saranno gli altri quattro nomi che si aggiungeranno alla Randolph.
Emily Blunt per Oppenheimer potrebbe ricevere finalmente la sua prima nomination dopo anni di snub clamorosi - come il caso di A Quiet Place. Il suo ruolo è molto simile a quello di Mulligan e dubitiamo fortemente l’ennesima esclusione dalla cinquina. A seguire c’è Danielle Brooks per Il Colore Viola, dove interpreta il medesimo ruolo che aveva portato una nomination ad Oprah nella versione spielberghiana del 1986. A contendersi gli ultimi due posti ci sono numerose attrici: da una parte le veterane Penélope Cruz per Ferrari, Julianne Moore per May December e Jodie Foster per Nyad, dall’altra possibili sorprese come Rachel McAdams per Are You There God? It’s Me, Margaret e America Ferrera per Barbie. Tra queste, i nomi più papabili sono quelli di Foster e Ferrera, ma ci aspettiamo una grande sorpresa, ovvero Sandra Hüller per The Zone of Interest. Il film sta ricevendo sempre più supporto da parte dell’industria e una doppia nomination per l’attrice tedesca sta diventando sempre più plausibile.
Le nostre previsioni: Da’Vine Joy Randolph, Emily Blunt, Danielle Brooks, Jodie Foster, Sandra Hülller
Miglior Sceneggiatura
Entrambe le categorie di miglior sceneggiatura hanno subito un enorme cambiamento dopo che l’Academy ha deciso di qualificare Barbie come sceneggiatura non originale. Infatti, il film era il favorito per la categoria opposta e ora dovrà giocarsela con Oppenheimer, Killers of the Flower Moon, Poor Things e American Fiction. Questo ha aperto diverse possibilità per la sceneggiatura originale e sarà una sfida equilibrata tra Alexander Payne per The Holdovers, Justine Triet e Arthur Harari per Anatomie d’une chute, ed infine Celine Song per Past Lives. A concludere la cinquina ci saranno Maestro e May December, ma non è da sottostimare una nomination a Saltburn.
Le nostre previsioni (sceneggiatura originale): The Holdovers, Anatomie d’une chute, Past Lives, May December, Maestro
Le nostre previsioni (sceneggiatura non originale): Oppenheimer, Barbie, Killers of the Flower Moon, Poor Things, American Fiction
Miglior Film Internazionale
Lo scorso settembre la Francia ha selezionato inaspettatamente La Passion de Dodin Bouffant di Tran Ahn Hung come rappresentante da mandare agli Oscar. Una scelta che ha spiazzato molti dal momento che Anatomie d’une chute sarebbe stato il chiaro favorito per la vittoria finale. Questo aspetto ha creato una situazione piuttosto particolare e la stagione dei premi è stata caratterizzata da diversi vincitori in questa categoria che non saranno “eleggibili” per le nomination, come il già citato Anatomie d’une chute, o anche Godzilla Minus One e Il ragazzo e l’airone di Miyazaki.
The Zone of Interest di Glazer, La sociedad de la nieve di Juan Antonio García Bayona e Fallen Leaves di Aki Kaurismäki sembrano sicuri per una nomination. A chiudere la cinquina ci aspettiamo qualche sorpresa come Tótem di Lila Aviles o The Teacher’s Lounge di ilker Çatak, magari a discapito di nomi più conosciuti come quelli di Wim Wenders (Perfect Days) e Matteo Garrone (Io Capitano).
Le nostre previsioni: The Zone of Interest (Regno Unito), La sociedad de la nieve (Spagna), Fallen Leaves (Finlandia), The Teacher’s Lounge (Germania), Tótem (Messico).
Categorie Tecniche
Concludiamo le nostre previsioni con le categorie tecniche, dove ci aspettiamo una forte presenza da parte di Oppenheimer, Barbie, Poor Things e Killers of the Flower Moon. Quella del montaggio è la categoria più affascinante tra queste, perché spesso l’Academy tende a nominare i cinque titoli di punta della cerimonia. Oltre ai quattro film citati, bisognerà tenere quindi sottocchio The Zone of Interest, The Holdovers, Anatomie d’une chute e infine Maestro.
Le nostre previsioni
Fotografia: Oppenheimer, Killers of the Flower Moon, Poor Things, Maestro, The Zone of Interest
Montaggio: Oppenheimer, Killers of the Flower Moon, Poor Things, Barbie, Anatomie d’une chute
Costumi: Barbie, Poor Things, Killers of the Flower Moon, Oppenheimer, Napoleon
Scenografia: Barbie, Poor Things, Killers of the Flower Moon, Oppenheimer, The Zone of Interest
Colonna sonora: Oppenheimer, Killers of the Flower Moon, Poor Things, The Zone of Interest, La sociedad de la nieve
Suono: Oppenheimer, Killers of the Flower Moon, Maestro, Ferrari, The Zone of Interest
Trucco: Poor Things, Maestro, Oppenheimer, Golda, La sociedad de la nieve
Effetti Speciali: Guardiani della Galassia 3, Poor Things, The Creator, Godzilla Minus One, La sociedad de la nieve