di Andrea Di Pede
NC-145
01.04.2023
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Aprile, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese, appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
1 Aprile. Knock Knock (2015), di Eli Roth
Due ragazze attraenti trasformate in spietate carnefici, la distruzione dell’archetipo del macho, soggiogato e umiliato in quanto traditore. Il ribaltamento dei ruoli messo in scena da Eli Roth ha il gusto della provocazione fine a sé stessa al limite del bluff? Probabilmente sì, per quanto si possano ipotizzare retropensieri virtuosi e fini analisi sociali alla base del progetto. Ana de Armas, Lorena Izzo e Keanu Reeves sono le pedine mosse con destrezza da un regista che gioca scientemente con il concetto di intrattenimento, vera e propria cifra costitutiva del suo modo di fare cinema.
Disponibile in abbonamento su Prime Video e acquistabile su Chili e Google Play Film.
5 Aprile. Fargo (2022), di Ethan Coen
Jerry Lundegaard è convinto di dover risollevare la propria situazione finanziaria, tanto da ingaggiare due professionisti per inscenare il rapimento della moglie e incassare l’ingente riscatto dal suo avido e prepotente suocero. La scelta di Jerry scatenerà però un’efferata scia di sangue in cui Marge Gunderson - agente dell’FBI al settimo mese di gravidanza - tenterà di districarsi con ogni mezzo a sua disposizione. Il manifesto dell’inconfondibile poetica dei Coen compie ventisette anni. Fargo è un’operazione borderline, l’incontro tra l’autorialità e l’anima più pop del cinema dei fratelli del Missouri, esempio lampante del rigetto degli schemi e delle etichette, caratteristica che risulterà preponderante lungo tutta la loro carriera. McDormand, Macy e Buscemi creano un trittico di personaggi indimenticabili, nonostante le poche scene in comune; vivere o esistere, il bene e il male sovrapposti, confrontati e infine differenziati, come fosse fondamentale scindere i due mondi per evidenziare quanto esista uno, tanto l’altro. L’abile mix di generi, inquinato da un irresistibile black humor, sarà il vestito perfetto per uno dei film più amati degli anni ’90.
Disponibile in abbonamento su Prime Video, acquistabile o noleggiabile su Apple TV, Chili, Google Play, Rakuten TV.
9 Aprile. Camp X-Ray (2014), di Peter Sattler
L’opera prima di Peter Sattler è una riflessione ponderata sul mondo attuale espressa attraverso lo struggente rapporto tra un detenuto accusato di terrorismo è una guardia carceraria nell’inferno di Guantanamo.Il film è scevro da nette prese di posizione, la percezione che il regista abbia trovato le giuste distanze è tangibile, e permette allo spettatore di stuzzicare il proprio spirito critico lungo tutta la durata dell’opera. Al netto della riuscita dell’operazione di Sattler, il motivo della segnalazione di Camp X-Ray è ben altro: Kristen Stewart è l’essenza del concetto di bucare lo schermo, ammalia anche quando sembra essere impacciata. È logorante quanto risulti ipnotica anche nel compiere i movimenti più banali, tutti elementi che vanno ben oltre qualsiasi presunto giudizio tecnico, ben oltre l’eterna discussione sulla sua presunta incapacità. Questo film - sconosciuto ai più - conferma che sulla Stewart nessuno ha mai capito granché, poichè non esiste, attualmente, nessun’altra attrice capace di apparire tanto inadeguata quanto spaventosamente seducente in qualsiasi contesto sia chiamata a performare.
Disponibile in abbonamento su Prime Video e noleggiabile o acquistabile su Chili.
