di Eduardo Bigazzi
NC-199
01.04.2024
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Aprile, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese, appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
1 aprile. Anatomia di un rapimento (1963) di Akira Kurosawa
Il primo aprile del 1920 nasce il leggendario Toshiro Mifune, e per omaggiarne (o scoprirne) le grandi capacità attoriali la scelta non può che ricadere su Anatomia di un rapimento. Film in cui convivono armoniosamente due pellicole: la prima, claustrofobica, ambientata in una sola location e affidata totalmente alle interpretazioni degli attori, essenziali per il cuore tematico della storia; la seconda che abbraccia appieno il thriller, virando il punto di vista narrativo principale e costruendo scene indimenticabili - su tutte, il dettaglio a colori che spicca improvviso in un mondo in bianco e nero. Ne esce fuori un film immenso, universale e sempre attuale. Senza alcuna paura lo si può definire un vero capolavoro della storia del cinema.
Disponibile su Amazon Prime Video.
2 aprile. Festen (1998) di Thomas Vinterberg
Dopo Pasqua e Pasquetta, il miglior modo per allontanarsi dalle tentazioni del cibo, dai ritrovi familiari e dai chili di troppo è buttarsi a capofitto nella visione di Festen. Certo, la premessa può non sembrare ideale: una grande cena tra parenti per festeggiare il compleanno dell’indiscusso patriarca. Ben presto, però, i toni dei personaggi cambiano umore e le verità dietro ad una famiglia apparentemente perfetta vengono tragicamente a galla. Nonostante gli sforzi per negare e nascondere gli orrori dietro una facciata elegante, il marcio dell’essere umano emerge con forza, violenza e, infine, rassegnazione. Potente e magistralmente diretto.
Disponibile su MUBI.
11 aprile. Killers of the flower moon (2023) di Martin Scorsese
Ad un mese esatto dall’assegnazione degli Oscar, possiamo recuperare l’ultima fatica di Scorsese e acclamare un’opera che l’Academy ha scandalosamente ignorato. Killers of the flower moon è un lungo film in cui, però, non c’è un’inquadratura di troppo. Ogni istante è la meticolosa, quanto terrificante, perpetrazione di un genocidio, un dramma familiare che si trasforma in una discesa negli inferi senza alcuna via di scampo. Il tutto condito con un DiCaprio dalle mille sfaccettature, un De Niro-tiranno ricco di sottotesto, una Gladstone dallo sguardo irresistibile ed uno Scorsese che si assume a viso aperto la responsabilità di una cultura in grado di trasformare il sangue in intrattenimento. In poche parole, una delle migliori opere del regista.
Disponibile su Amazon Prime Video e noleggiabile su You Tube, Google Play Film, Apple TV e Tim Vision.
14 aprile. Harakiri (1962) di Masaki Kobayashi
Il 14 aprile 2013 muore Rentarō Mikuni, prolifico quanto sconosciuto attore giapponese. Fra i suoi innumerevoli film, alcuni premiati perfino a Cannes o agli Oscar, una menzione d’onore spetta proprio ad Harakiri. Ambientato nel Giappone del XVII secolo, il dramma sviluppa la sua trama attraverso il dialogo, il racconto e, in definitiva, il flashback, dipanandosi su più livelli temporali senza però mai disorientare lo spettatore. Ad ogni nuova parola si rafforza il messaggio della pellicola, si rivelano continui colpi di scena e si costruiscono sequenze d’azione intense, dalle coreografie magnetiche e dal significato più profondo di quello che gli scontri di due katana suggeriscono. Un film di denuncia che sfrutta la storia per criticare la società moderna, avvalendosi di scelte registiche che, ad oggi, non sono invecchiate di un giorno. Essenziale, imperdibile, unico.
17 aprile. Un pesce di nome Wanda (1988) di Charles Crichton
Il 17 aprile di cento anni fa veniva fondata la Metro-Goldwyn-Mayer, iconica casa di produzione che ha regalato al mondo innumerevoli gioielli cinematografici. Ma fra i vari blockbuster, franchise e colossal, merita una menzione speciale il piccolo Un pesce di nome Wanda. Commedia fondata sulla menzogna, arricchita da una regia senza sbavature, un cast mai eccessivo e una storia che alterna sapientemente l’ambientazione crime con quella romantica. Essendo uscito ormai 36 anni fa, qualcuno potrebbe mettere in dubbio l’efficacia dell’umorismo portato in scena... e sbaglierebbe di grosso. Durante lo svolgimento non c’è una gag di troppo e anzi, ancora oggi le risate che il film scaturisce sono fragorose e sempre presenti. Un gioiello da recuperare assolutamente.
