NC-116
31.05.2022
Regista, attore, produttore cinematografico e compositore. Clint Eastwood, che oggi compie 92 anni, rappresenta senza dubbio un’istituzione cinematografica vivente. Mille ruoli ne hanno contraddistinto la lunga carriera: uomo senza nome, eroe con pistola e cappello da cowboy nei tre lungometraggi de La Trilogia del dollaro firmata Sergio Leone, mentore nel capolavoro Million Dollar Baby (2004), floricoltore fallito ne Il corriere – The Mule (2019). Grazie a un’opera articolata in oltre trenta pellicole, Eastwood ha contribuito a dar vita a un costante ripensamento delle forme classiche, approdando a modalità di revisione del tutto personali. Risalendo all’origine del modello classico e mettendo questo in relazione ai generi e a una soggettiva autorialità, Eastwood ha infatti potuto radicalizzare le risorse, evidenziando nei suoi lavori una poetica moderna e contemporanea.
Più che l’ultimo dei classici, sarebbe forse dunque corretto definire Clint Eastwood come un regista postclassico, impegnato a ripensare la classicità in chiave moderna. In virtù di questo, mediante un’idea “morale” di cinema e attraverso consolidate strutture narrative, ha saputo raccontare temi e questioni cruciali della storia e della politica americana. È il caso dell’eutanasia in Million Dollar Baby (2004), o della violenza in film, tra gli altri, come Mystic River (2003) e Changeling (2008). D’altronde, l’autore nato a San Francisco ha dichiarato che la sua idea di cinema poggia le basi su un assunto cardine, ossia la ricerca del vero: “Ciò che mi interessa di più di ogni altra cosa nel lavoro e nella vita è la ricerca della verità. Questo percorso mi spinge ancora a dirigere film”.
Mystic River (2003) è tra le opere maggiori e più interessanti di Eastwood. Grazie a un’inusitata profondità tematica, Mystic River ha segnato una decisiva svolta nella ricca filmografia del regista, inaugurando una stagione eccezionale e aprendo a una serie di film che, da Million Dollar Baby a Gran Torino (2008), indubbiamente rappresentano gli esiti maturi di un percorso sempre più coerente e consapevole. Il primo film trae spunto da una raccolta di racconti di F.X. Toole (alias Jerry Boyd). Narra la vicenda di una ragazza proveniente dalla provincia del Missouri, Margaret Mary Fitzgerald (Hilary Swank), che si accosta al pugilato dopo i trent’anni, con la ferma intenzione di diventare una campionessa. Per questa ragione vuole che ad allenarla sia l’anziano ma espertissimo proprietario di una palestra, Frankie Dunn.
Changeling – Una storia vera è invece tra i film più cupi di Eastwood, con una bravissima Angelina Jolie nel ruolo di una madre nubile. A seguito della scomparsa del figlio, le viene affidato dal Dipartimento della polizia di Los Angeles, un bambino che sostiene di essere suo. Non riconoscendolo, viene accusata di essere una madre snaturata e per questo poi internata illegalmente in un manicomio, dove vengono praticate sedute di elettroshock e altre atrocità. Una denuncia diventata, come spesso accade nell’opera di Eastwood, una delle analisi più crudeli del mondo USA. Come dimenticare poi il suo American Sniper (2014), in cui Clint Eastwood attraverso il volto di Bradley Cooper descrive gli esiti devastanti del conflitto in Iraq, spingendosi a trattare una tematica di matrice psicologica, ossia il PTSD (Disturbo Post Traumatico da Stress) molto diffuso nei reduci di guerra.
Clint Eastwood ha saputo inscenare, con notevole talento e umanità, storie di grande impatto visivo ed emotivo. Ha regalato al cinema un tocco del tutto personale e incisivo, una collezione di film imperdibili. Ciò che a noi interessa maggiormente è senz’altro la fotografia umana che deriva dalla sua lunga filmografia: uomini e donne vittime di esistenze drammatiche, schiavi di una politica atroce e subdola, spesso alle prese con la tragedia ma sempre dignitose a tal punto da divenire eroi del quotidiano. La maggior parte dei protagonisti dei film di Eastwood sono personaggi ai margini, figure destinate a un’esistenza dietro le quinte. Fantasmi che hanno raggiunto la consapevolezza della sconfitta, ma non per questo hanno deciso di rassegnarsi. Per quanto ancora la pellicola continuerà a girare? Noi pensiamo finchè sarà possibile. Per gente come Eastwood non arriva mai il tempo dell’ultima corsa. Lo dimostra anche la sua opera più recente, Cry Macho - Ritorno a casa (2021), che segna per lui, come fosse un nuovo inizio più che una fine, il ritorno al genere che lo ha consacrato, il western.