12 Aprile. Carnage (2011), di Roman Polanski
È primavera, tempo di giochi all’aria aperta, di famigliole festanti e liti tra bambini. L’ennesimo capolavoro della carriera di Roman Polanski inizia proprio così: una banale lite tra bambini in un parco giochi.A seguito dell’accaduto, le famiglie dei due ragazzi si daranno appuntamento per chiarire la vicenda, come ogni adulto responsabile farebbe in una situazione simile. Il quartetto delirante di Carnage parte in sordina e arriva molto più vicino al concetto di grottesco di quanto si possa immaginare, mantenendo però dei toni realistici e un umorismo beffardo, da risata strozzata, da ghigno sotto ai baffi. Due bambini non perfetti ma ancora intatti - contrariamente ai propri genitori - chissà ancora per quanto. L’appartamento della coppia Foster - Reilly si trasformerà ben presto in un vero e proprio ring da cui la coppia Winslet - Waltz proverà strenuamente a scendere, senza soluzione di continuità.
Disponibile in abbonamento su Infinity+ e Now Tv.
14 Aprile. Il posto delle fragole (1957), di Ingmar Bergman
Tra i lavori più celebrati del cineasta svedese, Il posto delle fragole è il film che contribuì più di tutti alla consacrazione internazionale di Ingmar Bergman. Un’opera di sogni e di incubi, il riverbero di occasioni mancate e rimpianti, la morte imminente come sigillo di un’esistenza infelice, la parola fine sul desiderio di una inversione di tendenza. Il viaggio del professor Isak Borg - alter ego del regista interpretato dal suo maestro Victor Sjöström - fungerà da mezzo per ripercorrere le tappe della sua vita, i posti simbolo dell’infanzia, gli amori, i fallimenti, il successo pubblico - deterrente di una forte sofferenza nella vita privata - e l’egoismo che si cela dietro esso. La metafora delle fragole, frutto primaverile d’elezione per gli svedesi, come simbolo dell’innocenza dell’età giovanile, tanto che, in uno dei suoi sogni, il Dottor Borg vedrà Sara - interpretata da Bibi Andersson, musa di Bergman - una cugina di cui era perdutamente innamorato, intenta a raccogliere questi frutti. La pellicola dell’autore scandinavo - al netto della velleità autobiografiche - scava minuziosamente nella condizione umana. Tra derive oniriche e realtà oggettive, il percorso di accettazione di Isak Borg è un drammatico trattato sull’inesorabilità dello scorrere del tempo.
Disponibile per l'acquisto su Prime Video, Chili, Google Play.
19 Aprile. Spring Breakers (2012), di Harmony Korine
Chi meglio delle Teen Stars plasmate dall’universo Disney poteva rappresentare il vuoto, la mancanza di stimoli e la totale apatia di una grande fetta di adolescenti americani? La scelta di Selena Gomez e Vanessa Hudgens non è un caso; non è certo una coincidenza il fatto che Alien - un istrionico James Franco - suoni al pianoforte Everytime, brano passato alla storia come uno dei più grandi successi di Britney Spears - anch’essa ex star Disney- mentre le ragazze, ormai divenute sue amanti e complici, ballino intorno a lui accarezzando i fucili con indosso dei passamontagna rosa shocking. La festa di primavera nichilista e rarefatta del regista californiano è decisamente un gioiello grezzo da riscoprire, specie se là fuori è tempo di rinascita.
Disponibile a pagamento su Prime Video.
22 Aprile. Agente Lemmy Caution: missione Alphaville (1965), di Jean-Luc Godard
La fusione delle atmosfere sci-fi e noir, la visione distopica di un’ipotetica Parigi del futuro direttamente dagli anni ’60. I grandi autori si contraddistinguono dagli altri per il coraggio di sperimentare, Godard non fa certo eccezione. Nonostante il ritmo lento, e la comprensibile sensazione di assistere ad una post-fantascienza dal profumo datato, l’operazione Alphaville ha segnato una vera e propria rottura nel contesto della Nouvelle Vague. I suoni, l’indugiare sulle moderne forme dell’architettura parigina e le luci al neon giocano un ruolo fondamentale nel tracciare la struttura di un film che tenta di distruggere la mitizzazione delle città proiettate nel futuro. I cittadini sono in balia della voice over di Alpha 60, un computer dedito alla loro guida, senza esso la società sembra disorientata, prossima alla catastrofe. L’arrivo in città di Lemmy Caution, agente segreto con il compito di riportare con sé il professor Von Braun – inventore di Alpha 60 con velleità dittatoriali - metterà in discussione la bontà di una tecnocrazia folle e sregolata contribuendo ad una crisi intergalattica senza precedenti. Il film, che deve molto alla filosofia Orwelliana di 1984, è uno dei tasselli fondamentali che compongono il periodo di passaggio per gli autori della Nouvelle Vague dall’interesse per il giallo, a quello per la fantascienza. Non a caso, l’anno successivo, uscirà anche Fahrenheit 451 di François Truffaut.