Noleggiabile su CHILI, Amazon Prime Video e Apple TV.
23 aprile. J.S.A. - Joint Security Area (2000) di Park Chan-wook
La giornata mondiale del libro è un’occasione perfetta per riguardare Joint Security Area, lungometraggio basato sul romanzo “DMZ” (1997) di Park Sang-yeon. L’opera di Park Chan-wook inizia ponendo le basi per un film di guerra ma, grazie al sapiente uso del flashback, diviene un vero e proprio thriller, muta brevemente in una commedia e si conclude come un dramma sull’amicizia. Un insieme non tanto di generi, quanto di emozioni. Perché i personaggi, la storia e la regia riescono a creare un mondo intenso, interessante e forse sì, anche sconosciuto ai più. Dove la tematica emerge forte e mai didascalica, riuscendo a toccare nel profondo gli spettatori: non esistono confini a questo mondo.
Disponibile su MUBI, CG Collection e Far East Channel.
25 aprile. Germania anno zero (1948) di Roberto Rossellini
Mentre l’Italia celebra il giorno della liberazione, possiamo partecipare ai festeggiamenti guardando un grande capolavoro neorealista. E no, non parliamo di Roma, città aperta (1945) ma del suo contraltare: Germania anno zero. In questo film Rossellini dipinge uno scenario tragico, dove le bombe e la sconfitta hanno piegato in due il popolo tedesco. La volontà, però, non è quella di denigrare il nemico vinto, affatto, ma di mostrare come l’orrore della guerra sia imparziale nella sua devastazione, come l’istinto di sopravvivenza possa diventare senso di colpa, come le conseguenze di un conflitto tocchino e sconvolgano anche i più innocenti. Una pietra miliare del cinema contro tutti i fascismi.
Disponibile su Raiplay.
27 aprile. Coup de chance (2023) di Woody Allen
Oggi approfittiamo del compleanno di Lou de Laâge per guardare l’ultimo film di Woody Allen, di cui l’attrice è protagonista. Se i suoi più recenti lavori non avevano certo aiutato a risollevare il regista newyorkese dal processo di ostracismo e damnatio memoriae cui è soggetto, Coup de chance è invece una piacevole riprova delle sue capacità. Film che gioca con gli scenari a lui cari: triangoli amorosi, bugie e tradimenti conditi da malinconia, razionalità e il caso che muove cieco i fili di tutto. L’intreccio è ben costruito, gli indizi sagacemente seminati e la risoluzione appagante. Certo ha qualche sbavatura e alcune scelte di direzione degli attori non risultano proprio felici. Ma per dare una nuova chance a Woody Allen è più che consigliato.
Disponibile su Now e noleggiabile su Amazon Prime Video.
29 aprile. Rebecca - La prima moglie (1940) di Alfred Hitchcock
Commemoriamo la morte del grande Alfred Hitchcock con la visione di uno dei suoi film forse meno celebrati, ma non per questo meno importanti: Rebecca - La prima moglie. Pellicola che segna il debutto del cineasta inglese ad Hollywood con cui si mettono in chiaro le tematiche che segneranno la sua filmografia futura. Così si sviluppa una storia di mistero fondata su viscerali ossessioni, immagini non mostrate e paure non dette. Un thriller che usa la suspance per evitare il melò, sfrutta l’ingiusta accusa di un innocente e propone una magistrale analisi sul doppio. Il tutto spiana la strada ai più noti L’altro uomo (1951), Vertigo (1958) o Psycho (1960). Imperdibile.
Disponibile su Amazon Prime Video.
30 aprile. Guida perversa al cinema (2006) di Sophie Fiennes
Per chiudere il mese in bellezza, consigliamo di recuperare un docu-saggio il cui risultato più probabile sarà quello di invogliare a guardare altri film e proseguire la nostra dieta cinematografica almeno fino a maggio. I motivi? Innanzitutto la presenza, la voce e la narrazione del filosofo Slavoj Žižek. Una personalità divertente e totalizzante che guida gli spettatori in un viaggio attraverso film di ogni epoca e genere, sviscerandone i temi e le storie sotto un punto di vista psicoanalitico tanto inedito quanto interessante. Gli esempi proposti sono innumerevoli, i richiami alla filosofia freudiana evidenti e le scelte registiche assolutamente coinvolgenti: alternando gli spezzoni dei vari film a ricostruzioni di iconiche scene in cui lo stesso Žižek si inserisce, il ritmo del documentario non è mai stancante, le spiegazioni sempre chiare e lo stimolo a scoprire di più sempre vivo. Una lezione di cinema fuori dal comune, talmente bella da avere avuto un seguito e un libro a corollario… tutti inesorabilmente perversi.