NC-116
31.05.2022
Regista, attore, produttore cinematografico e compositore. Clint Eastwood, che oggi compie 92 anni, rappresenta senza dubbio un’istituzione cinematografica vivente. Mille ruoli ne hanno contraddistinto la lunga carriera: uomo senza nome, eroe con pistola e cappello da cowboy nei tre lungometraggi de La Trilogia del dollaro firmata Sergio Leone, mentore nel capolavoro Million Dollar Baby (2004), floricoltore fallito ne Il corriere – The Mule (2019). Grazie a un’opera articolata in oltre trenta pellicole, Eastwood ha contribuito a dar vita a un costante ripensamento delle forme classiche, approdando a modalità di revisione del tutto personali. Risalendo all’origine del modello classico e mettendo questo in relazione ai generi e a una soggettiva autorialità, Eastwood ha infatti potuto radicalizzare le risorse, evidenziando nei suoi lavori una poetica moderna e contemporanea.
Più che l’ultimo dei classici, sarebbe forse dunque corretto definire Clint Eastwood come un regista postclassico, impegnato a ripensare la classicità in chiave moderna. In virtù di questo, mediante un’idea “morale” di cinema e attraverso consolidate strutture narrative, ha saputo raccontare temi e questioni cruciali della storia e della politica americana. È il caso dell’eutanasia in Million Dollar Baby (2004), o della violenza in film, tra gli altri, come Mystic River (2003) e Changeling (2008). D’altronde, l’autore nato a San Francisco ha dichiarato che la sua idea di cinema poggia le basi su un assunto cardine, ossia la ricerca del vero: “Ciò che mi interessa di più di ogni altra cosa nel lavoro e nella vita è la ricerca della verità. Questo percorso mi spinge ancora a dirigere film”.
Mystic River (2003) è tra le opere maggiori e più interessanti di Eastwood. Grazie a un’inusitata profondità tematica, Mystic River ha segnato una decisiva svolta nella ricca filmografia del regista, inaugurando una stagione eccezionale e aprendo a una serie di film che, da Million Dollar Baby a Gran Torino (2008), indubbiamente rappresentano gli esiti maturi di un percorso sempre più coerente e consapevole. Il primo film trae spunto da una raccolta di racconti di F.X. Toole (alias Jerry Boyd). Narra la vicenda di una ragazza proveniente dalla provincia del Missouri, Margaret Mary Fitzgerald (Hilary Swank), che si accosta al pugilato dopo i trent’anni, con la ferma intenzione di diventare una campionessa. Per questa ragione vuole che ad allenarla sia l’anziano ma espertissimo proprietario di una palestra, Frankie Dunn.
Changeling – Una storia vera è invece tra i film più cupi di Eastwood, con una bravissima Angelina Jolie nel ruolo di una madre nubile. A seguito della scomparsa del figlio, le viene affidato dal Dipartimento della polizia di Los Angeles, un bambino che sostiene di essere suo. Non riconoscendolo, viene accusata di essere una madre snaturata e per questo poi internata illegalmente in un manicomio, dove vengono praticate sedute di elettroshock e altre atrocità. Una denuncia diventata, come spesso accade nell’opera di Eastwood, una delle analisi più crudeli del mondo USA. Come dimenticare poi il suo American Sniper (2014), in cui Clint Eastwood attraverso il volto di Bradley Cooper descrive gli esiti devastanti del conflitto in Iraq, spingendosi a trattare una tematica di matrice psicologica, ossia il PTSD (Disturbo Post Traumatico da Stress) molto diffuso nei reduci di guerra.
Clint Eastwood ha saputo inscenare, con notevole talento e umanità, storie di grande impatto visivo ed emotivo. Ha regalato al cinema un tocco del tutto personale e incisivo, una collezione di film imperdibili. Ciò che a noi interessa maggiormente è senz’altro la fotografia umana che deriva dalla sua lunga filmografia: uomini e donne vittime di esistenze drammatiche, schiavi di una politica atroce e subdola, spesso alle prese con la tragedia ma sempre dignitose a tal punto da divenire eroi del quotidiano. La maggior parte dei protagonisti dei film di Eastwood sono personaggi ai margini, figure destinate a un’esistenza dietro le quinte. Fantasmi che hanno raggiunto la consapevolezza della sconfitta, ma non per questo hanno deciso di rassegnarsi. Per quanto ancora la pellicola continuerà a girare? Noi pensiamo finchè sarà possibile. Per gente come Eastwood non arriva mai il tempo dell’ultima corsa. Lo dimostra anche la sua opera più recente, Cry Macho - Ritorno a casa (2021), che segna per lui, come fosse un nuovo inizio più che una fine, il ritorno al genere che lo ha consacrato, il western.