Disponibile su Prime Video tramite il canale in abbonamento CINEAutore.
25 Aprile. Roma città aperta (1945), di Roberto Rossellini
L’opera simbolo del neorealismo italiano è il manifesto cinematografico della resistenza romana. Manfredi è un ingegnere comunista sfuggito alla morsa della Gestapo. Rifugiatosi da Francesco, tipografo antifascista prossimo alle nozze con Pina, conoscerà Don Pietro, prete vicino all'ambiente partigiano. Mentre il coprifuoco imperversa su Roma, i nazisti resteranno costantemente sulle loro tracce. La linearità del racconto di Rossellini è uno dei lasciti cinematografici più autentici dell’Italia liberata dal nazi-fascismo. La lotta ai soprusi, alle tragedie e alla distruzione sono stati il motore della speranza di una rinascita impensabile, figlia di eroi umili, costretti a immagini raccapriccianti mentre idealizzavano una libertà a cui non hanno mai smesso di credere. I crimini, mostrati senza remore dal regista romano, sono la personale chiave di purificazione di un Rossellini che era stato attratto dal vortice del fascismo e che, di sequenza in sequenza, ammette i propri errori con la franchezza peculiare di chi è alla ricerca di un riscatto sentito nel profondo. L’ode, sofferta e drammatica, al coraggio di un popolo liberatosi dalle catene di un oppressore malvagio e vigliacco. Roma città aperta è ancora oggi la più importante e significativa opera dedicata alla Liberazione che si possa vedere, sentire, interiorizzare.
“Finirà, Pina, Finirà. E tornerà pure la primavera. E sarà più bella delle altre, perché saremo liberi”.
Disponibile a noleggio su Chili.
27 Aprile. Scarface (1983), di Brian De Palma
Scarface di Brian De Palma è sicuramente iscrivibile nella gloriosa serie di film bistrattati, strattonati e gettati al macello da felpe con logo e gadget da fanatici. Certamente è uno dei più celebri gangster movie della storia, e nonostante la sua genesi sia effettivamente derivativa, questa versione si discosta parecchio da quella originale di Hawks uscita nel 1932; la Chicago degli anni del proibizionismo verte in una condizione politica molto diversa dalla Miami degli anni ’80 affrescata da De Palma, nonostante i personaggi abbiano in comune una crudele bramosia di potere, il contesto in cui i due registi proiettano i propri protagonisti è solcato da profonde diversità. Il film di De Palma, sceneggiato da Oliver Stone, bada in maniera viscerale alla psicologia dei personaggi rendendolo il tema centrale. Nonostante l’iconografia della violenta ascesa e della rovinosa caduta di un profugo cubano abbia contribuito più di tutto il resto a rendere il film così celebre, questa spiegazione superficiale non gli rende il giusto onore. La storia e le turbe di Tony Montana hanno tutto il sapore di un dramma umano irrisolvibile, più che della spettacolarizzazione fine a sé stessa della vita di un criminale senza scrupoli. A pochi giorni dall’ottantatreesimo compleanno di Al Pacino, rivedere Scarface e darsi la possibilità di ricollocarlo nella propria scala dei valori non può essere certo definito un peccato.
Disponibile su Prime Video, Google Play Film, You Tube, Apple TV.
