NC-06
12.05.2020
Con il proliferare di piattaforme online che cercano di fare concorrenza a quelle più famose, non può passare sotto silenzio la nuova iniziativa del regista Nicolas Winding Refn, salito alla ribalta grazie alla vittoria del Prix de la mise en scène al Festival di Cannes nel 2011 con il criptico Drive, tra i più apprezzati cineasti danesi contemporanei insieme a Lars Von Trier.
Bynwr, questo il nome della piattaforma, nata nel 2018 ma diffusa in Italia solo negli ultimi mesi, si propone come alternativa nel senso più profondo del termine, come un luogo-altro, in cui esplorare tre pellicole diverse ogni mese, suddivise in altrettanti capitoli. Al fianco delle pellicole – quasi tutte chicche del passato restaurate e riproposte a un pubblico più ampio di quello cui potessero ambire allora – troviamo componimenti musicali, brevi saggi scritti da esperti del settore, interviste ed extra.
Come specificato nello stesso sito ufficiale della piattaforma, l’obiettivo va ben oltre la semplice riscoperta di un film dimenticato o riservato da sempre a una nicchia di appassionati: si mira a una nuova comunità, allo scambio di saperi, all’indagine meticolosa che partendo dalla visione di un film dia vita a una riflessione quanto mai ampia.
Le competenze tecniche ed enciclopediche si fondono quindi con una concezione user-friendly, che accompagni nel percorso i novizi, permettendo comunque ai più navigati di scoprire novità e spunti produttivi.
Finora i volumi pubblicati sono 8, con il numero 9 in preparazione, e ognuno presenta un guest editor d’eccezione: l’ultimo capitolo disponibile vede in questo ruolo William Boyle, celebre scrittore di fantascienza e noir edito anche in Italia (tra le sue pubblicazioni più recenti, Gravesend del 2013 per Minimum Fax). La pellicola protagonista è invece Stark Fear (Ned Hockman, 1962, USA), definibile come un bizzarro incrocio tra noir, horror rurale e thriller psicologico.
Lo sguardo di Refn, attentissimo all’estetica, più neuronale che morale, è lo stesso che deve assumere il fruitore, senza farsi necessariamente guidare da un’intenzione di partenza definita, ma con spirito intellettuale libero e sempre affamato. Un servizio che contiene anche in nuce una nuova concezione della cultura cinematografica.
NC-06
12.05.2020
Con il proliferare di piattaforme online che cercano di fare concorrenza a quelle più famose, non può passare sotto silenzio la nuova iniziativa del regista Nicolas Winding Refn, salito alla ribalta grazie alla vittoria del Prix de la mise en scène al Festival di Cannes nel 2011 con il criptico Drive, tra i più apprezzati cineasti danesi contemporanei insieme a Lars Von Trier.
Bynwr, questo il nome della piattaforma, nata nel 2018 ma diffusa in Italia solo negli ultimi mesi, si propone come alternativa nel senso più profondo del termine, come un luogo-altro, in cui esplorare tre pellicole diverse ogni mese, suddivise in altrettanti capitoli. Al fianco delle pellicole – quasi tutte chicche del passato restaurate e riproposte a un pubblico più ampio di quello cui potessero ambire allora – troviamo componimenti musicali, brevi saggi scritti da esperti del settore, interviste ed extra.
Come specificato nello stesso sito ufficiale della piattaforma, l’obiettivo va ben oltre la semplice riscoperta di un film dimenticato o riservato da sempre a una nicchia di appassionati: si mira a una nuova comunità, allo scambio di saperi, all’indagine meticolosa che partendo dalla visione di un film dia vita a una riflessione quanto mai ampia.
Le competenze tecniche ed enciclopediche si fondono quindi con una concezione user-friendly, che accompagni nel percorso i novizi, permettendo comunque ai più navigati di scoprire novità e spunti produttivi.
Finora i volumi pubblicati sono 8, con il numero 9 in preparazione, e ognuno presenta un guest editor d’eccezione: l’ultimo capitolo disponibile vede in questo ruolo William Boyle, celebre scrittore di fantascienza e noir edito anche in Italia (tra le sue pubblicazioni più recenti, Gravesend del 2013 per Minimum Fax). La pellicola protagonista è invece Stark Fear (Ned Hockman, 1962, USA), definibile come un bizzarro incrocio tra noir, horror rurale e thriller psicologico.
Lo sguardo di Refn, attentissimo all’estetica, più neuronale che morale, è lo stesso che deve assumere il fruitore, senza farsi necessariamente guidare da un’intenzione di partenza definita, ma con spirito intellettuale libero e sempre affamato. Un servizio che contiene anche in nuce una nuova concezione della cultura cinematografica.