Disponibile su Prime Video.
di Eduardo Bigazzi
NC-199
01.04.2024
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Aprile, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese, appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
1 aprile. Anatomia di un rapimento (1963) di Akira Kurosawa
Il primo aprile del 1920 nasce il leggendario Toshiro Mifune, e per omaggiarne (o scoprirne) le grandi capacità attoriali la scelta non può che ricadere su Anatomia di un rapimento. Film in cui convivono armoniosamente due pellicole: la prima, claustrofobica, ambientata in una sola location e affidata totalmente alle interpretazioni degli attori, essenziali per il cuore tematico della storia; la seconda che abbraccia appieno il thriller, virando il punto di vista narrativo principale e costruendo scene indimenticabili - su tutte, il dettaglio a colori che spicca improvviso in un mondo in bianco e nero. Ne esce fuori un film immenso, universale e sempre attuale. Senza alcuna paura lo si può definire un vero capolavoro della storia del cinema.
Disponibile su Amazon Prime Video.
2 aprile. Festen (1998) di Thomas Vinterberg
Dopo Pasqua e Pasquetta, il miglior modo per allontanarsi dalle tentazioni del cibo, dai ritrovi familiari e dai chili di troppo è buttarsi a capofitto nella visione di Festen. Certo, la premessa può non sembrare ideale: una grande cena tra parenti per festeggiare il compleanno dell’indiscusso patriarca. Ben presto, però, i toni dei personaggi cambiano umore e le verità dietro ad una famiglia apparentemente perfetta vengono tragicamente a galla. Nonostante gli sforzi per negare e nascondere gli orrori dietro una facciata elegante, il marcio dell’essere umano emerge con forza, violenza e, infine, rassegnazione. Potente e magistralmente diretto.
Disponibile su MUBI.
11 aprile. Killers of the flower moon (2023) di Martin Scorsese
Ad un mese esatto dall’assegnazione degli Oscar, possiamo recuperare l’ultima fatica di Scorsese e acclamare un’opera che l’Academy ha scandalosamente ignorato. Killers of the flower moon è un lungo film in cui, però, non c’è un’inquadratura di troppo. Ogni istante è la meticolosa, quanto terrificante, perpetrazione di un genocidio, un dramma familiare che si trasforma in una discesa negli inferi senza alcuna via di scampo. Il tutto condito con un DiCaprio dalle mille sfaccettature, un De Niro-tiranno ricco di sottotesto, una Gladstone dallo sguardo irresistibile ed uno Scorsese che si assume a viso aperto la responsabilità di una cultura in grado di trasformare il sangue in intrattenimento. In poche parole, una delle migliori opere del regista.
Disponibile su Amazon Prime Video e noleggiabile su You Tube, Google Play Film, Apple TV e Tim Vision.
14 aprile. Harakiri (1962) di Masaki Kobayashi
Il 14 aprile 2013 muore Rentarō Mikuni, prolifico quanto sconosciuto attore giapponese. Fra i suoi innumerevoli film, alcuni premiati perfino a Cannes o agli Oscar, una menzione d’onore spetta proprio ad Harakiri. Ambientato nel Giappone del XVII secolo, il dramma sviluppa la sua trama attraverso il dialogo, il racconto e, in definitiva, il flashback, dipanandosi su più livelli temporali senza però mai disorientare lo spettatore. Ad ogni nuova parola si rafforza il messaggio della pellicola, si rivelano continui colpi di scena e si costruiscono sequenze d’azione intense, dalle coreografie magnetiche e dal significato più profondo di quello che gli scontri di due katana suggeriscono. Un film di denuncia che sfrutta la storia per criticare la società moderna, avvalendosi di scelte registiche che, ad oggi, non sono invecchiate di un giorno. Essenziale, imperdibile, unico.
17 aprile. Un pesce di nome Wanda (1988) di Charles Crichton
Il 17 aprile di cento anni fa veniva fondata la Metro-Goldwyn-Mayer, iconica casa di produzione che ha regalato al mondo innumerevoli gioielli cinematografici. Ma fra i vari blockbuster, franchise e colossal, merita una menzione speciale il piccolo Un pesce di nome Wanda. Commedia fondata sulla menzogna, arricchita da una regia senza sbavature, un cast mai eccessivo e una storia che alterna sapientemente l’ambientazione crime con quella romantica. Essendo uscito ormai 36 anni fa, qualcuno potrebbe mettere in dubbio l’efficacia dell’umorismo portato in scena... e sbaglierebbe di grosso. Durante lo svolgimento non c’è una gag di troppo e anzi, ancora oggi le risate che il film scaturisce sono fragorose e sempre presenti. Un gioiello da recuperare assolutamente.