29 Aprile. Hitchcock (2012), di Sacha Gervasi
Ispirato al libro di Stephen Rebello Come Hitchcok ha realizzato Psycho, il lavoro di Gervasi racconta il periodo immediatamente successivo all’uscita - e al conseguente trionfo di critica e pubblico - di Intrigo internazionale. A questo momento di enorme successo, però, seguì una fase di totale stallo creativo, condizione nuova e straniante per un regista prolifico come il “maestro del brivido”. Il vuoto dell’artista verrà colmato dalla lettura di Psycho, romanzo di Robert Bloch ispirato alla storia dello spietato killer Ed Gein, figura portante e decisiva per la costruzione del personaggio di Norman Bates. L’ossessione di Hitchcock per il libro di Bloch, e il racconto delle peripezie affrontate durante la realizzazione del film, saranno funzionali per fotografare al meglio le peculiarità del regista inglese; il suo rapporto con Alma Reville, moglie e instancabile collaboratrice, il suo modo di vivere la pressione, e la frustrazione di dover soddisfare costantemente le aspettative della critica, nonostante gli svariati successi che era stato in grado di produrre fino a quel momento. Interessante e profonda l’analisi di Gervasi sul mito della bionda perfetta, il rapporto al limite del morboso con le protagoniste dei suoi film è descritto come la vera spada di Damocle della carriera dell’autore. Tra le svariate opere realizzate su Hitch, probabilmente quella che offre gli spunti più interessanti in quanto fonte inesauribile di aneddoti e storie simil-leggendarie. Gervasi è riuscito a porre sotto la lente di ingrandimento le manie e le intuizioni di Hitchcock sottolineandone con dovizia le particolarità, senza mai oltrepassare il punto.
Disponibile in abbonamento su Disney+, noleggiabile o acquistabile su Prime Video e Google Play Film.
di Andrea Di Pede
NC-145
01.04.2023
Il calendario, di solito, si appende in cucina sotto l’orologio, come a creare un asse simmetrico e incrementale di scansione del tempo. I secondi diventano ore, che diventano giorni, che diventano settimane, fino a che le caselle si esauriscono, e bisogna comprarne uno nuovo. Oltre che dal meteo e dalla notte che si avvicina o si allontana, sui calendari i mesi vengono contraddistinti da un’immagine - un’ape che raccoglie il polline, un'aerea dell’Empire State Building, un quadro di Miró - che in un modo o nell’altro cerca di racchiudere l’essenza di questa particolare trentina di giorni.
Per questo Aprile, al posto della singola illustrazione a cui siamo abituati, ODG pubblicherà una selezione di dieci film da vedere durante il mese, appositamente scelti per marcare ricorrenze, anniversari e affinità umorali.
1 Aprile. Knock Knock (2015), di Eli Roth
Due ragazze attraenti trasformate in spietate carnefici, la distruzione dell’archetipo del macho, soggiogato e umiliato in quanto traditore. Il ribaltamento dei ruoli messo in scena da Eli Roth ha il gusto della provocazione fine a sé stessa al limite del bluff? Probabilmente sì, per quanto si possano ipotizzare retropensieri virtuosi e fini analisi sociali alla base del progetto. Ana de Armas, Lorena Izzo e Keanu Reeves sono le pedine mosse con destrezza da un regista che gioca scientemente con il concetto di intrattenimento, vera e propria cifra costitutiva del suo modo di fare cinema.
Disponibile in abbonamento su Prime Video e acquistabile su Chili e Google Play Film.
5 Aprile. Fargo (2022), di Ethan Coen
Jerry Lundegaard è convinto di dover risollevare la propria situazione finanziaria, tanto da ingaggiare due professionisti per inscenare il rapimento della moglie e incassare l’ingente riscatto dal suo avido e prepotente suocero. La scelta di Jerry scatenerà però un’efferata scia di sangue in cui Marge Gunderson - agente dell’FBI al settimo mese di gravidanza - tenterà di districarsi con ogni mezzo a sua disposizione. Il manifesto dell’inconfondibile poetica dei Coen compie ventisette anni. Fargo è un’operazione borderline, l’incontro tra l’autorialità e l’anima più pop del cinema dei fratelli del Missouri, esempio lampante del rigetto degli schemi e delle etichette, caratteristica che risulterà preponderante lungo tutta la loro carriera. McDormand, Macy e Buscemi creano un trittico di personaggi indimenticabili, nonostante le poche scene in comune; vivere o esistere, il bene e il male sovrapposti, confrontati e infine differenziati, come fosse fondamentale scindere i due mondi per evidenziare quanto esista uno, tanto l’altro. L’abile mix di generi, inquinato da un irresistibile black humor, sarà il vestito perfetto per uno dei film più amati degli anni ’90.
Disponibile in abbonamento su Prime Video, acquistabile o noleggiabile su Apple TV, Chili, Google Play, Rakuten TV.
9 Aprile. Camp X-Ray (2014), di Peter Sattler
L’opera prima di Peter Sattler è una riflessione ponderata sul mondo attuale espressa attraverso lo struggente rapporto tra un detenuto accusato di terrorismo è una guardia carceraria nell’inferno di Guantanamo.Il film è scevro da nette prese di posizione, la percezione che il regista abbia trovato le giuste distanze è tangibile, e permette allo spettatore di stuzzicare il proprio spirito critico lungo tutta la durata dell’opera. Al netto della riuscita dell’operazione di Sattler, il motivo della segnalazione di Camp X-Ray è ben altro: Kristen Stewart è l’essenza del concetto di bucare lo schermo, ammalia anche quando sembra essere impacciata. È logorante quanto risulti ipnotica anche nel compiere i movimenti più banali, tutti elementi che vanno ben oltre qualsiasi presunto giudizio tecnico, ben oltre l’eterna discussione sulla sua presunta incapacità. Questo film - sconosciuto ai più - conferma che sulla Stewart nessuno ha mai capito granché, poichè non esiste, attualmente, nessun’altra attrice capace di apparire tanto inadeguata quanto spaventosamente seducente in qualsiasi contesto sia chiamata a performare.
Disponibile in abbonamento su Prime Video e noleggiabile o acquistabile su Chili.
12 Aprile. Carnage (2011), di Roman Polanski
È primavera, tempo di giochi all’aria aperta, di famigliole festanti e liti tra bambini. L’ennesimo capolavoro della carriera di Roman Polanski inizia proprio così: una banale lite tra bambini in un parco giochi.A seguito dell’accaduto, le famiglie dei due ragazzi si daranno appuntamento per chiarire la vicenda, come ogni adulto responsabile farebbe in una situazione simile. Il quartetto delirante di Carnage parte in sordina e arriva molto più vicino al concetto di grottesco di quanto si possa immaginare, mantenendo però dei toni realistici e un umorismo beffardo, da risata strozzata, da ghigno sotto ai baffi. Due bambini non perfetti ma ancora intatti - contrariamente ai propri genitori - chissà ancora per quanto. L’appartamento della coppia Foster - Reilly si trasformerà ben presto in un vero e proprio ring da cui la coppia Winslet - Waltz proverà strenuamente a scendere, senza soluzione di continuità.
Disponibile in abbonamento su Infinity+ e Now Tv.
14 Aprile. Il posto delle fragole (1957), di Ingmar Bergman
Tra i lavori più celebrati del cineasta svedese, Il posto delle fragole è il film che contribuì più di tutti alla consacrazione internazionale di Ingmar Bergman. Un’opera di sogni e di incubi, il riverbero di occasioni mancate e rimpianti, la morte imminente come sigillo di un’esistenza infelice, la parola fine sul desiderio di una inversione di tendenza. Il viaggio del professor Isak Borg - alter ego del regista interpretato dal suo maestro Victor Sjöström - fungerà da mezzo per ripercorrere le tappe della sua vita, i posti simbolo dell’infanzia, gli amori, i fallimenti, il successo pubblico - deterrente di una forte sofferenza nella vita privata - e l’egoismo che si cela dietro esso. La metafora delle fragole, frutto primaverile d’elezione per gli svedesi, come simbolo dell’innocenza dell’età giovanile, tanto che, in uno dei suoi sogni, il Dottor Borg vedrà Sara - interpretata da Bibi Andersson, musa di Bergman - una cugina di cui era perdutamente innamorato, intenta a raccogliere questi frutti. La pellicola dell’autore scandinavo - al netto della velleità autobiografiche - scava minuziosamente nella condizione umana. Tra derive oniriche e realtà oggettive, il percorso di accettazione di Isak Borg è un drammatico trattato sull’inesorabilità dello scorrere del tempo.