Noleggiabile su CHILI, Amazon Prime Video e Apple TV.
23 aprile. J.S.A. - Joint Security Area (2000) di Park Chan-wook
La giornata mondiale del libro è un’occasione perfetta per riguardare Joint Security Area, lungometraggio basato sul romanzo “DMZ” (1997) di Park Sang-yeon. L’opera di Park Chan-wook inizia ponendo le basi per un film di guerra ma, grazie al sapiente uso del flashback, diviene un vero e proprio thriller, muta brevemente in una commedia e si conclude come un dramma sull’amicizia. Un insieme non tanto di generi, quanto di emozioni. Perché i personaggi, la storia e la regia riescono a creare un mondo intenso, interessante e forse sì, anche sconosciuto ai più. Dove la tematica emerge forte e mai didascalica, riuscendo a toccare nel profondo gli spettatori: non esistono confini a questo mondo.
Disponibile su MUBI, CG Collection e Far East Channel.
25 aprile. Germania anno zero (1948) di Roberto Rossellini
Mentre l’Italia celebra il giorno della liberazione, possiamo partecipare ai festeggiamenti guardando un grande capolavoro neorealista. E no, non parliamo di Roma, città aperta (1945) ma del suo contraltare: Germania anno zero. In questo film Rossellini dipinge uno scenario tragico, dove le bombe e la sconfitta hanno piegato in due il popolo tedesco. La volontà, però, non è quella di denigrare il nemico vinto, affatto, ma di mostrare come l’orrore della guerra sia imparziale nella sua devastazione, come l’istinto di sopravvivenza possa diventare senso di colpa, come le conseguenze di un conflitto tocchino e sconvolgano anche i più innocenti. Una pietra miliare del cinema contro tutti i fascismi.
Disponibile su Raiplay.
27 aprile. Coup de chance (2023) di Woody Allen
Oggi approfittiamo del compleanno di Lou de Laâge per guardare l’ultimo film di Woody Allen, di cui l’attrice è protagonista. Se i suoi più recenti lavori non avevano certo aiutato a risollevare il regista newyorkese dal processo di ostracismo e damnatio memoriae cui è soggetto, Coup de chance è invece una piacevole riprova delle sue capacità. Film che gioca con gli scenari a lui cari: triangoli amorosi, bugie e tradimenti conditi da malinconia, razionalità e il caso che muove cieco i fili di tutto. L’intreccio è ben costruito, gli indizi sagacemente seminati e la risoluzione appagante. Certo ha qualche sbavatura e alcune scelte di direzione degli attori non risultano proprio felici. Ma per dare una nuova chance a Woody Allen è più che consigliato.
Disponibile su Now e noleggiabile su Amazon Prime Video.
29 aprile. Rebecca - La prima moglie (1940) di Alfred Hitchcock
Commemoriamo la morte del grande Alfred Hitchcock con la visione di uno dei suoi film forse meno celebrati, ma non per questo meno importanti: Rebecca - La prima moglie. Pellicola che segna il debutto del cineasta inglese ad Hollywood con cui si mettono in chiaro le tematiche che segneranno la sua filmografia futura. Così si sviluppa una storia di mistero fondata su viscerali ossessioni, immagini non mostrate e paure non dette. Un thriller che usa la suspance per evitare il melò, sfrutta l’ingiusta accusa di un innocente e propone una magistrale analisi sul doppio. Il tutto spiana la strada ai più noti L’altro uomo (1951), Vertigo (1958) o Psycho (1960). Imperdibile.
Disponibile su Amazon Prime Video.
30 aprile. Guida perversa al cinema (2006) di Sophie Fiennes
Per chiudere il mese in bellezza, consigliamo di recuperare un docu-saggio il cui risultato più probabile sarà quello di invogliare a guardare altri film e proseguire la nostra dieta cinematografica almeno fino a maggio. I motivi? Innanzitutto la presenza, la voce e la narrazione del filosofo Slavoj Žižek. Una personalità divertente e totalizzante che guida gli spettatori in un viaggio attraverso film di ogni epoca e genere, sviscerandone i temi e le storie sotto un punto di vista psicoanalitico tanto inedito quanto interessante. Gli esempi proposti sono innumerevoli, i richiami alla filosofia freudiana evidenti e le scelte registiche assolutamente coinvolgenti: alternando gli spezzoni dei vari film a ricostruzioni di iconiche scene in cui lo stesso Žižek si inserisce, il ritmo del documentario non è mai stancante, le spiegazioni sempre chiare e lo stimolo a scoprire di più sempre vivo. Una lezione di cinema fuori dal comune, talmente bella da avere avuto un seguito e un libro a corollario… tutti inesorabilmente perversi.
Disponibile su Prime Video.