Disponibile per l'acquisto su Prime Video, Chili, Google Play.
19 Aprile. Spring Breakers (2012), di Harmony Korine
Chi meglio delle Teen Stars plasmate dall’universo Disney poteva rappresentare il vuoto, la mancanza di stimoli e la totale apatia di una grande fetta di adolescenti americani? La scelta di Selena Gomez e Vanessa Hudgens non è un caso; non è certo una coincidenza il fatto che Alien - un istrionico James Franco - suoni al pianoforte Everytime, brano passato alla storia come uno dei più grandi successi di Britney Spears - anch’essa ex star Disney- mentre le ragazze, ormai divenute sue amanti e complici, ballino intorno a lui accarezzando i fucili con indosso dei passamontagna rosa shocking. La festa di primavera nichilista e rarefatta del regista californiano è decisamente un gioiello grezzo da riscoprire, specie se là fuori è tempo di rinascita.
Disponibile a pagamento su Prime Video.
22 Aprile. Agente Lemmy Caution: missione Alphaville (1965), di Jean-Luc Godard
La fusione delle atmosfere sci-fi e noir, la visione distopica di un’ipotetica Parigi del futuro direttamente dagli anni ’60. I grandi autori si contraddistinguono dagli altri per il coraggio di sperimentare, Godard non fa certo eccezione. Nonostante il ritmo lento, e la comprensibile sensazione di assistere ad una post-fantascienza dal profumo datato, l’operazione Alphaville ha segnato una vera e propria rottura nel contesto della Nouvelle Vague. I suoni, l’indugiare sulle moderne forme dell’architettura parigina e le luci al neon giocano un ruolo fondamentale nel tracciare la struttura di un film che tenta di distruggere la mitizzazione delle città proiettate nel futuro. I cittadini sono in balia della voice over di Alpha 60, un computer dedito alla loro guida, senza esso la società sembra disorientata, prossima alla catastrofe. L’arrivo in città di Lemmy Caution, agente segreto con il compito di riportare con sé il professor Von Braun – inventore di Alpha 60 con velleità dittatoriali - metterà in discussione la bontà di una tecnocrazia folle e sregolata contribuendo ad una crisi intergalattica senza precedenti. Il film, che deve molto alla filosofia Orwelliana di 1984, è uno dei tasselli fondamentali che compongono il periodo di passaggio per gli autori della Nouvelle Vague dall’interesse per il giallo, a quello per la fantascienza. Non a caso, l’anno successivo, uscirà anche Fahrenheit 451 di François Truffaut.
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25 Aprile. Roma città aperta (1945), di Roberto Rossellini
L’opera simbolo del neorealismo italiano è il manifesto cinematografico della resistenza romana. Manfredi è un ingegnere comunista sfuggito alla morsa della Gestapo. Rifugiatosi da Francesco, tipografo antifascista prossimo alle nozze con Pina, conoscerà Don Pietro, prete vicino all'ambiente partigiano. Mentre il coprifuoco imperversa su Roma, i nazisti resteranno costantemente sulle loro tracce. La linearità del racconto di Rossellini è uno dei lasciti cinematografici più autentici dell’Italia liberata dal nazi-fascismo. La lotta ai soprusi, alle tragedie e alla distruzione sono stati il motore della speranza di una rinascita impensabile, figlia di eroi umili, costretti a immagini raccapriccianti mentre idealizzavano una libertà a cui non hanno mai smesso di credere. I crimini, mostrati senza remore dal regista romano, sono la personale chiave di purificazione di un Rossellini che era stato attratto dal vortice del fascismo e che, di sequenza in sequenza, ammette i propri errori con la franchezza peculiare di chi è alla ricerca di un riscatto sentito nel profondo. L’ode, sofferta e drammatica, al coraggio di un popolo liberatosi dalle catene di un oppressore malvagio e vigliacco. Roma città aperta è ancora oggi la più importante e significativa opera dedicata alla Liberazione che si possa vedere, sentire, interiorizzare.
“Finirà, Pina, Finirà. E tornerà pure la primavera. E sarà più bella delle altre, perché saremo liberi”.
Disponibile a noleggio su Chili.
27 Aprile. Scarface (1983), di Brian De Palma
Scarface di Brian De Palma è sicuramente iscrivibile nella gloriosa serie di film bistrattati, strattonati e gettati al macello da felpe con logo e gadget da fanatici. Certamente è uno dei più celebri gangster movie della storia, e nonostante la sua genesi sia effettivamente derivativa, questa versione si discosta parecchio da quella originale di Hawks uscita nel 1932; la Chicago degli anni del proibizionismo verte in una condizione politica molto diversa dalla Miami degli anni ’80 affrescata da De Palma, nonostante i personaggi abbiano in comune una crudele bramosia di potere, il contesto in cui i due registi proiettano i propri protagonisti è solcato da profonde diversità. Il film di De Palma, sceneggiato da Oliver Stone, bada in maniera viscerale alla psicologia dei personaggi rendendolo il tema centrale. Nonostante l’iconografia della violenta ascesa e della rovinosa caduta di un profugo cubano abbia contribuito più di tutto il resto a rendere il film così celebre, questa spiegazione superficiale non gli rende il giusto onore. La storia e le turbe di Tony Montana hanno tutto il sapore di un dramma umano irrisolvibile, più che della spettacolarizzazione fine a sé stessa della vita di un criminale senza scrupoli. A pochi giorni dall’ottantatreesimo compleanno di Al Pacino, rivedere Scarface e darsi la possibilità di ricollocarlo nella propria scala dei valori non può essere certo definito un peccato.
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29 Aprile. Hitchcock (2012), di Sacha Gervasi
Ispirato al libro di Stephen Rebello Come Hitchcok ha realizzato Psycho, il lavoro di Gervasi racconta il periodo immediatamente successivo all’uscita - e al conseguente trionfo di critica e pubblico - di Intrigo internazionale. A questo momento di enorme successo, però, seguì una fase di totale stallo creativo, condizione nuova e straniante per un regista prolifico come il “maestro del brivido”. Il vuoto dell’artista verrà colmato dalla lettura di Psycho, romanzo di Robert Bloch ispirato alla storia dello spietato killer Ed Gein, figura portante e decisiva per la costruzione del personaggio di Norman Bates. L’ossessione di Hitchcock per il libro di Bloch, e il racconto delle peripezie affrontate durante la realizzazione del film, saranno funzionali per fotografare al meglio le peculiarità del regista inglese; il suo rapporto con Alma Reville, moglie e instancabile collaboratrice, il suo modo di vivere la pressione, e la frustrazione di dover soddisfare costantemente le aspettative della critica, nonostante gli svariati successi che era stato in grado di produrre fino a quel momento. Interessante e profonda l’analisi di Gervasi sul mito della bionda perfetta, il rapporto al limite del morboso con le protagoniste dei suoi film è descritto come la vera spada di Damocle della carriera dell’autore. Tra le svariate opere realizzate su Hitch, probabilmente quella che offre gli spunti più interessanti in quanto fonte inesauribile di aneddoti e storie simil-leggendarie. Gervasi è riuscito a porre sotto la lente di ingrandimento le manie e le intuizioni di Hitchcock sottolineandone con dovizia le particolarità, senza mai oltrepassare il punto.
Disponibile in abbonamento su Disney+, noleggiabile o acquistabile su Prime Video e Google Play Film.